Scritto da Mauro Manzin
Lubiana prende tempo, annulla l’incontro con il premier croato Ivo Sanader già in calendario per il prossimo 28 aprile. Zagabria invece canta vittoria. Sono queste le due facce della medaglia dopo l’ennesima proposta della Commissione europea di mediazione sul contenzioso confinario tra i due Paesi ex jugoslavi. «Non è certo positivo che in questa fase non ci incontriamo – commenta il premier croato Ivo Sanader – ma se la Slovenia ha deciso così… Del resto per sedersi a un tavolo e parlare bisogna essere almeno in due». La diplomazia croata, frecciatine a parte, ha fatto sapere che la proposta del commissario all’Allargamento Olli Rehn (cinque mediatori, di cui due scelti da ciascuna delle parti in causa) è assolutamente «accettabile», ma ha altresì ribadito che la soluzione finale del contenzioso confinario dovrà essere presa dal Tribunale internazionale dell’Aja.
Quanto è stato proposto da Bruxelles, afferma il ministro degli Esteri croato Gordan Jandrokovic, va decisamente nella direzione delle indicazioni fornite dalla Croazia che, in questa fase «sono state vincenti rispetto alle posizioni slovene» che, secondo Zagabria, volevano si procedesse secondo il metodo del dialogo bilaterale senza l’«ingresso» di arbitri terzi. Mentre i Banski Dvori (palazzo del governo croato) confermano che non sono assolutamente intenzionati a fare alcun passo indietro sull’accesso diretto della Slovenia alle acque internazionali al largo del Golfo di Pirano.
A questo punto però sono doverose due considerazioni: Zagabria difficilmente accetterebbe qualsivoglia decisione prima delle elezioni amministrative che si terranno il 17 maggio, e poi, sostengono alcuni analisti di Zagabria, se il veto della Slovenia all’ingresso nell’Ue venisse a cedere verrebbero al pettine di Bruxelles, nel croso della mediazione, tutti i nodi relativi alla riforma del sistema giudiziario croato che è ancora fortemente in ritrardo rispetto a quelli che sono i canoni richiesti dai Ventisette, senza parlare poi dell’altro grande problema relativo alla privatizzazione della cantieristica dove si rischiano di perdere migliaia di posti di lavoro. Il premier Ivo Sanader si è incontrato con il capo dello Stato Stipe Mesic e assieme hanno deciso di convocare tutte le forze parlamentari per illustrare lo stato delle cose e delineare così una strategia diplomatica quanto più unitaria possibile. «Sta andando tutto nella direzione giusta – sostiene Sanader – ma noi faremo in modo di cogliere il bersaglio nel centro». E ha ordinato ai suoi ministri di procedere nei lavori di adeguamento agli standard europei.
Fonte: «Il Piccolo», 26/04/09.