Correva l’anno 1878. Circa un secolo e mezzo fa, Zara fu una città dalla vita fremente in tutti i suoi aspetti; considerando l’ardore politico che vedeva confrontati i vari partiti, tra autonomismo e irredentismo, insieme al Partito Popolare e a tanti altri che diedero una forte spinta a un’autentica e vivacissima produzione editoriale zaratina. La vita pubblica risentiva ancora dell’influenza illuministica e risorgimentale, godendo di una rinascita spirituale e culturale. In modo particolare, lo spirito solidale si fece sentire nelle circostanze degli eventi bellici nei Paesi confinanti. Molte persone pubbliche dell’alta società zaratina furono coinvolte nell’importante impegno sociale e umanitario che fece, tra l’altro, nascere la prima organizzazione della Croce rossa nei Balcani.
Un’organizzazione che nacque proprio a Zara, città sopravvissuta a disastri, saccheggi, violenze belliche indicibili e che è riuscita a conservare la propria mitezza e nobiltà, celate nelle sue antiche mura, nelle calli del centro storico, nelle chiese e nei palazzi, infine, nei cuori della sua gente, uomini e donne. Le donne dell’alta società zaratina iniziarono il loro percorso verso la riconoscibilità sociale, esponendosi ed eccellendo in ambito artistico e umanitario. Di donne, e non solo, si parlerà in questo articolo, in modo particolare di coloro che hanno dato vita alla prima forma organizzativa della Croce rossa nell’area balcanica.
Furono proprio le donne le vere protagoniste nelle manifestazioni pubbliche, nel lavoro umanitario e nei supporti caritatevoli, assumendo ruoli attivi grazie anche al coinvolgimento dei loro consorti e delle loro famiglie.
Nobildonne zaratine
Tra di loro, la prima a essere menzionata è la baronessa Agata Rodich, moglie dell’alto funzionario zaratino, il barone Gabriele de Rodich, che aveva organizzato la prima raccolta di contributi per il restauro e l’ampliamento dell’Istituto femminile Hernals, vicino a Vienna, frequentato da alcune giovani nobili zaratine. L’alta società femminile era accorsa, felice di poter dare una mano, continuando a sostenere le attività di questa nobile donna.
Nel 1878 arrivò l’appello dell’imperatrice Elisabetta d’Austria, nota al pubblico con il soprannome “Principessa Sissi” che riguardava l’invito a soccorrere le vittime dei conflitti nelle terre bosniache ed erzegovesi. Le nobildonne zaratine non si fecero attendere. Le loro azioni umanitarie furono indirizzate all’assistenza e all’aiuto delle vittime della rivolta bosniaco-erzegovese contro i Turchi. Molte donne dell’alta nobiltà zaratina ne fecero parte tra cui Maria Klai?, moglie di Mihovil Klai?, uno dei maggiori rappresentanti del Partito Popolare a Zara, noto anche per il suo contributo umanitario relativo al nuovo ospedale di Zara.
La città, allora sotto l’amministrazione del podestà Nicolò Trigari, viveva una vera e propria rinascita, anche grazie alla ristrutturazione della Riva Nuova, che divenne il simbolo dell’apertura della città alla nuova epoca che stava avanzando.
In questa città rinnovata e ringiovanita, incontriamo una delle sue illustri figlie, proveniente dalla nota famiglia zaratina dei Borelli. Parliamo della contessa Amelia Lantana, figlia di Francesco Borelli e Antonia nata Cattani, nonché moglie del conte Giuseppe Lantana, una figura altrettanto nobile e illustre.
Nata nel 1845, nella nobile famiglia dei conti Borelli di Vrana, Amelia fu da piccola educata nello spirito di solidarietà e altruismo, da sempre presente nella famiglia di origini bolognesi, origini testimoniate con l’arrivo del primo antenato Bartolomeo, all’inizio del Settecento, trasferitosi da Bologna a Zara, che allora faceva parte della Serenissima.
Spirito umanitario
Il conte Giuseppe Lantana, marito di Amelia Borelli, insieme alla sua famiglia, condivideva lo stesso spirito caritatevole e umanitario. I suoi antenati di origini bergamasche, arrivarono a Zara verso la fine del Cinquecento e divennero, col tempo, importanti commercianti e proprietari terrieri. Il loro successo riguardava le loro proprietà che si estesero dall’area urbana verso i dintorni della città e le isole. In modo particolare, nel villaggio di Santa Eufemia, sull’isola di Ugliano, dove fecero costruire la loro residenza estiva, oggi una rarissima perla e raro esempio di architettura rurale barocca veneziana.
Il conte Giuseppe Lantana fu molto attivo, rispettato e onorato nella società zaratina. Fu membro del Partito Popolare, membro dell’amministrazione della Sala di lettura popolare e membro della società ginnastica “Sokol”. Notevole fu il suo contributo nella fondazione della Società Filarmonica di Zara e, inoltre, partecipò come vicepresidente alle attività della Banda musicale di Zara.
Insieme ai suoi colleghi, il conte Lantana nel mese di luglio del 1875 istituì, presso la Sala di lettura popolare, un Comitato per il soccorso dei fuggitivi e vittime provenienti dalla regione dell’Erzegovina. Lo seguì subito una prima iniziativa femminile, partita da Maria Klai?, che con il suo Comitato per i fuggitivi e feriti della Bosnia ed Erzegovina, raccoglieva aiuti in vestiario, biancheria e dava altri supporti umanitari. Il primo passo verso la formazione di un’organizzazione umanitaria della Croce rossa fu la costituzione della Società patriottica dalmata delle signore per soccorso a militi feriti e ammalati, che si svolse il 20 settembre 1878, negli spazi della Società filarmonica di Zara.
La baronessa Rodich fu la prima presidente mentre la contessa Lantana la sua vicepresidente. L’organizzazione venne completata il 22 ottobre 1878 quando il Comitato per i fuggitivi e feriti si aggregò a quest’ultimo. L’associazione raggruppava donne di famiglie che provenivano da diverse opzioni politiche, da nobildonne a donne comuni, tutte dedite al soccorso e all’assistenza dei disastrati. Le nobili signore dedicarono il loro lavoro non solo ai fuggitivi, ma anche alle loro famiglie, alle vedove e ai loro figli, estendendo inoltre gli aiuti a vittime di terremoti, alluvioni, incendi, epidemie e simili disastri. La contessa Amelia fu la figura di spicco di tutte le attività della Società. Per i suoi meriti e l’immensurabile dedizione fu insignita nel 1905 della medaglia d’Ordine di secondo grado dell’imperatrice Elisabetta, ordine al merito civile per il suo impegno caritatevole e la sua attività umanitaria.
Un’impronta significativa
L’organizzazione continuò negli anni a svolgere il suo ruolo caritatevole, ampliando sempre di più l’area delle proprie attività, diventando un esempio per tutte le altre che furono istituite negli anni successivi. I conti Lantana lasciarono la loro impronta umana e umanitaria non solo nella suddetta Società, ma anche in tutte le attività pubbliche che svolgevano. Sono note le parole che il conte Giuseppe Lantana rivolse pubblicamente ai presidenti della “Banda Cittadina” e della “Società filarmonica” nel 1885, quando questi ultimi diedero alle loro società un indirizzo politico, “non conforme alla cittadina istituzione”. Con una lettera aperta, lui pubblicamente rinunciò agli incarichi all’interno delle due organizzazioni, spiegando le sue ragioni, giustificate dal fatto che nelle stesse “non vigono i principi d’eguaglianza, fratellanza e libertà di pensiero”. Scomparso all’età di 59 anni, il conte Lantana fu tra l’altro ricordato come persona “allegra e socievole, dal cuore nobile e buono, suscitando simpatia e affetto”.
Sua moglie, la contessa Amelia continuò l’impegno comune insieme alle cure delle loro proprietà tra cui la villa a Sant’Eufemia nella quale spesso si recava, sempre rivolta alle persone del villaggio che avevano bisogno della sua assistenza. Così viene ricordata ancora oggi: la sua bontà e la sua gentilezza sono custodite e tramandate nei cuori delle persone.
Quest’anno, nell’ambito della celebrazione del 145º anniversario della fondazione della Croce rossa di Zara, i suoi rappresentanti zaratini hanno scoperto una lapide commemorativa, collocata sulla casa della famiglia Lantana a Zara, in onore della contessa Amelia Lantana nata Borelli, cofondatrice della Croce rossa di Zara.
Celebrando la tradizione umanitaria zaratina, presso il Palazzo del Rettore è stata allestita una mostra inaugurata il 25 ottobre scorso e chiusasi l’8 novembre, intitolata “Il Patrimonio umanitario di Zara”. Una delle sei sale è stata doverosamente dedicata alle attività umanitarie della contessa Amelia e del conte Giuseppe Lantana. Questo evento ha contribuito a riportare alla luce la memoria dei due illustri personaggi della nobiltà zaratina e a presentarli al pubblico come esempio eclatante di vita dedicata al prossimo, per le generazioni attuali e future.
Mirta Tomas*
Fonte: La Voce del Popolo – 30/11/2023
*docente del Dipartimento di Studi Italiani dell’Università di Zara
Con un particolare ringraziamento alla Biblioteca scientifica di Zara, alla sig.ra Marijana Senki?-Klapan, direttrice ad interim, a Tomislav Blaževi? e a Mihaela Šimat, bibliotecari, che hanno concesso all’autrice di questo articolo di accedere alla preziosa documentazione da lei menzionata.