Anche alla tornata elettorale del prossimo 17 aprile i membri delle minoranze nazionali si troveranno davanti al dilemma se votare per uno dei candidati al seggio riservato al deputato della propria comunità nazionale all’interno della XII Circoscrizione elettorale che comprende tutta la Croazia (“voto etnico”), oppure se votare, come tutti gli altri cittadini, per una delle liste candidate dai partiti e dalle varie coalizioni (“voto politico”), nel caso nostro nell’VIII circoscrizione elettorale.
È noto infatti che la legge elettorale croata non prevede l’istituto del doppio voto, per cui i membri delle minoranza sono costretti a scegliere se votare “etnico” o “politico”. Da questo sistema scaturiscono dei numeri che distorcono l’immagine del reale coinvolgimento politico in seno alle minoranze e in particolare quei numeri che falsano in negativo l’importanza realmente assegnata dai stessi membri delle minoranze al seggio specifico. Poiché non esiste una soglia minima di voti da raggiungere nel caso del voto etnico, specie quando a concorrere c’è un candidato unico, molti membri delle minoranze preferiscono “investire” il loro voto in modo politico tout court, ben sapendo che il tal modo non andranno ad inficiare la validità del voto “etnico” a prescindere dai numeri.
Per limitarci alla Comunità nazionale italiana di Croazia, residente per lo più belle regioni istriana e litoraneo montana, si nota che nel 1992, quando ebbero per la prima volta la possibilità di mandare al parlamento un proprio rappresentante, furono ben 7.108 gli elettori di nazionalità italiana a votare “etnico”; il numero era salito ulteriormente alle elezioni del 1995 quando a scegliere l’urna del voto minoritario furono 10436 appartenenti alla Comunità italiana, ovvero il 59,84% dei 17.439 aventi diritto al voto, cioè iscritti negli elenchi elettorali per il voto minoritario.
La tendenza inizia a cambiare già nel 2000, quando a votare per la scelta del deputato minoritario saranno soltanto 6.785 italiani, che scenderanno a 4.803 nel 2007., a soli 2.338 nel 2016 per precipitare a 949 nel 2020.
Questi numeri bassi, che non sono il riflesso della reale consistenza numerica della CNI (o del senso di appartenenza alla minoranza), ma lo sono della preferenza data dagli Italiani alla tipologia di voto, in ultima analisi rischiano – non in sede legale, ma nelle percezioni – di indebolire a quasi delegittimare il peso specifico del deputato degli italiani.
Il diritto al doppio voto, che viene indicato anche come “discriminazione positiva” delle minoranze, è una prassi presente all’interno delle democrazie parlamentari ed è uno metodo diffuso di regolazione delle questioni minoritarie. Ma in Croazia le cose stanno diversamente: nel 2002, alla vigilia del voto della proposta della Legge costituzione sui diritti delle minoranze in cui sarebbe potuto inserire il diritto al doppi voto, un sondaggio del quotidiano Ve?ernji list rivelò che la stragrande maggioranza delle persone contattate era contrario al doppio perché, secondo loro, le minoranze avrebbero avuto più diritti politici rispetto alla maggioranza croata.
Nel 2010 il presidente di allora, Ivo Josipovi? si era detto favorevole all’introduzione del doppio voto, ma poi non si era concluso nulla. Ad ogni modo, l’impegno a favore del riconoscimento del doppio voto è rimasto sempre tra i fini programmatici dell’Unione Italiana e del deputato italiano al parlamento di Zagabria.
Quest’anno i membri della CNI avranno la possibilità di scegliere tra due candidati: Furio Radin (che ha per sostituto Marin Corva) e Corrado Dussich (sostituto Maurizio Zennaro). Le candidature di entrambi sono state sostenute da gruppi di elettori, ragion per cui non sono espressione né di alcun partito, né dell’Unione Italiana.
Si segnala che per poter esercitare il proprio diritto di voto per uno dei candidati al seggio minoritario si deve essere iscritti nello specifico registro elettorale. La verifica dell’iscrizione ed eventuali modifiche (come ad esempio il passaggio dagli elenchi del voto politico al voto etnico) può essere fatta online sulla piattaforma e-gra?ani oppure all’anagrafe cittadina entro il termine ultimo del 6 aprile.
Silvio Forza
Fonte: Istra24 – 05/04/2024