“È possibile un partenariato pubblico-privato, ma il Comune preferirebbe vendere la rovina a un investitore disposto ad adattarla all’uso definito dall’amministrazione comunale, ovvero a un mini-hotel”. Ad affermarlo Martina Bili?, assessore all’Amministrazione comunale di Pedena, nell’illustrare l’iniziativa di rivitalizzazione dei resti del palazzo del Barone, un progetto di vecchia data, per il quale il Comune, dal 2013, dispone dell’autorizzazione a procedere in base a un elaborato del 2011 dello Studio dell’architetto albonese Slavko Bateli?.
“Purtroppo, finora non abbiamo parlato sufficientemente di quest’iniziativa, ma ora abbiamo deciso d’intensificare la promozione della sua realizzazione, affinché il progetto venga avviato e portato a termine quanto prima”, dice la Bili?, confermando che il Comune non ha ancora richiesto una valutazione del valore della rovina perché, nel caso in cui il progetto non dovesse essere avviato entro un anno dalla prima stima del perito esperto, l’amministrazione comunale sarebbe costretta a chiederne un’altra. Tuttavia, a suo avviso, chiunque deciderà d’acquistare la struttura non dovrà sborsare troppi soldi, viste le condizioni in cui versa la struttura, o meglio, ciò che ne rimane.
Secondo quanto previsto dal progetto, il mini-hotel voluto dal Comune e definito nella documentazione preparata dall’architetto Bateli?, disporrebbe di un pianoterra e di due piani, il tutto su una superficie di 398,70 metri quadrati. Il pianoterra è riservato alla reception, al ristorante con la cucina, a un magazzino e agli spazi per i dipendenti. Al primo piano sono previste cinque camere doppie e al secondo piano altre quattro.
La rovina è ubicata nel pieno centro storico, dentro un’area protetta inserita nel Registro dei monumenti culturali dell’Ufficio alla sovrintendenza ai beni culturali di Fiume il 15 ottobre 1962. Si trova accanto alla sede del Centro per la cultura immateriale dell’Istria (CECII), una delle ex rovine ricostruite nel centro storico di Pedena. Inaugurato nel 2011, l’edificio del CECII operante in seno al Museo etnografico dell’Istria era stato restaurato con i sostegni della Regione istriana e del Ministero della Cultura e dei Media della Repubblica di Croazia.
Quello che è conosciuto come palazzo del Barone dovrebbe essere adattato a un piccolo albergo con la supervisione degli addetti alla sovrintendenza ai beni culturali di Pola, affinché i lavori vengano svolti nel pieno rispetto dell’edilizia autoctona. Come confermano i rappresentanti del Comune, il restauro del palazzo risolverà il problema della trascuratezza della struttura, importante elemento del patrimonio culturale. Il Comune è convinto che con il miglioramento dell’aspetto del centro storico di Pedena saranno creati i prerequisiti per un turismo sostenibile a lungo termine e che, allo stesso tempo, saranno creati nuovi posti di lavoro, durante gli interventi di costruzione e dopo, con l’entrata in funzione dell’impianto.
“La ricostruzione del palazzo, essendo questa un’importante struttura storica, porterà all’aumento della competitività e dell’attrazione del centro storico e del resto del territorio comunale, come pure all’incremento delle presenze turistiche”, si legge nel primo degli inviti pubblici rivolti dal Comune agli investitori interessati. Il governo locale, i cui esponenti, dice la Bili?, negli anni scorsi hanno avuto degli incontri informali con alcune persone interessate alla rovina, che nel frattempo, però, hanno rinunciato all’idea d’acquistarla, spera che con la costruzione dell’albergo il centro storico di Pedena diventerà attraente anche per gli altri operatori del settore turistico, come ristoratori e commercianti.
Tanja Škopac
Fonte: La Voce del Popolo – 12/04/2022