Si è svolta martedì 10 gennaio alla Comunità degli italiani di Fiume la tavola rotonda “Mai più confini” che ha visto la partecipazione di personalità politiche, rappresentanti delle minoranze ed esperti di geopolitica e relazioni internazionali di Croazia e Italia.
“Più che soddisfatto dell’incontro” dichiara Ezio Giuricin, presidente del Circolo Istria di Trieste, associazione che ha organizzato il convegno assieme all’Unione Italiana, al Comites e alla Comunità degli italiani di Fiume, e ad alcune associazioni della diaspora fiumana. “Si sono sentite varie opinioni, esperienze, punti di riflessione, ma sono emerse pure diverse proposte concrete per capitalizzare questo momento storico a favore del territorio e delle minoranze che qui vivono” ci ha detto Giuricin riassumendo le tre ore di relazioni e dibattito al quale sono intervenuti la presidente del Consiglio cittadino fiumano Ana Trošelj e i sindaci di Trieste e Gorizia, Roberto Dipiazza e Rodolfo Ziberna. E se per la prima, quest’ulteriore integrazione all’Europa non potrà che rafforzare lo spirito aperto, cosmopolita e multiculturale fiumano, per i due sindaci italiani l’abbattimento delle frontiere rappresenta un’opportunità di collegamento e sviluppo in tutti i settori da quello economico, sociale e identitario.
L’esperienza dei gruppi etnici ma anche le opportunità di crescita legate ad un più incisivo ruolo delle minoranze nella cooperazione interregionale sono stati illustrati dal presidente dell’UI Maurizio Tremul, dagli esponenti del SKGZ e SSO – le due associazioni apicali della Comunità slovena in Italia- Ksenija Dobrila e Walter Bandelj nonché da Damir Murkovi? a capo della Comunità croata di Trieste. Nel corso del convegno ci sono stati gli interventi di vari docenti provenienti da diverse università dell’area. Particolarmente apprezzato quello del politologo Damir Grubiša. “La Croazia deve essere grata alla Slovenia che non ha posto il veto per l’entrata in Schengen” ha detto l’ex ambasciatore croato a Roma e ha aggiunto: “In segno di riconoscenza dovrebbe chiudere l’irrisolto problema dei confini proponendo in un accordo bilaterale i termini della sentenza dell’Aia, naturalmente senza nominare la sentenza arbitrale”. Secondo Grubiša questo sarebbe pure il momento giusto per ricucire gli strappi e riparare i danni del passato. “La Croazia – ha detto – dovrebbe correggere le ingiustizie subite dalle popolazioni di queste terre e in primo luogo quelle vissute dagli esuli”.
Fonte: Radio Capodistria – 11/01/20223