Un luogo di incontro per unire la comunità dalmata sparsa nel mondo. Il 14 gennaio è stato inaugurato il sito dalmatitaliani.org dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio (fondata nel 1963). All’evento, tenutosi a distanza a causa della pandemia di Covid-19, hanno presenziato, tra gli altri, l’ex viceministro agli affari esteri Staffan de Mistura, il vicedirettore de Il Giornale, Nicola Porro, il senatore Maurizio Gasparri e lo storico Ernesto Galli della Loggia.
C’era una grande emozione nell’aria quando Toni Concina e la piccola Zara Gloder, 4 anni, hanno dato il via all’inaugurazione. Concina, già primo cittadino di Orvieto, è il neosindaco del Comune di Zara in esilio nonché neo Presidente dell’Associazione Dalmati Italiani nel Mondo – Libero Comune di Zara in Esilio; Gloder è invece figlia di Mauro Gloder e Rachele Chantal Dell’Olio, ed è la più piccola testimonial dei Dalmati.
Toni Concina, che ha preso il testimone da Franco Luxardo e prima da Ottavio Missoni, ha detto di essere emozionato, commosso e grato a tutti. “Il sito è una forza e ci fa lavorare insieme. Dalmazia, Istria, Fiume, Pola, Spalato e la mia Zara dovranno conservare nei secoli il profumo delle loro pietre romane, veneziane e italiane… non per una malriposta sete di riconquista, improponibile, ma per allargare le menti delle genti di confine verso una convivenza sempre più profonda ed europea. E’ importante ritornare nelle scuole”, ha dichiarato.
L’ex sindaco Franco Luxardo ha quindi ricordato la storia di Zara, città completamente distrutta dai bombardamenti della II Guerra Mondiale: “Poi il primo raduno dei dalmati – era il 1953 – avvenne a Venezia in Piazza San Marco 7000 persone. Da quell’anno ogni anno un raduno cambiando città. A Venezia abbiamo la Scuola Dalmata dei Santi Giorgio e Trifone, dono di una benefattrice, una realtà unica con un centro di alto livello, una biblioteca e molti cimeli artistici. È importante portare in digitale il nostro patrimonio culturale, anche quello del giornale Zara e Il Dalmata antico dal 1866”.
Il Segretario Generale Elisabetta Barich ha annunciato il prossimo numero de Il Dalmata, mentre l’Assessore alla Cultura, Adriana Ivanov Danieli, ha detto: “Ora che la Casa comune europea ingloba anche Italia e Croazia, noi nutriamo la speranza che l’Adriatico torni ad essere pienamente elemento di congiunzione tra le due rive. Il mondo digitale ci offre l’opportunità che i Dalmati, navigando nel mare magnum di Internet, recuperino pienamente il loro ruolo storico, facendosi mediatori di cultura e di conoscenza storica, anche di quella della loro tragedia troppo a lungo misconosciuta”.
Presente, come detto, anche il giornalista Nicola Porro: “Ricordo una trasmissione in prima serata, il dramma e le testimonianze, è stato emozionante. La realtà è come un buco nero nella nostra storia. Le nuove generazioni sanno veramente poco. Le foibe hanno del retropensiero che qualcuno collega al fascismo, invece è un grande dramma italiano ed europeo”.
Lo storico Ernesto Galli Della Loggia ha sottolineato di avere un forte rapporto con la Dalmazia e l’Istria attraverso i suoi genitori. “Grande ingiustizia dimenticata, italiani cacciati e gettati allo sbaraglio verso una patria che li accolse in maniera indifferente. Toni con la sua presidenza scriverà una pagina ricca. Il ricordo della vostra storia non deve cessare di essere vivo”, ha concluso lo storico. C’è stato spazio anche per una telefonata a sorpresa in diretta del senatore Maurizio Gasparri: “Ricordo i vostri valori e la vostra tragedia. Un saluto di amicizia e di fiducia a tutti voi, seguirò quello che farete”.
“Abbiamo la possibilità di fondare nuove relazioni non su ideologie ma sulla cultura, la ricerca, l’amicizia e lo sviluppo economico. In questa prospettiva vanno considerati i 14 accordi di cooperazione bilaterale dell’Università di Zara con le università italiane e 35 che il programma di mobilità Erasmus+ unisce ben 35 atenei italiani alla Dalmazia”, ha infine concluso l’Assessore alla Comunicazione Vittorio Baroni.
Luca Romano
Fonte: Il Giornale – 16/01/2022