Scritto da «Il Piccolo», 18/10/09
A rovistare e ficcare il naso nel letamaio della corruzione in Croazia c’è adesso anche Olaf. Che non è il nome di un segugio a quattro zampe, ma l’acronimo dell’Ufficio per la lotta alle frodi e sotterfugi truffaldini dell’Unione europea. Anche se la premier Jadranka Kosor ha eluso una esplicita domanda al riguardo dando una risposta generica ed evasiva, da indiscrezioni si apprende comunque che una sorta di «avviso di garanzia» sarebbe pervenuto a Zagabria da Bruxelles con addebiti piuttosto precisi e circostanziati. Al punto da additare, pur senza nominarlo in modo esplicito, un ben identificabile dicastero quale covo delle manovre illecite, effettuate anche con i fondi di preadesione comunitari. Un ministero – come verrebbe precisato nel monito di Olaf – preposto alle gare d’appalto e ai concorsi pubblici, che verrebbero concepiti e pilotati in modo da favorire imprese o aziende predilette dall’attuale potere politico o in combutta con i suoi sbandieratori. In pratica, l’indice viene puntato in particolare sul ministero dell’Ambiente, edilizia e pianificazione territoriale, ma anche su quello del Mare, infrastrutture e sviluppo, nonché sulla galassia di enti e aziende ad essi collegati.
Ad essere inquadrato nel mirino di Olaf sarebbe, tra l’altro, l’operato nell’ultimo quinquennio della Hac, la Società croata autostrade, della Arz (cui era stato affidato l’appalto della Fiume-Zagabria) e l’intero comparto navalmeccanico. Proprio in questi giorni la Hac si trova in balia di uno scandalo plurimo legato alla «Dalmatina», ossia l’autostrada A-1 Zagabria-Spalato. Oltre a un giro di regalie sospette tra Hac ed esecutori in subappalto, negli ultimi giorni una denuncia anonima ha fatto emergere anche un clamoroso accordo tra la stessa Società autostrade e un’impresa di costruzioni – la Skladgradnja – di proprietà dei congiunti dell’ex ministro degli Esteri e poi ambasciatore a Washington, Miomir Zuzul. Con un ingarbugliato escamotage, Hac avrebbe affidato a Skladgradnja l’appalto per la riverniciatura delle doppie canne dei trafori S.Rocco e Mala Kapela concordando un pagamento abnorme: l’equivalente di oltre 6 milioni di euro (in pratica più di 30 euro al metro, mentre il costo di una ditta concorrente sarebbe stato sei volte di meno). Il risultato è che la fattura aggiuntiva è stata immediatamente stornata e che ora l’intera dirigenza Hac si trova nell’occhio del ciclone e nell’elenco degli indagati della Procura di Stato.
Sotto la lente degli inquirenti, e dei segugi di Olaf, si trova però anche l’operato della Arz, cui era stata affidata la realizzazione della Fiume-Zagabria e che ora gestisce l’asse autostradale fra il capoluogo quarnerino e la capitale. La stessa Arz che adesso è anche titolare dell’appalto principale del completamento (raddoppio) della tangenziale fiumana e della sua prosecuzione verso est. Guardacaso, sia nel progetto della Fiume-Zagabria che nel cantiere della tangenziale ricompare il nominativo di Skladgranja, l’onnipresente impresa di costruzioni del clan dei Zuzul. E pure stavolta l’affido del subappalto non risulta essere stato messo a concorso. Non desta quindi nessuna meraviglia se la stessa impresa risulti anche nell’elenco dei subappalti legati ai cantieri navali, in particolare quello spalatino. Cantieri nei quali la settimana appena trascorsa ha visto l’ingresso della polizia finanziaria. Quanto sopra fa apparire più che comprensibile l’intervento di Bruxelles, sul quale la premier Kosor tenta di svicolare. Sembra tuttavia che a mettere in moto Olaf sia stata una lettera-denuncia arrivata sulla scrivania di Franz Hermann Brünner,direttore generale dell’Ufficio comunitario antitruffa. Gli autori della missiva restano per adesso anonimi, ma sarebbero proprio loro gli autori della «soffiata» che ha indotto i giornalisti a rivolgere l’imbarazzante e sgradita domanda alla premier Kosor.