Scritto da Ilaria Rocchi, «La Voce del Popolo», 11/12/12
martedì 11 dicembre 2012
Il fumetto come trasmissione del passato, di comunicazione di massa, come strumento educativo. Lo aveva ben capito Enzo Biagi, negli anni ’70, con la sua “Storia d’Italia a fumetti”, quale poteva essere il potenziale divulgativo di quella che Hugo Pratt definisce “letteratura disegnata”. E circa due mesi fa a Ravenna, l’ottavo Komikazen – Festival Internazionale del Fumetto di Realtà, ha ribadito il ruolo del racconto “a strisce” nella divulgazione storica, della memoria. Infatti, l’evento centrale del festival è la stata mostra “Nuova Storia d’Italia a fumetti – Dal Risorgimento al berlusconismo in 150 tavole”. “Ciao, io sono la capra e, da tempi remoti, ho abitato la terra dell’Istria. Vorrei raccontarvi una storia… Venite a me, o giovani di mente pura, e io, dea degli Istri, sempre e ancor oggi simbolo di tutte le sue genti, vi racconterò in modo semplice la storia vera dei suoi abitanti e dell’Istria, loro terra madre, poiché possiate così conoscerla, comprenderla ed amarla”.
Sono le “premesse” da cui parte “Storia dell’Istria a fumetti”, un volumetto con il quale dodici anni fa esordivano in questo filone storiografico innovativo “a strisce” – se così si può dire –, il Circolo di cultura istroveneta “Istria” e l’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fiumano-dalmata di Trieste. Una curiosissima e simpaticissima iniziativa editoriale, realizzata con il contributo della Regione Veneto, destinata principalmente ai giovanissimi, ma non per questo meno adatta anche a un pubblico più grandicello. Ora, a distanza di dodici anni, a cura del Circolo “Istria” esce la seconda ristampa dell’opera (stampata presso la Tipografia Adriatica a Trieste), aggiornata al 2012 con la consulenza storica di Roberto Spazzali e con i disegni di Laura Bologna, nonché l’elaborazione elettronica di Vanja Macovaz.
Va detto che “padre” dell’idea è Walter Macovaz e che la sua realizzazione ha richiesto il al contributo “forzato” di Livio Dorigo, Franco Colombo, Pietro Del Bello, Flavio Portolan, Renzo Arcon, Bruna Pompei, Chiara Vigini e di tanti altri autori, bimbi compresi (Aurora, Caterina, Gaia, Paolo, Vanja). I fumetti sono del cartoonist Manuel Zuliani, cui si aggiungono tavole dei pittori e grafici Bruno Chersicla, Ugo Pierri e Franco Sillato. Edizione singolare, che, anche alla luce del discorso di apertura, riacquista attualità; tant’è che si è deciso di riproporla al grande pubblico. Se ne parla domani alle ore 17.30, al Civico Museo della Civiltà Istriana, Fiumana e Dalmata a Trieste. Partecipano Livio Dorigo, presidente del Circolo “Istria”, Piero Delbello, direttore dell’IRCI, Bruno Spazzali, Vanja e Walter Macovaz.
Nel ruolo di Cicerone vediamo dunque una capra, simbolo per antonomasia della regione, della tenacia delle sue genti e tradizioni. Come dire, siamo noi stessi – affidando l’io narrante al nostro emblema – a spiegare chi siamo, la nostra identità, la bimillenaria vicenda della nostra terra, partendo dalla preistoria per arrivare ai giorni nostri. Il tutto con grande obiettività, ma anche con una punta di umorismo. Si risale alle prime tracce di umanità, si prosegue con Romani, Goti, Unni, Longobardi, Franchi di Carlo Magno… per arrivare al rapporto con la “Dominante”, la Repubblica di Venezia, fondamentale, anche se alle volte controverso, per i destini della civiltà istriana. Secoli trascorsi, nel bene e nel male, sotto le ali del Leone di San Marco, per poi passare sotto quelle dell’Aquila austriaca, in un crescendo di drammaticità, con la recrudescenza dei nazionalismi, culminata con le guerre del ’900.
Si va quindi all’affermazione del comunismo di Tito, alle tragedie di foibe ed esodo, all’annessione alla Jugoslavia. Si affrontano pure i momenti di svolta nel regime titino, come la rottura con Stalin, ma anche il dopo Tito, la disintegrazione della Federativa, i nuovi confini in Istria con la nascita degli stati di Croazia e Slovenia. Da rilevare infine che ciascuna pagina stampata è affiancata da una “vuota”, da riempire a piacimento con una propria storia personale, oppure una diversa visione dei fatti. Nel rispetto di quella pluralità – di idee, linguistica, culturale… – che ha sempre contraddistinto le genti istriane. “Fratellanza non vuol dire consanguineità, ma giocare, lavorare, consumare il pane assieme. Condividere la stessa storia”, insegna il Circolo “Istria”.
Un progetto di indubbio valore, anche didattico, se teniamo conto che, fin dalle epoche più remote, le immagini sono arrivate lì dove mille parole non sarebbero state mai altrettanto efficaci nel diffondere, spiegare e interpretare la realtà. E visto che la tendenza di quest’anno in fatto di regali di Natale vede il buon libro tornare a essere una delle scelte migliori, per chi fosse in cerca di ispirazione, questa “Storia dell’Istria a fumetti” ci pare più che un ottimo suggerimento.