Scritto da «La Voce del Popolo», 04/09/09
Ivo Vajgl, deputato sloveno al Parlamento europeo, ritiene che sia assolutamente da escludere la possibilità che il commissario europeo all’Allargamento, Olli Rehn, intervenga nuovamente nei colloqui tra Lubiana e Zagabria circa lo scioglimento del nodo confinario. «Olli Rehn – ha sottolineato Vajgl – non si è certamente tirato indietro. Sembra che egli attenda che qualcuno lo informi o che lo inviti alla collaborazione a prescindere dal fatto che ha preso le distanze dal problema dichiarando che la responsabilità è in mano ai politici dei due Paesi». L’ex capo della diplomazia slovena, durante la riunione della Commissione per la politica estera del Parlamento europeo, ha chiesto a Rehn se intende includersi nuovamente nei colloqui, invitandolo allo stesso tempo di non ritirarsi definitivamente dal procedimento negoziale interrotto verso la metà di giugno.
Olli Rehn, lo ricordiamo, ha fatto da mediatore alla stesura di un documento ai sensi del quale la Slovenia e la Croazia dovrebbero trasmettere ad una corte d’arbitrato il compito di dirimere la controversia confinaria. Tutto si è fermato con gli emendamenti presentati da Lubiana al documento precedentemente approvato dal Parlamento di Zagabria. Con questi, la Slovenia insisteva sul principio di equità (ex aequo et bono) che, a detta di Vajgl, nemmeno Rehn poteva accettare in quella fase dei colloqui. Secondo l’europarlamentare ora le trattative, con l’adozione della “diplomazia silenziosa”, si svolgono in un’atmosfera serena. Tuttavia, come detto, non è da escludere che l’aiuto di Rehn si riveli nuovamente necessario. Infatti, ha concluso Vajgl, né la Slovenia, né la Croazia hanno detto apertamente di avere rinunciato al processo negoziale avviato dal commissario all’Allargamento per cui il medesimo resta sempre attuale.
Il presidente sloveno Danilo Türk, da parte sua, nel corso del consueto raduno annuale dei diplomatici sloveni svoltosi l’altro giorno, ha affermato che gli attuali colloqui a livello di ministeri degli Esteri, che fanno seguito al primo incontro tra i premier Jadranka Kosor e Borut Pahor, non partono da zero visto che hanno una propria storia. A suo avviso, la proposta di Olli Rehn presentata il 15 giugno scorso era buona a prescindere dal fatto che, in seguito, non è stata armonizzata.