Scritto da «La Voce del Popolo», 01/10/10
FIUME – “Rossz Olaszok” è il titolo in lingua ungherese del documentario “Italiani sbagliati. Storia e storie dei rimasti”, pellicola con cui il giovane Diego Cenetiempo parteciperà alla seconda edizione del “CinePécs International Film Festival”, in corso dal 4 al 10 ottobre a Pécs in Ungheria. La città è quest’anno anche Capitale Europea della Cultura, insieme con Istanbul (Turchia) ed Essen (Germania). Situata nel sud-ovest dell’Ungheria, si trova a soli 200 chilometri da Budapest, non distante dai confini con la Croazia e la Serbia. Il festival presenta un cartellone caratteristico, con film e documentari provenienti dalle regioni dell’Europa sudorientale. Una scelta con la quale promuovere la conoscenza reciproca tra culture di paesi diversi, al fine di istituire coproduzioni internazionali.
Il festival prevede due categorie generali: quella dedicata ai lungometraggi e l’altra ai documentari. La giuria che avrà il compito di assegnare i premi è composta dal regista ceco Ji?í Menzel, dallo sloveno Igor Korši?, dal romeno Andrei Gruzsniczki, dall’italiana Annamaria Percavassi e dall’ungherese Andras Muhi. “Italiani sbagliati”, diretto da Diego Cenetiempo e prodotto da “Pilgrim Film“ e “Il Ramo d’Oro Editore”, è in programma venerdì 8 ottobre ed è in concorso nella categoria documentari. Il film ha ottenuto un ottimo successo all’ultima edizione del Trieste Film Festival, kermesse che quest’anno ha avviato una collaborazione con il “CinePécs International Film Festival” proprio per la similitudine dei temi che vengono affrontati, in altre parole l’attenzione per le territorialità dove convivono serenamente svariate etnie. Ritornando alla pellicola di Cenetiempo, che è arrivata al festival di Pécs dietro proposta di quello triestino, si tratta di un piccolo gioiello di emozioni, fatti storici e altri avvenimenti che ci interessano da vicino. Nei suoi 54 minuti di durata, ripercorre inizialmente, attraverso filmati d’epoca e altre riprese, la tragica pagina dell’esodo che ha interessato le nostre terre, per dare, poi, ampio spazio, attraverso una serie di interviste, a chi, per i motivi più disparati, ha deciso di rimanere. (gian)