Scritto da Fabio Dorigo, «Il Piccolo», 23/11/14
domenica 23 novembre 2014
«Scandalo? Sono cose che capitano». Gianni Torrenti, assessore regionale ai beni culturali, sport e solidarietà, non si fa impressionare. Da esperto, in qualità di ex tesoriere di partito (Pd) e di diverse associazioni culturali oltre che ex presidente della cooperativa Bonawentura (che gestisce il Teatro Miela) evita di drammatizzare. «Vedo con favore che il consiglio direttivo e la presidente hanno fatto emergere queste problematiche non sempre facili da identificare. L’amministrazione delle associazioni ha ampi margini di libertà. E positivo che queste irregolarità siano venute a galla da un’indagine interna. Fa piacere vedere che un’associazione non ha atteso interventi esterni, ma ha saputo fare i conti da sola al suo interno» L’assessore parla dalla conferenza nazionale su commemorativo dei 60 anni di fondazione dell’Unione degli Istriani che si è tenuta ieri mattina nel Palazzo regionale di piazza Unità d’Italia. La Regione non è socio dell’Irci, ma uno dei principali finanziatori con 150mila euro.
Ergoati da quest’anno, non più al capitolo degli esuli, ma alla voce “musei” anche se il Civico Museo della Civiltà Istriana Fiumana e Dalmata ancora non c’è. Il progetto dovrebbe essere presentato ai primi di dicembre come ha assicurato la vicepresidente dell’Irci e direttrice dei musei civici di storia e arte di Trieste, Maria Masau Dan. Il fatto che l’ammanco sia stato scoperto solo un anno e mezzo dopo, non è così rilevante. «C’è stato un movimento meramente finanziario che non è semplice da identificare – spiega Torrenti -. Soprattutto in un cambio così radicale di gestione come c’era stato all’Irci. L’importante è che questo cose emergano, ancora di più che emergano per indagini interne e non pressioni esterne. Di questo va dato merito alla presidente e al direttivo. Non c’è stata omertà e questo è positivo». Ma cosa farà ora la Regione? «Seguiremo ancora di più con attenzione l’Istituto. Faremo le nostre verifiche e i nostri controlli. Siamo al suo fianco all’Irci in questa operazione di pulizia interna. Cercheremo di dare una mano per ripartire da zero. Il tesoriere (Stefano Nedoh, ndr) godeva di molto fiducia negli ambienti degli esuli. Era una persona che si dava da dare. L’importante è che sia stata una decisione del consiglio che ha fatto emergere questo reato.
Non va criticato chi l’ha fatta emergere, ma chi l’ha combinato il guaio. Il mio consiglio? Fare pulizia e poi ricominciare» aggiunge l’assessore che ieri sedeva a fianco di Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione istriani, che si è dimesso da poco dal consiglio direttivo dell’Irci denunciando una gestione da bocciofila. «Sono pronto a verificare anche la possibilità di una ricucitura. Si può criticare, ma Lacota è anche un componente. Non può criticare se medesimo. Credo sia il momento in cui l’Irci ha bisogno di tutti per potere ristabilire la regolarità e ricominciare», media Torrenti. «Nemmeno una bocciofila è gestita peggio dell’Irci» aveva dichiarato Lacota. «Non ho elementi per dire se è gestita come una bocciofila o come le Assicurazioni Generali – scherza Torrenti -. La realtà è che, bocciofila o meno, queste rivalità non aiutano. Ora c’è da ripulire l’Irci. Il problema è quello della fiducia affidata dall’Irci alla persona sbagliata. Io spero che questa persona dia le sue dimissioni e quindi si possa ripartire dopo la ricognizione contabile affidata a un persona esterna. Sperando che l’irregolarità scoperta sia l’unica che è stata fatta. In questo caso la responsabilità è individuale, non collettiva».