Storia e itinerari sul Carso di Ungaretti

Scritto da Giovanni Fierro

Sui luoghi dove il poeta combatté in trincea nella prima guerra mondiale. Da settembre in libreria il volume oggi reperibile al Comune di Sagrado. Con i suoi compagni condivise la trincea e la paura della morte. Gli uomini appartengono ai luoghi, tanto quanto i luoghi sono segnati dagli uomini. Il Carso di Giuseppe Ungaretti. Storia e itinerari, nuovo libro dello storico Lucio Fabi, arricchisce questa geografia di esperienze umane e pagine stampate. Realizzato dal Comune di Sagrado, e dall´impronta storico-escursionistico, Il Carso di Giuseppe Ungaretti. Storia e itinerari presenta la storia di guerra del soldato Giuseppe Ungaretti, e accompagna il lettore nella sua personale esperienza di trincea, di dolore, di poesia. Fabi tratteggia alcuni itinerari, specificati nelle loro caratteristiche, che portano l´escursionista, il camminatore, sui luoghi della Storia. Itinerari spiegati e mostrati, che collegano i dintorni di San Martino del Carso con le cime del monte San Michele e, poco oltre il confine con la Slovenia, con il Carso di Lokvica (Locvizza). Fabi è anche consulente museale; si occupa della valorizzazione storica del territorio, e collabora per l´allestimento di vari musei dedicati alla prima guerra mondiale, nella nostra regione, in Trentino e Veneto. Il libro è attualmente reperibile presso il Comune di Sagrado e nei principali info-point della zona. Sarà nelle librerie da settembre. Abbiamo posto a Fabi alcune domande.

Com´è stato scrivere e muoversi, fra poesia e storia/guerra?

«Sono ormai circa vent´anni che mi occupo, da storico, del rapporto tra uomo e guerra, con particolare riferimento al primo conflitto mondiale; dove si scontrarono per la prima volta eserciti, nazioni e popoli, in un massacro senza precedenti nella storia dell´umanità. Il soldato Ungaretti è uno dei tanti uomini in trincea. È tra i non molti che la guerra l´hanno inizialmente invocata e voluta. Per rigenerare la società dell´epoca. Con i suoi compagni condivide la miseria della trincea e la paura della morte. La poesia per lui è una valvola di sfogo, una testimonianza d´esistenza, una voce forte da alzare “contro” la guerra, perché la poesia è vita, mentre la guerra non può essere che morte. E infatti Ungaretti in alcune sue lettere si firma
“soldato ma poeta”».

Qual è la difficoltà principale, affrontata nella stesura del volume?

«È stata quella di ricostruire la storia di guerra di Ungaretti. Le sue biografie sono piuttosto lacunose. Per ricostruirla mi sono basato sull´ampio carteggio con alcuni intellettuali dell´epoca, come Papini, Prezzolini, Soffici, Marrone, Carrà. A loro Ungaretti confidava pene e desideri, inviava liriche e recensioni. Ho intrecciato questo materiale con la documentazione militare del suo reparto, il 19° reggimento della Brigata Brescia. Così ho ricostruito i suoi movimenti, giungendo a plausibili confronti tra l´esperienza vissuta e l´ispirazione poetica».

Che idea si è fatto di Ungaretti?

«Di un uomo uscito molto provato dalla guerra, con svariati problemi fisici e una nevrosi che lo condizionerà per tutta la sua vita. Nel dopoguerra Ungaretti intraprende un´altra battaglia, dimostrare al mondo ciò che lui da sempre sa di essere: un grande poeta, destinato a innovare la letteratura non solo italiana del ´900. Il “dolore” sarà sempre presente nella sua opera: quello intimo, privato e familiare, e quello per le sofferenze di un mondo continuamente in guerra».

Come descrive il libro?

«Il Carso di Giuseppe Ungaretti è il tentativo di unire la storia di guerra del fante Ungaretti, alla descrizione e alla successiva visita dei luoghi in cui si trovò a operare. Luoghi appartati, nascosti, che si scoprono lentamente, camminando in una boscaglia carsica che non è più, per fortuna, la pietraia brulla e infernale del tempo di guerra. Ma le trincee, le gallerie, le buche di guerra sono ancora lì, visibili a un occhio solo un po´ attento».
Fonte: «Il Piccolo», 09/07/09.