Nell’ambito di “Italia mia”, tema prescelto dal prestigioso Festival internazionale della Storia di Gorizia èStoria 2017 (25-28 maggio), Coordinamento Adriatico, l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (A.N.V.G.D.) e l’Associazione delle Comunità Istriane saranno presenti, in due diverse sessioni, sabato 27 maggio.
Dalle ore 16:30 alle ore 18:00 presso l’Aula Magna del Polo Universitario Santa Chiara in via Santa Chiara 1 avrà luogo il panel “Sì com’a Pola presso del Carnaro, ch’Italia chiude e suoi termini bagna” il cui titolo riprende il celebre riferimento dantesco (Inferno, Canto IX, 113-114). Già Dante Alighieri nella Divina Commedia considerava, infatti, le terre dell’Adriatico orientale rientranti nell’area italica e fu il radicamento delle Istituzioni della Repubblica di Venezia a garantire la presenza italofona ed il consolidarsi di una cultura italiana. La Repubblica di San Marco nel 1848 vide poi accorrere in sua difesa volontari istriani e dalmati cresciuti nel mito della Serenissima e negli anni seguenti gli ideali risorgimentali trasformarono Trieste, inizialmente reputata Urbs fidelissima nei confronti degli Asburgo, in una fucina di italiani. L’italianità dell’Alto Adriatico andò consolidandosi nella riscoperta delle antiche vestigia romane e veneziane, nonché per contrapposizione con altri nascenti nazionalismi fomentati dalla spregiudicata politica austro-ungarica del divide et impera, fino a giungere all’annessione al Regno d’Italia al termine della Prima guerra mondiale. La continuità culturale, linguistica e nazionale venne messa a dura prova dagli sconvolgimenti del secondo dopoguerra, avviati da un Trattato di Pace di cui nel 2017 ricorre il 70° anniversario della firma e conclusi dal Trattato di Osimo del 1975, entrato in vigore nel 1977.
L’inquadramento della vicenda e la prospettiva identitaria più aggiornata saranno al centro della prolusione di Giuseppe Parlato (Università degli Studi Internazionali di Roma), Dalle diversità alle identità: il denominatore plurale al di qua e al di là dell’Adriatico, cui seguiranno gli interventi di Marco Cimmino (Società Italiana di Storia Militare), Nazionalismi, irredentismi, sciovinismi tra impero asburgico ed Italia, che metterà a fuoco le radici tardo ottocentesche e gli sviluppi sino alla Grande Guerra delle contrapposizioni etniche al confine orientale italiano, di Lorenzo Salimbeni (ricercatore storico freelance), Da Parigi ad Osimo: la definizione di un confine, il travaglio di un’identità, il quale evidenzierà gli effetti dei vari aggiustamenti confinari nei confronti della ridefinizione dell’italianità adriatica orientale e, infine, di Davide Rossi (Università degli Studi di Trieste), A settant’anni dal Trattato di Parigi, punto di arrivo e di svolta dell’identità italiana nell’Alto Adriatico, che si soffermerà sui profili giuridici e storici di quello che fu un vero e proprio diktat e sulle sue ricadute che portarono ad una nuova cospicua ondata di profughi dalle terre cedute.
Il panel si concluderà con un’intervista al Professore emerito dell’Alma Mater StudiorumUniversità degli Studi di Bologna Avv. Giuseppe de Vergottini, intitolata Identità ed esilio: Giuseppe de Vergottini parentino ed italiano.
Dalle 19:00 alle 20:00, invece, presso la Cicchetteria ai Giardini in via Petrarca 3 si svolgerà, in collaborazione con Grappa Ceschia, un Aperitivo con la storia, dedicato alla presentazione del libro di Lorenzo Salimbeni “Sul ciglio della Foiba. Storie e vicende dell’italianità” (Pagine, Roma 2016). Quest’opera affronta dall’età risorgimentale a oggi quelle che sono state le travagliate vicende delle comunità italiane dell’Adriatico orientale, dall’Irredentismo alle Foibe, passando per la Grande guerra. Durante la conversazione, alla quale interverranno, assieme all’autore, Davide Rossi ed Emanuele Braico (Presidente dell’Associazione delle Comunità Istriane), verranno offerte in degustazione alcune specialità della Grappa Ceschia.
ANVGD 21 maggio 2017