L’interesse da parte del mondo della scuola per la storia del confine orientale italiano si dimostra sempre più ampio, anche alla presentazione delle Linee guida per la didattica della Frontiera Adriatica organizzata dal Tavolo di lavoro Ministero dell’Istruzione e del Merito – Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati nell’ambito di Didacta, la fiera della didattica svoltasi alla Fortezza da Basso di Firenze dall’8 al 10 marzo.
Venerdì 10 marzo tutti i posti a sedere della sala che ha ospitato l’incontro erano stati prenotati e docenti provenienti da varie regioni d’Italia hanno potuto approcciare ed approfondire alcuni aspetti del documento ministeriale grazie agli interventi densi ed appassionati degli storici Gianni Oliva e Roberto Spazzali. Si tratta di due tra i pionieri nella ricerca storica e nella divulgazione delle vicende delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata ed ancora oggi i loro contributi scritti o nell’ambito di convegni dimostrano una conoscenza vasta dell’argomento, affrontato in maniera sempre più interdisciplinare e ricca di connessioni con l’attualità. Proprio come le linee guida ministeriali propongono (ovviamente non impongono nulla), volendo fornire una base di conoscenza e di metodologia necessaria a colmare le lacune che anche chi insegna purtroppo ha riguardo pagine di storia che sono state a lungo rimosse o distorte. L’incontro si è aperto con la proiezione di uno stralcio del documentario “Tu lascerai ogni cosa diletta più caramente. L’Esilio dei Giuliano-dalmati alla fine del Secondo conflitto mondiale”.
«Noi dobbiamo anche spiegare come mai non si è parlato delle foibe e degli esuli per decenni – ha infatti puntualizzato Oliva – e la risposta risiede nel fatto che parlarne significava riconoscere che l’Italia, a prescindere dagli esiti della lotta di Liberazione, è uscita sconfitta dalla Seconda guerra mondiale. E chi ha pagato il peso di una sconfitta che riguardava tutta Italia sono stati solamente i giuliani, fiumani e dalmati che hanno perso le loro case, le loro terre ed hanno visto sparire amici e parenti vittime del regime di Tito»
Analogamente manca la piena consapevolezza delle vicende del 1940-’43, allorché l’Italia aveva dichiarato guerra a Francia, Inghilterra, Grecia, Jugoslavia, Unione Sovietica e Stati Uniti: «Le struggenti testimonianze di esuli e loro discendenti – ha aggiunto lo storico piemontese – trovano il loro corrispettivo nei ricordi di chi ha vissuto sul territorio jugoslavo l’occupazione italiana e la repressione della lotta partigiana con il suo contorno di rappresaglie, internamenti e villaggi bruciati: dobbiamo tenere in considerazione tutti gli aspetti di questa complessa vicenda».
Proprio per la sua complessità, la vicenda di foibe ed esodo va contestualizzata anche nei suoi antefatti, che risalgono a ben prima dell’avvento del fascismo: «La politica balcanica del Reich tedesco dopo l’unificazione del 1870-’71 ed il ruolo ancillare che svolse l’Austria-Ungheria – ha ampliato lo spettro Spazzali, che ha contribuito alla stesura dell’opera assieme a Giuseppe Parlato, Raoul Pupo e Guido Rumici – sono fattori che nella manualistica scolastica non trovano spazio. Eppure quella medesima area già nella prima fase dell’Italia unitaria costituiva un obiettivo commerciale per una classe imprenditoriale che da Venezia guardava con interesse ai Balcani, ponendo le basi per gli attriti tra Italia e Austria in merito al controllo di Albania e Montenegro, che rappresentavano la porta d’accesso all’Adriatico meridionale. Da qui avrebbero tratto alimento gli opposti nazionalismi italiano e slavo»
Italianità ed identità nazionale sono altresì argomenti difficilmente affrontabili nelle classi odierne, in cui vi sono alunni provenienti da altri contesti geografici: «Nella mia esperienza di docente proprio a Trieste – ancora Spazzali – ho avuto la possibilità di vedere la città cambiare aspetto negli anni in cui la presenza di migliaia di esuli si consolidava, passando dai Campi Profughi alle abitazioni dei borghi giuliano-dalmati o delle case popolari in cui avevano vissuto famiglie provenienti dal resto d’Italia e giunte in cerca di fortuna nel capoluogo giuliano negli anni fra le due guerre. Ma ho anche sperimentato la difficoltà di spiegare a ragazzi, le famiglie di alcuni dei quali erano giunte a Trieste in seguito alle guerre nella ex Jugoslavia degli anni Novanta o da altri continenti, le dinamiche e le contrapposizioni nazionali che hanno caratterizzato questioni locali che però hanno avuto un risalto europeo»
L’ispettrice Caterina Spezzano, inesauribile coordinatrice delle attività che ruotano attorno al Tavolo di lavoro Ministero – Esuli, ha quindi concluso il seminario ricordando agli insegnanti intervenuti che il sito scuolaeconfineorientale.it rappresenta una miniera di fonti e di risorse preziose per integrare gli spunti delle Linee guida e che il Concorso scolastico 10 Febbraio coinvolge ogni anno sempre più studenti, i quali possono così approfondire in maniera coinvolgente e multidisciplinare tali argomenti.
Lorenzo Salimbeni