Scritto da «La Voce del Popolo», 22/01/11
TRIESTE – Le minoranze al confine orientale sono un valore aggiunto alla ricchezza del territorio, nel processo di osmosi tra politica sia economica che culturale, nella conoscenza e nella distensione in un’Europa che ha bisogno di condivisione e compattezza per raggiungere risultati alti. A ribadirlo durante la conferenza stampa di ieri a Trieste l’assessore regionale alle Relazioni internazionali e comunitarie, Elio De Anna, e il sottosegretario al ministero per gli Sloveni all’estero, Boris Jesih. Il tutto a conclusione dell’atteso incontro del Tavolo di lavoro sulle Minoranze della Commissione bilaterale mista tra la Regione Friuli Venezia Giulia e la Repubblica di Slovenia che ha affrontato il tema specifico dello Sviluppo della cooperazione transfrontaliera e del ruolo delle minoranze.
QUADRI DI SUPPORTO Due i momenti sottolineati durante il confronto con i giornalisti, la necessità di far conoscere all’opinione pubblica la mole di lavoro svolto nell’ambito dei Progetti europei nei loro diversi segmenti che vedono le minoranze tra i soggetti per certi versi “privilegiati” nella destinazione di fondi per la promozione del territorio in tutte le sue dimensioni. Nei programmi in cui i progetti si sono realizzati, gli stessi hanno goduto di un 25 per cento dell’ammontare complessivo dei finanziamenti destinati al segmento specifico. La seconda proposta riguarda un convegno per formare quadri di supporto alla definizione e scrittura dei progetti europei per una partecipazione che non si esaurisca per difetti di forma.
PROSPETTIVA FUTURA Della riunione che ha preceduto la conferenza stampa, vanno segnalate anche alcune affermazioni dei partecipanti: Drago Štoka, presidente dell’SSO ha voluto esprimere la propria soddisfazione per il livello raggiunto nei rapporti bilateriali, sia a livello di Stati che di minoranze decise a risolvere i problemi in una prospettiva futura. Per Rudi Pavši?, presidente dell’SKGZ, quest’occasione d’incontro non è che una tappa nei rapporti già ampi tra le minoranze che si sono evoluti anche con iniziative autonome per un contatto che non è mai venuto meno proprio grazie ai progetti europei realizzati insieme e che hanno creato conoscenza, amicizie, voglia di collaborare. Importante per tanto il ruolo dell’Euro Service che ha contribuito a comporre tecnicamente progetti ineccepibili oggi diventato un fiore all’occhiello nei rapporti bilaterali.
PROGETTI EUROPEI Per Flavio Forlani, presidente della CAN costiera, ancora da risolvere la disparità nei contributi che per i progetti europei impegnano i soggetti sloveni ad una partecipazione del 5 per cento che spesso destimolano per mancanza di mezzi, mentre questo problema non sussiste per i partner in Italia. L’auspicio di Bojan Brezigar, presidente del Comitato paritetico, riguarda la validità stessa dei progetti che dovrebbero essere mirati a creare realtà permanente di cui i contributi europei dovrebbero essere una tappa, un volano per l’ulteriore crescita e assestamento.
ORGOGLIOSI Maurizio Tremul, presidente della Giunta UI, ha voluto sottolineare l’estrema soddisfazione di aver assistito ad un incontro Türk-Napolitano di grande serenità e prospettiva, «hanno aperto una grande strada, spostando in alto il livello dei rapporti. Sta a noi ora tradurre in realtà, nel quotidiano questa opportunità con l’approfondimento della collaborazione e della solidarietà tra minoranze e l’implementazione dei progetti esistenti». Per Tremul, un altro momento di soddisfazione è rappresentato dai progetti stessi, Jezik-Lingua in particolare alla cui elaborazione e scrittura ha contribuito l’ufficio Europa dell’UI di Capodistria, progetto che anche nei colloqui tra i presidenti viene portato ad esempio. Tanto più che altri ne sono scaturiti e attendono il vaglio dei soggetti preposti per ampliare l’attività a cavallo di confine. «È veramente una soddisfazione – ha ribadito ancora Tremul – perché si è trattato di una scelta spesso osteggiata e che si sta invece dimostrando vincente. Permettetemi di esserne orgoglioso! Anche perché ci fornisce l’entusiasmo necessario a continuare». Il tutto in considerazione del fatto che in tempi di crisi, poter contare su finanziamenti aggiuntivi significa poter immaginare una realtà più ricca, a patto che – e questo concetto è stato ribadito a più voci – questi contributi non escludano l’impegno degli Stati che deve rimanere un punto fermo se si vuole che le minoranze continuino a resistere e a crescere. (rtg)