Giovedì 11 ottobre 2018 alle ore 9.30 nel salone Salone dei ricevimenti della Città di Fiume (Rijeka, Croazia), alla presenza del sindaco Vojko Obersnel e della dirigenza della Comunità degli Italiani, si terrà una conferenza su un evento di portata storica per il mondo dell’Esodo Giuliano-Dalmata e la presenza italofona in Istria, Quarnaro e Dalmazia.
A distanza di decenni la città di Fiume darà il via ad un progetto per l’installazione di tabelle bilingui, in croato ed italiano, all’entrata della città ed in altri luoghi significativi.
La notizia suscita un plauso nei confronti del Sindaco e della Comunità degli Italiani, nonché verso la Commissione culturale per il recupero di toponimi ed odonimi, alla quale partecipava la Società di Studi Fiumani, con sede in Roma.
Dopo la Seconda guerra mondiale il regime di Tito diede il via ad una campagna di slavizzazione di qualsiasi elemento che richiamasse l’italianità dei luoghi conquistati, dando così compimento alla tristemente famosa risoluzione della Corona asburgica del 1866 che imponeva la slavizzazione forzata in Istria e Dalmazia.
Con tale metodo anche personaggi della cultura italofona della sponda orientale dell’Adriatico videro cambiati i loro nomi. In tal modo: Marco Polo, Giorgio Orsini, Andrea Meldola, Francesco Patrizi ecc., furono trasformati in: Marko Polo, Juraj Dalmatinac, Andrija Meduli?, Frane Petri?, ecc.
I nomi delle vie e della piazze subirono la stessa sorte.
Insomma, fu messa in atto una sorta di damnatio memoriae finalizzato alla cancellazione di ogni traccia di presenza storica veneziana e/o italiana.
Oggi l’Amministrazione della città di Fiume deve essere presa ad esempio da tutta la società civile europea per aver dimostrato con i fatti l’importanza della tutela di una minoranza che un tempo fu maggioranza e venne cacciata, per ragioni ideologiche, dalla propria terra.
FederEsuli, 28 settembre 2018