La Sala delle Armi della Villa Leopardi-Dittajuti di Monte San Pietro presso Osimo, in provincia di Ancona, è rimasta immortalata in un’immagine-simbolo della storia del confine orientale italiano: la firma del Trattato di Osimo tra Italia e Jugoslavia il 10 novembre 1975 con cui l’Italia rinunciava definitivamente e senza adeguate contropartite a rivendicare la sovranità sulla Zona B (distretti di Capodistria e di Buie) del mai costituito territorio Libero di Trieste.
Assume quindi un forte contenuto simbolico la prossima iniziativa dell’associazione Coordinamento Adriatico, la quale sabato 6 aprile tornerà “sul luogo del delitto” per svolgere presso il Palazzo Campana di Osimo il convegno scientifico “Prima e dopo il Trattato di Osimo: una riflessione”.
Nella sessione mattutina l’introduzione ai lavori verrà effettuata dal Prof. Avv. Giuseppe de Vergottini, Presidente di Coordinamento Adriatico; seguiranno le relazioni di:
Attila Tanzi, Docente di Diritto internazionale nella Università di Bologna: Frontiere e riparazioni fra interessi statali e privati.
Ida Caracciolo, Docente di Diritto internazionale nella Università della Campania: Il regime dei beni privati nei rapporti bilaterali.
Damir Grubisa, Ph D. Adjunct Professor – The American University of Rome: I rapporti italo-jugoslavi prima della fine dei blocchi.
Igor Pellicciari , Docente di Storia delle relazioni internazionali nella Università di Urbino, I Balcani occidentali dopo la Yugoslavia. Lontani e vicini.
Le conclusioni saranno affidate a Giuseppe Severini, Presidente della V Sezione del Consiglio di Stato.
Al termine dei lavori verrà presentato il volume a cura di Davide Lo Presti e Davide Rossi Quarant’anni da Osimo, Wolters Kluwer – Cedam, Milano 2018, che raccoglie gli atti del convegno svolto da Coordinamento Adriatico presso la sede della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale in occasione del quarantennale della firma del Trattato.