Nell’ambito della settantaquattresima Mostra del Cinema di Venezia l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia parteciperà martedì 5 settembre presso lo spazio Regione Veneto all’interno dell’Hotel Excelsior (Lungomare Guglielmo Marconi, 41 – Venezia Lido) a due eventi: alle ore 16.00 sarà presentato il libro di Alessandro Cuk “Alida Valli – Da Pola a Hollywood e oltre” e alle ore 17.00 si svolgerà un incontro, promosso in collaborazione con Cinit-Cineforum Italiano, sul tema “Nazario Sauro e il cinema”. Alla presentazione del volume, oltre all’autore, interverranno il Presidente del Cinit, Massimo Caminiti, il critico cinematografico Nicola Falcinella e Italia Giacca, del consiglio nazionale dell’ANVGD. La pubblicazione ripercorre la carriera di una delle attrici italiane più importanti e significative del Novecento, partendo dalle sue origini istriane e mettendo in evidenza quanto queste sono state importanti per la sua vita, in un percorso artistico che l’ha portata in giro per il mondo. Proprio vent’anni fa, nel 1997, Alida Valli riceveva alla Mostra di Venezia un importante riconoscimento, il Leone d’oro alla carriera per il suo straordinario cammino interpretativo. Alida Valli era nata a Pola nel 1921 ed è partita dalla sua città e quindi dall’Istria a 9 anni per seguire la famiglia, perché il padre era stato trasferito in una scuola di Como. Ma Pola le è rimasta nel cuore e senz’altro avrà sofferto nel vedere i suoi concittadini dover fuggire nel 1947 per restare italiani, anche se lei farà ben altro percorso, perché in quel periodo arriverà a New York per tentare l’avventura nel cinema americano dopo i grandi successi in Italia. L’America e poi la grandissima interpretazione in Senso di Luchino Visconti, il grande apprezzamento in Francia e in tanti altri paesi, il passaggio con tanti registi di qualità, per i quali ha disegnato decine e decine di ritratti per il grande schermo. Tutti molto diversi l’uno dall’altro, non tirandosi indietro nemmeno con personaggi complicatissimi e talvolta anche estremi, mettendo in evidenza una capacità e una versatilità che trova difficoltà ad avere eguali nel cinema italiano e non solo. Ma in fondo, come ha spiegato nei suoi ultimi anni, le sue radici le sono rimaste dentro e anche se ha girato il mondo e ormai a Pola non c’era più nessuno che l’aspettava ha ripetuto più volte: «Il mio cuore è sempre là, in Istria». Il libro è stato curato da Alessandro Cuk, giornalista e critico cinematografico, che collabora da più di 25 anni a numerosi giornali e riviste, molte di cinema, occupandosi in maniera specifica di temi riguardanti lo spettacolo e la Venezia Giulia e la Dalmazia. La successiva tavola rotonda è, invece, dedicata alla figura di Nazario Sauro, patriota italiano nato a Capodistria (di cui l’anno scorso si è celebrato il centenario della morte), in occasione dei 70 anni dalla traslazione della salma da Pola al Tempio votivo del Lido di Venezia, con la proiezione di filmati d’epoca e con uno sguardo sull’attenzione che il grande schermo gli ha dedicato. Intervengono all’incontro, coordinato e introdotto da Alessandro Cuk, Vicepresidente Cinit, Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale del Veneto, Renzo Codarin, Presidente nazionale ANVGD, Emanuele Merlino (Comitato 10 Febbraio), e Davide Rossi, del Comitato permanente per la valorizzazione del patrimonio veneto in Istria e Dalmazia. Un breve filmato dell’Archivio Luce documenta l’inaugurazione a Capodistria del monumento dedicato a Sauro nel 1935 e un altro della Settimana Incom mostra il trasporto della salma di Sauro da Pola a Venezia nel 1947. Ma esiste anche un breve documentario, sempre del 1947, dell’Istituto Luce intitolato “Nazario Sauro – Eroe del mare” che racconta in maniera più ampia il passaggio del patriota da dove era sepolto a Pola fino alla nuova collocazione al Lido di Venezia. A Nazario Sauro poi è stato dedicato anche un film del 1952 “Fratelli d’Italia” che racconta la storia del patriota di Capodistria, eroe della marina militare italiana durante la Grande Guerra. Catturato dagli austriaci viene condannato a morte. Sauro viene messo di fronte alla madre, che finge di non riconoscerlo e quasi convince i giudici. Ma arriva il marito della sorella, sottufficiale degli austriaci e la sua testimonianza manda Sauro sulla forca. L’opera è diretta da Fausto Saraceni, sceneggiata da Ennio De Concini (che sarà premio Oscar nel 1963 per “Divorzio all’italiana” di Pietro Germi e l’inventore in televisione della serie “La Piovra” negli anni Ottanta). Protagonista del film è Ettore Manni (al suo secondo film) che poi lavorerà, nella sua lunga carriera, con registi come Luigi Comencini, Alberto Lattuada, Michelangelo Antonioni, Dino Risi, Luigi Zampa, Ettore Scola e Federico Fellini.
L’ufficio stampa dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, 3 settembre 2017
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