Dare “piena attuazione” alla legge che ha istituito il Giorno del ricordo e promuovere iniziative che diffondano la conoscenza delle Foibe. Questo, in sintesi, quanto richiesto dal senatore Aldo Di Biagio (Ap) in una interrogazione ai Ministri dei beni culturali e dell’istruzione, Franceschini e Giannini.
“La tragedia delle foibe si configura come una piaga della storia dinanzi alla quale non solo l’Italia ma l’Europa tutta deve fare ogni sforzo affinché la memoria sia coltivata e infonda nelle nuove generazioni il seme della conoscenza, per troppo tempo dimenticato in ragione di storiche sovrapposizioni ideologiche”, ricorda Di Biagio nella premessa. “In tale prospettiva – aggiunge – si inserisce la legge n. 92 del 2004, nota anche come “legge del ricordo” che all’articolo 1, comma 1, riconosce “il 10 febbraio quale “Giorno del ricordo” al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”; il comma 2 prevede che nella giornata di commemorazione siano previste “iniziative per diffondere la conoscenza dei tragici eventi presso i giovani delle scuole di ogni ordine e grado» e sia altresì favorita, «da parte di istituzioni ed enti, la realizzazione di studi, convegni, incontri e dibattiti in modo da conservare la memoria di quelle vicende”; a distanza di 10 anni dall’entrata in vigore della legge e malgrado la ricorrenza sia entrata, sebbene timidamente, nel calendario celebrativo dello Stato – secondo il senatore – appare evidente la mancanza di quello scenario di condivisione culturale, istituzionale e politica auspicato originariamente dalla norma: infatti si ritiene opportuno segnalare che annualmente la ricorrenza non si colloca in un clima di emancipazione storica tale da legittimare la creazione di una memoria condivisa, scevra dai condizionamenti ideologici, originario ed inderogabile obiettivo della legge del 2004”.
Proprio in occasione dell’ultima commemorazione, Di Biagio ha registrato “dichiarazioni di stampo pseudo-negazionista, che contribuiscono a limitare i riverberi di sensibilizzazione e conoscenza auspicati dalla legge, creando confusione ed opacità sulla memoria di quei tragici eventi: tale orientamento lascia emergere la consapevolezza di quanto l’attuazione della legge purtroppo resti ancora incompleta; in questo scenario, si ritiene opportuno segnalare, a titolo di esempio, che l’Associazione nazionale partigiani italiani (ANPI) ha avanzato una richiesta di sospensione dell’applicazione della legge n. 92 all’indomani della concessione da parte del Governo, in riconoscimento del “sacrificio offerto alla Patria”, di un’onorificenza per circa 300 vittime delle foibe; di contro, l’atteggiamento delle istituzioni italiane rispetto alla commemorazione di questi eventi continua a prendere la forma di momenti commemorativi che, sebbene doverosi e puntuali, si concentrano esclusivamente nel giorno della memoria, dunque il 10 febbraio di ogni anno, non proiettandosi in iniziative e progettualità di più ampio respiro realmente legittimanti un percorso di edificazione di una memoria storica solida e condivisa”.
“Particolarmente esemplificativa – a giudizio del senatore eletto in Europa – è l’analisi offerta dal Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, in un’intervista esclusiva rilasciata a Rai 3, il quale ha dichiarato che sulla persecuzione degli italiani e sulle foibe “è calato ben presto, dagli anni ’50 in poi, un silenzio ufficiale perché c’erano delle ragioni geopolitiche che spingevano l’Italia ad avere un rapporto di particolare considerazione con la Jugoslavia di Tito che aveva rotto con Stalin. Si pensò probabilmente che puntare i fari accesi su quelle vicende orribili, che naturalmente erano state anche motivo di vergogna per chi le avesse effettuate, non era conveniente”; proprio al fine di consentire la difesa della memoria dei tragici eventi, sono previsti all’articolo 2 della medesima legge specifici stanziamenti al museo della civiltà istriano-fiumano-dalmata, e all’archivio museo storico di Fiume, che si configurano parte integrante della ratio della legge del ricordo”.
“Malgrado siffatte premesse – annota Di Biagio – lo stanziamento di cui all’articolo 2 è stato oggetto di decurtazione ai sensi dell’articolo 60 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, che ha previsto i “tagli lineari” su taluni capitoli di bilancio dei Ministeri, coinvolgendo di fatto il capitolo 3631, tabella 13, del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo entro il quale sono previsti gli stanziamenti determinati dalla legislazione a favore dell’archivio museo storico di Fiume; alla luce di quanto evidenziato, nell’attuale stato di previsione del Ministero, le risorse destinate al finanziamento di cui alla legge n. 92 del 2004 risultano essere decurtate del 75 per cento con ovvie quanto deleterie conseguenze sulla funzionalità e sulle potenzialità dell’archivio museo, i cui progetti e la cui attività divulgativa hanno ottenuto plauso ed apprezzamento dal mondo istituzionale ed accademico sia in Italia che all’estero, soprattutto nei Paesi storicamente interessati dagli eventi; appare evidente che le fondamenta sia esse storico-ideologiche che meramente finanziarie sulle quali è stata varata la legge n. 92 del 2004 appaiono chiaramente compromesse con l’evidente rischio di pregiudicare la mission stessa della legge e la cultura della conoscenza e della memoria così come l’embrionale sensibilità storica che sono andate costruendosi in questi anni di iniziative e coinvolgimento istituzionale”.
Di Biagio, dunque, chiede ai due Ministri “quali iniziative intendano intraprendere, per quanto di competenza, al fine di dare piena attuazione alla legge n. 92 del 2004; quali iniziative intendano intraprendere per diffondere la conoscenza dei tragici eventi e favorire, da parte delle istituzioni e degli enti coinvolti, la realizzazione di studi, iniziative ed eventi volti a preservare la memoria di quelle vicende e la conoscenza dello scenario storico che le ha determinate” e, infine, “se intendano valutare la possibilità di un reintegro dei finanziamenti originariamente previsti a favore dell’archivio museo storico di Fiume ai sensi dell’articolo 2 della legge n. 92 del 2004, al fine di preservare lo strumento per eccellenza di diffusione, promozione e conoscenza degli eventi legati alla tragedia delle foibe”.
Aise, 16/04/15