Ricordiamo Lucio Toth come Senatore nella X Legislatura ma anche come Magistrato di Cassazione, uomo di grande cultura storica non solo italiana ma europea, autore di saggi e articoli di carattere giuridico, storico e politico e di due romanzi di ambiente dalmata.
Per decenni Toth è stato riconosciuto esponente guida dell’associazionismo fiumano giuliano dalmata.
Con grande capacità e autorevolezza ha seguito costantemente tutte le complesse vicende che hanno progressivamente condotto il mondo della politica al riconoscimento ufficiale del dramma dell’esodo dalle terre adriatiche dopo anni di silenzio. E’ anche per suo merito che nel 2004 il nostro Parlamento ha deciso di riconoscere la memoria delle foibe e dell’esodo quale giornata dedicata a questi drammatici eventi da parte di tutta la Nazione.
Il suo impegno nei confronti delle Istituzioni è stato costante nella preoccupazione di mantenere un flusso proficuo di collaborazione con le Commissioni parlamentari, con la Presidenza della repubblica e con le Autorità di governo.
Suo l’impegno a mantenere viva l’attenzione per il patrimonio di memorie dell’associazionismo e ad un tempo a stabilire proficui rapporti di collaborazione con le comunità italiane rimaste oltre confine. Era profondamente convinto che nonostante le ferite del conflitto e del periodo postbellico andasse mantenuto un forte impegno per assicurare l’unità fra italiani esodati e italiani rimasti.
Suo anche l’impegno a superare le asprezze della conflittualità con le nuove realtà politiche succedute alla dissoluzione della Jugoslavia.
Senza mai rinunciare a una tenace difesa della italianità adriatica era convinto che un clima di dialogo culturale ispirato ai valori europei avrebbe consentito ad un tempo la garanzia per la salvaguardia della nostra identità nei territori ceduti salvando la lingua e la cultura storica della regione.
Pensando sempre alla sua Zara si era posto l’obiettivo ambizioso di riconquistare l’attenzione della cultura e dell’opinione pubblica croate nel riconoscere l’esistenza di una radicata presenza italiana lungo la costa dalmata. Compito che intendeva ricostruire una memoria che non disconoscesse a priori il carattere plurinazionale della Dalmazia.
Suo negli ultimi tempi l’impegno a contrastare le tendenze negazioniste dell’estremismo nazionalista di certi ambienti nostalgici del comunismo sciovinista filotitino. Su questo Toth non si è mai fatto trascinare in facili polemiche ma ha reagito con estrema compostezza affidandosi alla sua cultura storica e attenendosi sempre ai dati di fatto. E del resto aveva dato sicura dimostrazione della sua serietà di storico nell’elaborazione della relazione della commissione di storici mista italo-slovena. Le conclusioni della relazione sono diventate la base di partenza da cui ripartire per fronteggiare l’ondata negazionista, che si è prodotta come reazione degli ambienti più nostalgici e nazionalisti all’indubitabile conquista conseguita dagli esuli giuliano-dalmati con la legge del Giorno del Ricordo.
Conquista alla quale non è estraneo il diverso clima che proprio quella relazione ha determinato, riconoscendo per la prima volta la complessità delle vicende del confine orientale, dove torti e ragioni non si separano con tagli netti.
Giuseppe de Vergottini