Venerdì 25 Ottobre 2024 l’I.R.C.I., Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata, inaugura alle ore 17:30 presso la propria sede/museo istriano, in via Torino 8 a Trieste, la mostra dedicata al 70° del ritorno di Trieste all’Italia (26 ottobre 1954). Ma quel giorno sancì di fatto (anche se non di diritto) la perdita della zona B.
Ed è questo l’aspetto, non secondario, DELLA PERDITA DELLA ZONA B che l’iniziativa intende rappresentare: Trieste, in quel giorno, scenderà tutta in piazza e, con i triestini, ci saranno a migliaia gli esuli istriani che usciranno dal Silos, dai ghetti dei campi profughi sventolando da una parte il tricolore e dall’altra la bandiera con la capra istriana listata lutto. Trieste ritornava all’Italia, la zona B era perduta.
A quel fatidico giorno ci saremmo arrivati dopo il dramma delle foibe, dopo l’occupazione tedesca, dopo quaranta giorni drammatici di occupazione jugoslava, dopo nove anni di governo alleato, dopo illusioni e delusioni fra manifestazioni e scontri in piazza, nel 1948, nel 1952, fino al culmine delle giornate di rivolta con i sei morti del novembre 1953. Solo nell’ottobre di un anno dopo sarebbe arrivata l’Italia, con un ulteriore aggiustamento dei confini che ci priverà anche dei paesini sui colli di Muggia.
Il 26 ottobre 1954 Trieste tornerà all’Italia, ma l’ultimo lembo di Istria sarà perduto e inizierà in maniera radicale, aumentando di mese in mese per tutto il 1955 e protraendosi fino agli anni Sessanta, l’esodo dalla zona B, area su cui, fino all’ultimo, molti avevano continuato a nutrire grandi speranze.