La Croazia riapre i termini per gli indennizzi dei beni

Scritto da Silvio Maranzana, «Il Piccolo», 16/07/11
TRIESTE – Si riapriranno per la durata di un anno i termini per le richieste di indennizzo dei beni sottratti dal regime comunista nei territori oggi croati. È quanto previsto nella proposta di legge governativa già approvata in prima lettura dal Sabor, il Parlamento croato «che dovrà esaminarla in seconda lettura a settembre – fa sapere il deputato della minoranza italiana Furio Radin – con alcuni emendamenti che dovrebbero risultare migliorativi».
L’argomento ha tenuto banco a margine della visita compiuta giovedì a Zagabria dal Presidente Giorgio Napolitano. «Il diritto alla restituzione dei beni – ha affermato nel corso del’incontro il Capo di Stato croato Ivo Josipovic – deve essere riconosciuto a tutti coloro che hanno visto lesi i loro diritti». Una svolta evidenziata dall’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani. «Dopo i coraggiosi passi compiuti sul fronte dei crimini di guerra – ha detto – l’iniziativa della Croazia sulla restituzione dei beni è estremamente significativa, anche in relazione al ruolo di stabilizzazione che questo Paese può svolgere nei Balcani. In particolare i già ottimi rapporti bilaterali italo-croati non potranno che essere rafforzati. Rendiamo atto al presidente Napolitano di essersi speso con coerenza e equità in un dialogo di cui oggi vediamo i frutti, ed auspichiamo che l’esempio della Croazia possa essere colto anche da altri Stati in cui si perpetuano situazioni analoghe di diritti negati».
Finora per la restituzioni di beni sottratti sono pervenute in Croazia 4.211 richieste di cittadini stranieri che in virtù di questa proroga si prevede possano salire fino a 5.500. Quelle già presentate da cittadini italiani sono un migliaio, circa 600 provengono dall’Austria, da Israele poco meno di 200, altre giungono da Gran Bretagna, Francia e addirittura dall’Argentina. Per quanto riguarda la maggior parte degli esuli italiani, la questione dovrebbe però essere demandata ai trattati bilaterali firmati da Italia e Jugoslavia, per risolvere i quali la Croazia ha congelato una certa somma. «Ma molti casi sono controversi e c’è un’ampia zona grigia – afferma Renzo Codarin, presidente della Federazione delle associazioni degli esuli – di fronte a queste indubbie manifestazioni di buona volontà che vengono dai vertici dello Stato croato ci attendiamo che perlomeno i casi dubbi vengano risolti a favore degli italiani. Del resto molti nostri iscritti ci fanno rilevare come i rapporti con le istituzioni croate per la trattazione dei loro procedimenti siano ultimamente molto più cordiali e aperti».