Serracchiani: «Onoriamo anche gli italiani caduti con la divisa austroungarica»

Scritto da «Il Piccolo», 18/02/14
martedì 18 febbraio 2014

Lettera della governatrice del Fvg al presidente della Repubblica Napolitano: «Importante trovare in occasione del centenario della Grande Guerra quella lista perduta a Roma: solo così la riappacificazione sarà completa».

In una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, la governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, ha chiesto l’interessamento di Giorgio Napolitano per rendere accessibile «lo schedario degli italiani delle nuove Province», ovvero l’elenco di quei militari di etnìa italiana che nella Prima Guerra Mondiale hanno combattuto nelle file dell’esercito austroungarico, perdendo la vita.

La presidente nella sua lettera ha sottolineato la «ferma volontà di onorare la memoria di tutti i caduti della Grande Guerra, a prescindere da quale fosse all’epoca la loro divisa o la loro nazionalità». L’elenco dei soldati di etnìa italiana che morirono indossando la divisa dell’esercito austroungarico è ancora largamente incompleto. Pertanto, secondo Serracchiani, «per ricordare in modo degno il sacrificio anche di quei caduti», per favorire «un’opera di riconciliazione e di consolidamento di una memoria comune sul confine orientale, per fare in modo che le cerimonie di commemorazione della Prima Guerra Mondiale che la Regione si appresta a promuovere ed organizzare siano più aderenti possibile alla verità storica», occorre «poter recuperare quell’elenco».

Nella lettera Serracchiani ricorda che lo schedario degli italiani delle nuove Province fu istituito negli anni Venti e Trenta dello scorso secolo e inizialmente collocato presso l’Ambasciata italiana a Vienna. Nel ventennio fascista venne utilizzato per la gestione delle pratiche di pensione che l’Italia riconosceva alle vedove dei soldati austroungarici nativi delle terre divenute italiane. Successivamente, «a quanto risulta il documento venne però secretato dalla politica di propaganda di allora e tale sembra essere rimasto fino a oggi».
«Sono certa che condividerà il significato altamente simbolico racchiuso in quell’elenco», conclude Serracchiani, raccomandandosi al Capo dello Stato per «il positivo esito di questa ricerca».