La Provincia di Trieste vuole lo Statuto bilingue

Scritto da Ugo Salvini

Garantire l’uso della lingua slovena, in modo da interpretare meglio il territorio. É questo l’aspetto più significativo delle modifiche allo Statuto dell’ente che la maggioranza di centrosinistra ha proposto ieri al consiglio provinciale. «Cambiare lo Statuto – ha spiegato la capogruppo del Partito democratico, Maria Monteleone – è uno degli obiettivi dichiarati all’atto dell’insediamento, perché riteniamo l’attuale documento superato dai tempi. Il vecchio Statuto risale al 2000 – ha aggiunto – ed è arrivato il momento di rivederlo, per renderlo più adeguato alle funzioni proprie attribuite dallo Stato e dalla Regione e idonee a soddisfare gli interessi e le esigenze della comunità. Questa amministrazione vede il territorio come una risorsa e assicurare l’uso della lingua slovena è uno degli strumenti con cui tale politica può essere attuata».

Carla Melli, capogruppo dei Verdi, ha sottolineato: «Siamo contrari alla monocultura in tutte le sue espressioni – ha proseguito – e nella nostra bozza è contenuto anche l’impegno della Provincia alla salvaguardia dell’ambiente nella sua biodiversità, riconoscendo l’acqua come patrimonio dell’umanità. L’uso della lingua slovena – ha detto – è un arricchimento per l’intera comunità». Elena Legisa, capogruppo di Rifondazione comunista, ha evidenziato la parte del nuovo Statuto che riguarda la partecipazione «concetto decisivo per tutti – ha sottolineato – perché chi governa un ente non è mai il detentore della verità, ma deve continuamente cercare l’aiuto delle associazioni e dell’intera comunità per migliorarsi e migliorare la Provincia». Le tre rappresentanti della maggioranza di centrosinistra hanno insistito sul fatto che «nel tempo, Statuto e regolamento della Provincia si sono sovrapposti, intrecciandosi su determinati argomenti ed è indispensabile riportare ciascuno dei due documenti alla propria natura originaria, con funzioni ben separate».

Per arrivare all’approvazione del nuovo Statuto è necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi nella prima votazione, altrimenti nella seconda o nella terza è sufficiente la maggioranza semplice. «Faremo opposizione dura fin dall’inizio – ha annunciato il capogruppo di An, Marco Vascotto – perché riteniamo sbagliato arrivare all’approvazione di un documento così importante come lo Statuto a colpi di maggioranza». «La proposta della maggioranza – ha commentato Claudio Grizon, capogruppo di Forza Italia – è fortemente ideologica. Ci opporremo anche facendo ostruzionismo: lo Statuto è di tutti e non solo di chi governa». Proprio Vascotto è stato espulso dall’aula del consiglio ieri sera, dopo aver subito due richiami dal presidente Boris Pangerc durante il suo intervento: «Volevano stabilire le modalità di discussione e presentazione degli emendamenti senza parlarne con l’opposizione», ha aggiunto Vascotto.

Fonte: «Il Piccolo», 31/07/09.