Lo racconta molto bene Paolo Rumiz in uno dei suoi ultimi libri, “Come cavalli che dormono in piedi”, pubblicato nel 2019 e dedicato ai più di centomila trentini e giuliani che combatterono, nella Prima guerra mondiale, per l’Impero austroungarico. Rumiz ha ripercorso parte del loro viaggio verso il fronte utilizzando il treno. Ed ecco che, per andare verso est partendo da Trieste, è stato obbligato a un primo tratto in autobus ed a tempi di percorrenza molto superiori a quelli dei soldati di allora.
Del resto non poteva che essere così. “Per sette anni, prima che venisse introdotta recentemente una linea grazie ai progetti Interreg FORTIS e CROSSMOBY , sulla tratta ferroviaria pur esistente non è transitato alcun treno che attraversasse il confine” spiega Klemen Gosti?, funzionario dell’Agenzia regionale di sviluppo di Lubiana “anche dal punto di vista marittimo non vi sono collegamenti transfrontalieri se non in estate; scarsi i collegamenti con gli aeroporti ed infine, per quanto riguarda gli autobus, collegamenti ce ne sono – anche se in prevalenza nel sud della regione transfrontaliera – anche se la situazione è peggiorata con la pandemia”.
Klemen Gosti? è tra chi in questi anni ha lavorato affinché il trasporto pubblico lungo l’asse transfrontaliero Udine-Trieste-Lubiana migliorasse e per porre le basi ad una mobilità sostenibile futura in quest’area di confine.
È intervenuto recentemente – assieme a molti colleghi – alla “Settimana europea delle città e delle regioni ” a presentare i risultati di questi due progetti Interreg che proprio in queste settimane volgono al termine .
“Crossmoby e Fortis hanno sviluppato – a partire dal 2018 – nuove forme di mobilità transfrontaliera a beneficio di residenti e turisti. Un proficuo dialogo istituzionale lungo due direttrici: miglioramento del trasporto pubblico locale in un’ottica transfrontaliera e lo scambio di buone pratiche attraverso la definizione di procedure comuni nella mobilità pubblica”, spiega Graziano Pizzimenti, assessore alle Infrastrutture eTerritorio della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia.
Tra gli obiettivi di Crossmoby – ad esempio – lo sviluppo di mobilità sostenibile nell’area transfrontaliera. A partire dai collegamenti ferroviari. Nel settembre 2018 è stato reintrodotto un collegamento ferroviario tra Italia e Slovenia, la tratta Udine-Trieste-Lubiana. “Con un treno con circa 300 posti a sedere provvisto di servizio di trasporto biciclette” spiega Heidi Olenik, del Centro di sviluppo regionale di Capodistria “il primo anno di servizio ha garantito il trasporto di 24.672 passeggeri, poi è subentrata la pandemia e sono arrivati, ovviamente, altri problemi”.
È stata fatta anche un’analisi sui motivi che spingono i passeggeri a prendere il treno. Molti viaggiano nel fine settimana, per turismo, ma è anche un servizio utilizzato da chi si reca a scuola o al lavoro.
“Grazie a Crossmoby abbiamo anche potuto sperimentare appieno l’intermodalità – continua Heidi Olenik – durante il periodo estivo abbiamo attivato un collegamento marittimo da Valdoltra a Pirano, un servizio molto apprezzato. E poi il Bici-Bus, che da Capodistria portava sino al Carso o lo Spiaggia-Bus, da Brkini a Capodistria e in collegamento con le stazioni del servizio marittimo”.
Sono poi state garantite delle linee di autobus per mettere in contatto Cividale del Friuli con Tolmino, Most na So?i, Tarvisio e Kraninska Gora: collegando due reti ferroviarie, due paesi diversi e anche con la possibilità di trasportare biciclette.
“Nel realizzare questi progetti è stato cruciale attivare fin da subito tutti i principali attori coinvolti, i cosiddetti stakeholder. Sono stati loro, grazie a tavoli di lavoro specifici, a dare linfa al dialogo istituzionale avvenuto poi in seno al Comitato congiunto Friuli Venezia Giulia – Slovenia”, sottolinea Andrea Ballarin, consulente in tema di mobilità del FVG.
Tra le iniziative ora in campo – spiega Klemen Gosti? – un tavolo di lavoro dedicato al trasporto pubblico transfrontaliero, uno studio di fattibilità che evidenzia possibilità ed ostacoli per il trasporto pubblico marittimo nell’area, la prospettiva di attivare un biglietto comune transfrontaliero per l’area di confine e infine l’analisi di un caso studio sulle differenze legislative esistenti in tema di trasporto con veicoli pesanti.
Su questo, all’incontro promosso durante la “Settimana europea delle città e delle regioni” è intervenuto Dirk Peters, della DG Regio della Commissione europea che ha sottolineato come, anche i comitati congiunti transfrontalieri si trovano a dover seguire la normativa nazionale, spesso non armonizzata: “Per questo come Commissione europea abbiamo presentato una proposta legislativa che introduce dei meccanismi per superare queste divergenze, proposta che però ad oggi è bloccata a livello di Consiglio dell’Ue”.
Quale il problema principale nel prossimo futuro? “Resta fondamentale” chiosa Klemen Gosti? “riuscire a dare continuità a questi progetti pilota altrimenti si rischia di bloccare ogni sviluppo nell’area”.
Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto “Work4Future” cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina “Work4Future“
Fonte: Osservatorio Balcani e Caucaso – Transeuropa – 30/11/2021