L’Istituto Regionale per la cultura istriano-fiumano-dalmata organizza lunedì 7 febbraio 2022, alle ore 17:30 al Porto Vecchio di Trieste, presso il Magazzino 26, Sala L. Luttazzi la presentazione del libro nuovo e fondamentale, scritto dal professor Roberto Spazzali: a parlarne il Presidente dell’IRCI, Franco Degrassi, il Direttore dell’Istituto, Piero Delbello e l’Autore.
Il libro si chiama “Pola. Città perduta. L’agonia, l’esodo (1945-1947)” e riteniamo sia destinato a dare un contributo fertile e decisivo al dibattito storiografico e alla coscienza dei cittadini. Racconta lo stato d’animo della popolazione di Pola che deciderà di partire, esule; racconta l’azione del governo italiano, in quel drammatico frangente; racconta le scelte, le decisioni e la pianificazione dell’esodo attraverso i suoi protagonisti.
Come partecipare? Semplice: prenotatevi (+39 040.639188 o irci@iol.it). Ingresso libero e gratuito FINO A ESAURIMENTO POSTI.
Si accede col green pass, come da disposizioni governative.
A seguire, il pubblico potrà visitare la nuova sistemazione dell’imponente massa (2000 metri cubi) di masserizie depositate dagli istriani dopo l’esodo e mai ritirate, oggi trasferite dallo storico Magazzino 18 proprio al Magazzino 26.
Ecco un altro promemoria: https://salaluttazzi.comune.trieste.it/…/presentazione…/
Entriamo nel libro, adesso.
“Un nome su tutti, Giuseppe Meneghini, può essere considerato il simbolo di questa storia che Roberto Spazzali, ricercatore per l’IRCI sin dai primi anni ‘90 del secolo scorso, costruisce mirabilmente e appassionatamente, con la consueta certosina opera del vero indagatore delle ‘carte’, del concreto studioso di archivi. È l’esodo da Pola, visto dal suo interno. La storia di come venne organizzato e portato a termini in tempi strettissimi, da un manipolo di persone, con sforzi che raramente si possono pretendere dall’umano”.
“Pochissime persone e sulle quali emerge ora, con tutta la sua forza, quel nome dimenticato che le coordinò, il viceprefetto Giuseppe Meneghini, funzionario del Ministero dell’Interno, inviato nell’estate del 1946 a Venezia con l’incarico di pianificare e portare a termine l’esodo della popolazione di Pola, quando risultò chiaro che nulla l’avrebbe più trattenuta e che ogni strada per convincerla diversamente era nettamente preclusa dalla volontà di rinunciare ad ogni bene materiale e all’agio della vita comoda, di non vedere più la terra natale, pur di mantenere la propria identità italiana”, come ben annota Spazzali.
“Meneghini e con lui, il Prefetto Mario Micali, che lo appoggiò incondizionatamente, sarebbero stati vittime, anche loro, in qualche modo, di una storia di cui, infine e per molti anni, era meglio non parlare. È in quest’ottica di recupero, spesso di riscoperta, conservazione, analisi ed elaborazione dei dati che il nostro I.R.C.I., Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata di Trieste, si muove agendo sulla cultura, intesa nel senso più completo del termine, e su ogni suo tratto che riguardi la Venezia Giulia, l’area fiumana e la Dalmazia”.
“E se il fine fondamentale è quello di far sì che un patrimonio di scienza e conoscenza plurisecolare non vada perduto a causa della dissoluzione della società di queste nostre terre e dell’esodo massiccio della sua gente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, resta come impegno fondamentale la necessità di agire secondo il principio e la volontà di ristabilire la verità storica dei fatti”.
“È questo un assunto che non deve parere né ridondante né superfluo poiché troppo spesso le vicende giuliano dalmate più dolorose dalle foibe all’esodo, alla dura vita nei campi profughi, alle scelte di coscienza delle nostre genti non sempre comprese allora e ancora oggi non del tutto capite, molto spesso sono state manipolate, a volte anche magistralmente, a favore di altri principi che rispondevano ad esigente più ideologiche che ideali. Roberto Spazzali ha, nel tempo, proprio grazie al suo “scandagliare” d’archivio, fatto parlare “le carte”, scrivendo pagine e fissando punti nella ricostruzione della parte più dura della nostra storia da cui nessuno, dei tanti che hanno scritto dopo, ha potuto mai prescindere. Non può, quindi, che andare a lui il nostro sentito ringraziamento per questa nuova e fondamentale opera sull’esodo da Pola e, non ultimo, un grazie deve andare anche alle edizioni Ares che fattivamente si sono impegnate nella produzione di questo suo lavoro”.
Franco Degrassi
Presidente dell’I.R.C.I.