Si è svolto via Zoom l’incontro in margine alla commemorazione del Giorno del ricordo
È stato un incontro costruttivo e riflessivo, di ricordi e interessanti considerazioni, quello tenutosi via Zoom inerente alla tematica della fiumanità, in margine alla commemorazione del Giorno del ricordo, in cui si sono riunite tre sigle per rendere omaggio alla vicenda dell’esodo e delle foibe, ovvero l’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo-Libero Comune di Fiume in esilio, la Società di Studi fiumani di Roma e la Comunità degli Italiani di Fiume. A introdurlo con brevi considerazioni e saluti sono stati i presidenti Franco Papetti (AFIM-LCFE), Giovanni Stelli (SSF) e Melita Sciucca (CIF), i quali hanno rilevato il forte desiderio e l’importanza di ricordare insieme l’esodo dei fiumani, un evento che ha stravolto la vita sia di coloro che scelsero di andarsene, sia dei rimasti.
Testimonianze fiumane
A seguire svariati interventi e testimonianze, moderati dallo scrittore e pubblicista esule fiumano Diego Zandel, di protagonisti della pregevolezza fiumana nel mondo e nel capoluogo quarnerino distintisi nella letteratura, nel giornalismo, nello sport, nella formazione, nella diplomazia e in altri campi. Sulla scia delle parole di Zandel, Laura Marchig ha affermato che “la nostra è una lotta, un’elaborazione continua, un esercizio di forza. È meraviglioso il fatto che, dagli anni ‘90, siamo riusciti a riprendere e avere un rapporto di collaborazione continua con l’AFIM-LCFE, con la SSF, con i nostri esuli e questo ha dato anche a noi ulteriore forza. Ne hanno guadagnato entrambe le realtà e penso riescano a influenzarsi vicendevolmente”. La parola è poi passata ad Alberto Gerosa, il quale ha raccontato la fiumanità di suo padre, sempre molto sentita, al di là del fatto che Guido Gerosa, firma storica del giornalismo italiano, fiumano per parte materna, dalla sua partenza da Fiume, non ci fosse mai più tornato. Moreno Vrancich ha rilevato la sua indubbia fiumanità, nonostante le difficoltà a capire che cosa significhi l’essere fiumano di seconda, terza o quarta generazione. “Sono un fiumano e basta. Parlo il fiumano con i genitori, con i miei figli e, quindi, in ambienti familiari, vivo una realtà completamente fiumana”, ha specificato.
La fiumanità sta scomparendo
Per la parte sportiva ha dato la sua illustre testimonianza (in dialetto fiumano) uno degli atleti italiani più famosi e medagliati nella specialità dei 50 km di marcia ai Giochi olimpici, Abdon Pamich, soffermandosi sull’importanza di stabilire delle strategie per portare avanti la fiumanità che sta quasi scomparendo, la cui fuga dalla nostra cultura dovremmo arginare.
L’allenatore di pallavolo Marco Bonitta ha raccontato le sue origini fiumane e la costrizione, nel 1947, della sua famiglia, come di molti altri “optanti”, di andarsene da Fiume per trasferirsi in Italia, mentre Francesco Squarcia è intervenuto spiegando la sua situazione sia da rimasto che, successivamente, da esule, descrivendo la fiumanità come “una passione che ci pervade e che ci porta a essere consci di essere portatori sani di un bellissimo patriottismo culturale”.
Il bisogno d’apertura
Damir Grubiša, definito da Zandel il “prototipo del fiumano di oggi”, ha raccontato la sua idea di fiumanità quale un senso di appartenenza a una comunità civica molto specifica in Europa, dove si incrociano diverse tradizioni culturali, sociali, linguistiche, politiche, storie personali e collettive. Konrad Eisenbichier e Valter Girardi, che rispettivamente vivono in Canada e negli Stati Uniti, hanno riferito del loro vivere le origini quarnerine da molto lontano. Interessanti e preziosi anche tutti gli altri interventi, come quelli di Rina Brumini e Massimiliano Grohovac, atti a rimarcare il sentimento di fiumanità, il bisogno d’apertura, la possibilità e la necessità di condivisione e creazione di nuovi legami, attraverso progetti, convegni, mostre, concorsi che apportino nuova linfa alla nostra comunità. In conclusione dell’incontro Franco Papetti e Diego Zandel hanno ricordato le altre iniziative in programma quest’anno.
Ornella Sciucca
Fonte: La Voce del Popolo – 28/02/2022