Scritto da Gianpaolo Sarti, «Il Piccolo», 13/02/14
giovedì 13 febbraio 2014
TRIESTE – La memoria degli esuli e del dramma delle foibe non trova ancora pace, nonostante le cerimonie di Stato di questi giorni. Non qui a Trieste, non in Consiglio regionale. La questione è questa: Bruno Marini e Rodolfo Ziberna di Forza Italia avevano domandato formalmente all’Ufficio di presidenza dell’amministrazione di dedicare un’intera seduta alla commemorazione visto che quest’anno cade il decimo anniversario del Giorno del Ricordo, istituito con una legge che porta il nome di Roberto Menia.
I capigruppo, che ieri hanno preparato il programma per il prossimo Consiglio, hanno stabilito invece che ci si limiterà a un intervento del presidente Franco Iacop (Pd), mercoledì 26 febbraio, a inizio lavori. Troppo poco per i berlusconiani che ora annunciano proteste in aula. Forse una simbolica uscita dell’intero gruppo. Lo scontro è aperto.
«La pervicace volontà di questo Consiglio regionale di ignorare l’avvenimento è inaccettabile», attaccano Marini e Ziberna. I due volevano una seduta straordinaria interamente riservata e per questo avevano scritto una lettera a Iacop. La Regione ha risposto picche. «Anche i Consigli comunali e provinciali di Trieste hanno organizzato sedute straordinarie – osserva Marini – e in
Comune ha partecipato il presidente del Senato Grasso. Perché noi no?».
Per il berlusconiano è una promessa disattesa: «Inizialmente i capigruppo avevano pensato a un’intera ora nella sessione di fine febbraio, un’ipotesi comunque riduttiva ma che io e Ziberna avevamo comunque accettato – ripercorre Marini – . Oggi (ieri, ndr), invece, la conferenza dei capigruppo ha cambiato idea. Non vogliono fare nemmeno questo: ci sarà solo un intervento di Iacop».
«È un comportamento che non capiamo – incalzano ancora i due forzisti – e che non siamo intenzionati a ricevere. Domanderemo al nostro capogruppo Riccardo Riccardi che Forza Italia non partecipi a questa che si configura come una sceneggiata e attueremo in contemporanea idonee iniziative di protesta».
Marini manda un’ultima frecciata al vicepresidente dell’aula, Igor Gabrovec, esponente della minoranza slovena: «Il fatto che Gabrovec sia appartenente all’Unione slovena non può conferirgli un implicito diritto di veto su un’iniziativa che rende omaggio alla tragedia delle foibe e dell’esodo».
Il vicepresidente non si scompone e chiarisce: «La presidenza aveva preso atto della richiesta e nella conferenza dei capigruppo, ma ha scelto di non riservare una seduta straordinaria, visto che non si fa per altre ricorrenze come il Giorno della Memoria o per il 25 aprile. Io comunque non ho alcun diritto di veto e non ha mai espresso alcuna contrarietà né favore visto che non ero presente alla riunione dei capigruppo. In ogni altra circostanza non sono intervenuto in dibattiti del genere, perché ritengo il Giorno del Ricordo una delle ricorrenze nazionali, come quella per le vittime dell’Olocausto, la Festa della Liberazione e la Festa del Lavoro. E conta ben poco che io appartenga alla minoranza: ho un padre sloveno e mamma italiana di Capodistria».
Polemiche a parte, i capigruppo hanno preparato il calendario decidendo di ridurre a due le giornate di Consiglio in febbraio e di inserirne tre a metà marzo. Il 26, dopo l’intervento di Iacop per il Giorno del Ricordo, l’aula proseguirà i lavori con le interrogazioni e discuterà una proposta di legge per il riconoscimento della sarcoidosi come malattia invalidante. All’ordine del giorno sono state quindi inserite anche cinque mozioni. Giovedì 27, invece, in agenda le linee di indirizzo da assegnare alla componente regionale della Commissione paritetica Stato-Regione per le norme di attuazione dello Statuto. Nei tre giorni di metà marzo (11, 12 e 13) si discuterà di un provvedimento anticrisi e di uno sul personale.