Scritto da Dario Saftich
BRUXELLES – La conclusione dei negoziati di adesione croati nella prima metà del prossimo anno è un obiettivo ambizioso, ma comunque realizzabile a patto che Zagabria completi le riforme nel campo della giustizia, assicuri la piena collaborazione con il Tribunale internazionale dell’Aja e dimostri la reale volontà di combattere contro la corruzione e la criminalità organizzata. Lo ha dichiarato a Bruxelles il commissario all’Allargamento, Olli Rehn, intervenendo alla conferenza dedicata all’integrazione europea dei Balcani occidentali. «Tutto dipende da Zagabria. La palla è ora nella metà campo croato», ha aggiunto Olli Rehn, il quale ha lasciato pure intendere che la Croazia può entrare nell’Unione europea prima dell’Islanda, che non è in condizioni di avviare le trattative di adesione prima del prossimo mese di marzo. Ha suscitato, intanto, vasta eco a Zagabria l’annuncio del ministro degli Esteri sloveno, Samuel Žbogar, secondo il quale Lubiana, per mancanza di tempo, non potrà eliminare le sue riserve in merito a tre capitoli negoziali che Zagabria vorrebbe aprire alla prossima conferenza intergovernativa, in programma il 21 dicembre prossimo. Si tratta dei capitoli riferiti alla politica estera, alla sicurezza e alla pesca, già tecnicamente pronti per l’apertura. Samuel Žbogar ha sottolineato che i competenti ministeri di Lubiana stanno vagliando attentamente i “contenuti” di tali capitoli e stanno ricercando soluzioni ai problemi riscontrati: il tempo a disposizione per portare a termine il necessario iter procedurale a livello di governo e di Parlamento è però troppo poco, ha concluso il ministro.
Il commissario Olli Rehn, ieri a Bruxelles, non ha saputo rispondere direttamente alla domanda su cosa stia succedendo con i tre capitoli ancora in attesa dell’assenso sloveno. «Il processo di adesione deve essere imperniato sui risultati. Non accettiamo che qualcuno blocchi i vicini per motivi politici. Questo non è un modo di fare europeo», ha sentenziato Olli Rehn. Zagabria, comunque, per il momento evita di drammatizzare troppo l’annuncio di Samuel Žbogar. L’assenso all’apertura dei tre capitoli lo hanno dato già 26 Paesi UE. Il fatto che il paragrafo sia rimasto nelle conclusioni può essere interpretato, secondo le fonti croate, come un segnale che Lubiana è disponibile a sbloccare tali capitoli. Inserendoli nella parte generale delle conclusioni Lubiana ha evitato di essere chiamata direttamente in causa per il mancato rispetto delle stesse.
Fonte: «La Voce del Popolo», 10/12/09.