Scritto da «Il Piccolo», 01/10/10
Il Commissario sloveno Potocnik: dalle autorità informazioni insufficienti sui rischi. All’interno del comune di Trieste le aziende interessate sono la Ferriera di Servola, la Linde Gas di via di Servola, la Depositi costieri spa e la Alder di riva Cadamosto.
TRIESTE – «A Trieste le autorità della provincia non hanno fornito al pubblico informazioni sufficienti in merito alle misure di sicurezza e al comportamento da tenere in caso di incidenti industriali». Ad affermarlo è la Commissione europea che annuncia l’invio di un parere motivato all’Italia. Si tratta della seconda fase della procedura già aperta e di cui era trapelata notizia alla fine dell’anno scorso per ottenere su tutto il territorio una corretta applicazione della legislazione europea sui grandi rischi industriali, la direttiva nota come Seveso II. Il commissario europeo all’ambiente Janez Potocnik ha affermato che «l’ adeguata diffusione delle informazioni è una prescrizione essenziale per ridurre le conseguenze di eventuali incidenti».
La direttiva riguarda le cosiddette «aziende a rischio di incidente rilevante». Una delle principali è il terminal petrolifero della Siot. Ieri l’amministratore delegato Adriano del Prete e il direttore operativo Nevio Grillo hanno assicurato che tutte le procedure di sicurezza sono state scrupolosamente seguite e comunicate. Il Piano di sicurezza è stato consegnato alle autorità e la commissione delegata ha effettuato i sopralluoghi riguardo al sistema di gestione della sicurezza relazionandone poi all’apposito Comitato tecnico regionale. I rilievi del resto non avrebbero nel mirino le aziende, bensì le autorità amministrative e in particolare, sembra, i Comuni che hanno il compito di informare sui rischi le popolazioni. «All’i nizio dell’anno abbiamo convocato in municipio tutti gli abitanti che vivono entro un determinato raggio dagli impianti, un paio di centinaia di persone – spiega Fulvia Premolin, sindaco di San Dorligo della Valle nel cui territorio è ubicata la Siot – e li abbiamo informati sui comportamenti da tenere in caso di allarmi. A coloro che non sono intervenuti abbiamo inviato l’informativa a domicilio. Evidentemente – conclude Premolin – il procedimento dell’ Ue si è messo in moto prima che venisse adempiuto, alcuni mesi fa, in questo modo alla direttiva».
All’interno del comune di Trieste le aziende interessate sono la Ferriera di Servola, la Linde Gas di via di Servola, la Depositi costieri spa e la Alder di riva Cadamosto. Il Comune di Trieste fa sapere di aver affisso all’albo pretorio schede informative pervenute dalle aziende, di averle pubblicate in forma integrale sul proprio sito Internet e di aver inviato comunicazioni a domicilio a famiglie che abitano in prossimità dei siti in questione. Secondo l’associazione ambientalista Greenaction transnational la contestazione avanzata dalla Commissione europea riguarderebbe invece il progetto del rigassificatore di Gas Natural, ipotizzato a Zaule e il fatto che non sia stato approntato un Piano di sicurezza ed evacuazione, né sia stata opportunamente informata la popolazione sui rischi. Il sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia ha però negato questa possibilità affermando che la presa di posizione della Commissione europea si riferisce invece agli impianti industriali già presenti in provincia. L’arrivo del parere motivato dell’Ue preannunciato ieri chiarirà definitivamente le carenze riscontrate.