L’Itinerario Fulvio Tomizza nel mondo delle sue opere

L’itinerario storico-letterario Fulvio Tomizza è un omaggio sentito a uno degli scrittori più celebri del panorama letterario istriano e italiano, nato a Giurizzani il 26 gennaio 1935 e scomparso a Trieste il 21 maggio 1999. Nei giorni dell’anniversario della sua scomparsa e con l’arrivo del bel tempo che porta gli amanti delle scampagnate ad avventurarsi su percorsi naturalistici, ricordiamo un progetto che invita a ripercorrere i luoghi che hanno ispirato l’autore, consentendo loro d’immergersi completamente nell’atmosfera dei suoi racconti. Attraverso i suoi romanzi intrisi di storia, cultura e sentimenti, Fulvio Tomizza ha saputo catturare l’essenza delle terre che ha abitato e amato, portando i lettori in un viaggio emozionante attraverso le pagine dei suoi libri. Diviso in cinque facili percorsi, l’itinerario è segnato con indicazioni e segnavia di colore blu, rendendo facile la… navigazione anche ai meno esperti. Questo omaggio speciale allo scrittore e al suo opus letterario, nato alcuni anni fa, s’ispira ai suoi romanzi invitando a ripercorrere i luoghi e a conoscere gli eventi e i destini delle persone di queste terre.

Volto a valorizzare la nostra cultura, la vita e le tradizioni degli abitanti, la storia del territorio e ora pure l’attività all’aria aperta, il progetto è nato dall’iniziativa della Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” di Umago ed è stato realizzato in collaborazione con la casa editrice “Grandi & Associati” di Milano, con il sostegno finanziario della Città di Umago, dell’Unione Italiana e dell’Università popolare di Trieste e della Regione FVG attraverso il progetto della legge 16 del 2014, articolo 27 bis, di cui l’UpT è ente delegato. È da sottolineare come Tomizza sia stato un importante collaboratore con tutti questi enti, sempre vicini a tutte le iniziative a tutela della cultura, dell’arte, dell’idea e della persona italiana in questo variegato mondo. Grazie a questa sinergia, l’itinerario, oltre alla ricchezza letteraria, offre ai visitatori la possibilità di esplorare la bellezza del paesaggio e di scoprire le tracce storiche che s’incontrano lungo il cammino. Dai borghi medievali alle antiche chiese, ogni tappa rivela un pezzo di storia e di cultura locale, arricchendo l’esperienza di coloro che decidono d’intraprendere questo viaggio.

Depliant trilingue
La presidente del sodalizio locale, Floriana Bassanese Radin, è l’autrice del testo e la redattrice del dépliant dell’itinerario, mentre Goran Blaževi?, scrittore umaghese di libri di viaggio, ha attraversato tutti i percorsi e ha effettuato la localizzazione tramite apparecchio GPS. Maura Favretto è la redattrice del progetto in italiano e firma pure la traduzione in inglese. La traduzione e la revisione in lingua croata, nonché la revisione dei testi in lingua italiana, sono di Lorena Monica Kmet e Manuela Bose. Il progetto grafico è della Umago City Council, la stampa della Paper World Umag e le ricche fotografie sono state concesse dalla CI “Fulvio Tomizza”, dalla Biblioteca e dal Museo civico di Umago, da Martina Dagostini, da Lean Brajkovi? e da David Deehan. Grazie all’importante collaborazione con Maja Livada nella grafica e Antonella Degrassi nell’intera organizzazione, è stato fatto un ulteriore passo di qualità nella creazione di questo volume di piccole dimensioni, ma con un bagaglio ricco di storia e cultura, nel quale sono stati riassunti esaustivamente i tratti più importanti della vita e opera dello scrittore, scritti, ricette, fotografie dei luoghi dell’itinerario e molti dati ancora che sono reperibili sul sito internet del Forum Tomizza.

Per rendere ancora più accessibile il percorso, è stata creata una mappa informativa, consultabile sia in formato cartaceo che digitale tramite un codice QR. Questo permette a chiunque di accedere alle informazioni necessarie per intraprendere l’avventura alla scoperta dei luoghi che hanno ispirato l’opera tomizziana, contribuendo così a diffondere la sua eredità letteraria e culturale. Una persona, Tomizza, che aveva la grande capacità di riconoscere la pluralità, il multilinguismo, la multietnicità, cercando di costruire convivenze e relazioni. Ascoltava, voleva capire, rispettava gli altri. La sua letteratura, il suo percorso umano è andato sempre in questa direzione; quindi questo percorso innovativo s’inserisce in un ambito culturale intelligente, valorizzando il grande patrimonio culturale, materiale e immateriale della CNI di tutta quest’area.

L’itinerario letterario unisce le località storiche e i monumenti alla varietà e alla bellezza del paesaggio ed è suddiviso in cinque percorsi individuali dotati di segnaletica e localizzazione. Numerosi sono i passi letterari che, nel dépliant, intercalano le spiegazioni storiche delle località e dei luoghi d’interesse: sono parole e pensieri che si sposano magistralmente con il percorso proposto.

Matterada
Il primo percorso letterario (7 chilometri) inizia dalla piccola località di Matterada, che ha dato i natali a Tomizza e che è il luogo dove egli riposa accanto ai suoi avi. “Matterada” è anche il titolo del romanzo che lo ha reso noto al pubblico e che rivela il profondo legame dell’autore con questa parrocchia, fondata dal suo avo, il gastaldo Giorgio Tomice, nel 1668, come testimoniato dall’antica iscrizione sull’architrave della chiesa locale. Si va a toccare poi Giurizzani, il paese più grande del comprensorio e centro delle vicende della maggior parte dei romanzi di Tomizza. L’itinerario prosegue prendendo la strada che dalla fontana porta al villaggio di Babizza, dove poi s’imbocca la stradina a sinistra che porta al villaggio di Momichia. In fondo all’abitato una stradina conduce alla casa di Fulvio Tomizza. Negli anni ’70, infatti, lo scrittore acquistò a Momichia una piccola casa dove poteva ritornare alla vita semplice, in sintonia con i ritmi della natura. In quest’angolo tranquillo scrisse le sue pagine più belle. Il primo itinerario si conclude procedendo a fianco dell’oliveto dello scrittore fino all’abitato di Pizzudo. Attraversando l’intersezione con la strada asfaltata, tra boschi e campi, si va a incontrare il corso del Patocco, che conduce alle porte di Petrovia.

Foto: CI di Umago

La ragazza di Petrovia
È proprio da quest’ultimo paese che parte il secondo percorso (15 chilometri). Con il secondo romanzo della Trilogia istriana, “La ragazza di Petrovia”, Tomizza presenta ai lettori questo villaggio, situato a metà strada tra Giurizzani e Umago. Dalla piazza di Petrovia si procede in direzione di Umago lungo la strada limitata da tipiche case familiari. Dopo poco si gira a sinistra verso la frazione di Maccalè, dove la strada sterrata costeggia vigneti ben curati e il secolare querceto di Boscognade. Il sentiero conduce alla Stanzia di Lacoti e prosegue su asfalto per circa un chilometro, arrivando al villaggio di Cusci, per diventare sentiero boschivo fino al paese di Dolinzi, da dove porta sulla statale Umago-Cittanova. Attraversata la strada si raggiunge il campeggio di Finida, nella baia di Buso. Queste località fanno parte del territorio di San Lorenzo, che deve il suo nome all’omonimo edificio di culto ubicato al centro dell’abitato. Nel centro del paese sorgono la chiesa e la Casa di cultura, che ospita la locale Banda d’ottoni “Naša sloga”, fondata nel 1913, una delle più longeve in Istria, nonché la locale Comunità degli Italiani, fondata nel 1993. Il tratto di costa, con le campagne e il bosco dietro Punta San Giovanni, viene pure chiamato Finida. Proseguendo verso Umago ci s’imbatte nel paese di San Giovanni della Cornetta. Ubicata in riva al mare, a Punta Rosazzo, si trova invece la chiesa in pietra bianca istriana intitolata al diacono e martire San Pellegrino, patrono di Umago e citata nei documenti storici dal 1106. Proseguendo lungo la pista ciclabile in direzione di Umago, sulla sinistra si possono osservare gli uliveti dell’ex cementificio, ubicato su Punta delle Vacche. Per raggiungere il borgo di Seghetto, dalla strada principale s’imbocca a destra la via per Rosazzo, in fondo alla quale è visibile l’imponente palazzo dei De Franceschi, che ancora oggi domina il piccolo borgo e testimonia la peculiare e lunga storia dei suoi proprietari. Si ritorna a Umago lungo la strada principale.

A Umago
Il terzo percorso (4 chilometri) inizia dopo aver superato le zone residenziali di Muiella e Pozioi, lungo la passeggiata che delimita la Riva sud di Umago, denominata Riva San Pellegrino, dalla quale si può osservare la spiaggia dove, fino alla fine degli anni ’40, si trovava la struttura balneare Bagno San Marco, della famiglia Coslovich. In fondo alla Riva sorge il Museo civico, l’edificio più antico e meglio conservato del nucleo storico umaghese. L’itinerario continua attraverso il centro storico lungo via Fiume fino a piazza Libertà. Numerosi sono ancora i punti storico-turistici esaustivamente riportati nel cartaceo, come la più grande industria nazionale, la diga, la chiesa di Umago dedicata all’Assunzione della Madonna e a San Pellegrino, l’elegante campanile, la cisterna comunale e molto antro ancora. Il percorso passa a fianco della chiesetta sconsacrata di San Rocco e prosegue lungo via Commerciale fino all’edificio dell’Università popolare aperta “Ante Babi?”, che ospita al pianoterra la Biblioteca civica, mentre la Comunità degli Italiani “Fulvio Tomizza” occupa la parte orientale dell’edificio. Nata come Circolo di Cultura Italiana (CIC) nel novembre del 1947, dal 2002 porta il nome dello scrittore.

Verso Salvore
Il quarto percorso (10 chilometri) interessa il tratto da Umago a Salvore, dove si arriva passando per i villaggi turistici di Stella Maris e Catoro. Proseguendo per i sentieri lungo la costa, da Zambrattia si arriva sul punto più occidentale della penisola istriana, a Bassania, che vanta il faro più antico dell’Adriatico (1818) ancora in uso. Nelle sue vicinanze, su Punta Laco, si vedono le singolari gru usate per sollevare le batane e proteggerle dalle mareggiate. A Bassania si trova pure la sede della CI di Salvore, fondata nel 1962. All’entrata dell’antico abitato di Salvore si trova il cippo che ricorda le vittime del piroscafo “San Marco”, la nave di linea che collegava le cittadine della costa istriana con Trieste, bombardata dagli angloamericani il 9 settembre 1944, provocando un centinaio di vittime civili.

La zona, ricca di resti di antiche ville rustiche, si distingue anche per importanti opere portuali d’epoca romana. Subito fuori dall’abitato, alla sinistra di Villa Anna, s’imbocca la pista ciclabile e si gira a destra lungo il sentiero immerso nell’ombra di alberi di gelso, pino nero e alloro.

… e ritorno
Il quinto e ultimo percorso di 22 chilometri parte da Salvore, passa per Villania e torna a Matterada. Va verso Monte Rosso, passando per gli abitati di Alberi e Valfontane. Superato l’albergo Kempinski, la strada sterrata porta verso il sito di San Pietro. Per arrivare a Madonna del Carso si attraversa una zona carsica, poco adatta all’agricoltura, motivo per cui nel passato l’attività maggiormente in uso fu la pastorizia. Ancora oggi, lungo il percorso, ci si può imbattere in pastori con greggi di pecore. Continuando lungo il tracciato si arriva alla Parenzana, che va seguita fino alla stazione di Valizza. Da qui il percorso prosegue verso l’abitato di Barboi, che attraverso un sentiero boschivo porta al camposanto di Madonna del Carso dove si trova la bellissima chiesa della Beata Vergine delle Grazie, del XVI secolo, il campanile con l’alta cuspide conica e l’interessante palazzo in stile barocco della famiglia Sossa. Subito dopo il campo di calcio di Madonna del Carso s’imbocca il sentiero del bosco che porta alla Cava di Villania e una volta raggiunta, si prosegue lungo la strada asfaltata per circa 500 metri in direzione di Petrovia dove, abbandonata la strada che passa per la boscaglia, si arriva al Potocco. Un punto di scelta: svoltando a sinistra in direzione Gurizzani si arriva a Matterada, punto di partenza dell’itinerario, mentre dirigendosi in direzione di Petrovia, la strada conduce a Umago per concludere l’itinerario sulla Riva nuova.

Il dépliant si conclude con la cucina nostrana, tanto cara a Tomizza. Dalle pagine degli scritti autobiografici, “Le mie estati letterarie”, in particolare dal saggio “La cucina istriana”, traspare tutta la ricchezza della gastronomia istriana nata dall’incontro della terra con il mare, ma anche dall’incontro di persone di provenienza e culture diverse. Pagine meravigliose dalle quali emerge, ancora una volta, tutto l’attaccamento dello scrittore alla sua terra.

Per chiunque sia appassionato di letteratura, storia e viaggi, gli itinerari tomizziani offrono un’esperienza unica e coinvolgente, in cui il paesaggio e il mondo narrativo si fondono in un viaggio indimenticabile attraverso le terre istriane.

Erika Barnaba
Fonte: La Voce del Popolo – 12/05/2024