L’intellettuale e politico, ex presidente dell’Anvdg e senatore, si è spento nella notte a 82 anni. Codarin: “E’ stato l’uomo del dialogo”. Il cordoglio del mondo politico.
Si è spento nella notte, all’età di 82 anni, Lucio Toth, ex presidente dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, uomo politico e intellettuale. Toth era nato a Zara nel dicembre 1934 da famiglia di tradizioni irredentiste, che aveva dovuto lasciare la città con l’Esodo della popolazione italiana alla fine della seconda guerra mondiale. È stato magistrato e impegnato, fin da ragazzo, nell’associazionismo cattolico.
Nel 1987 è stato eletto senatore a Napoli per la Dc. Dal 1992 al 2013 è stato presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia (Anvgd).
Autore di saggi e articoli di carattere giuridico, storico e politico, aveva pubblicato di recente due romanzi di ambiente dalmata: “La casa di Calle San Zorzi” sulle vicende di Zara nel Novecento e “Spiridione Lascarich Alfiere della Serenissima” sulle guerre turco-venete del Seicento in Dalmazia e in Grecia, oltre che “Storia di Zara”, dedicato alla sua terra.
“Sono addolorato – sono le prime parole di Renzo Codarin, attuale presidente dell’Anvgd -. È venuto a mancare un punto di riferimento per il mondo degli Esuli istriani, fiumani e dalmati, nonché un grande intellettuale. Toth è stato dal Congresso nazionale di Muggia del 1992 fino alle dimissioni nel 2012 al vertice dell’Anvgd, conducendola con mano sicura ed esperta negli anni in cui le nostre terre d’origine vivevano profondi sconvolgimenti geopolitici. Cattolico liberale e convintamente europeista, fautore del dialogo e del confronto, fu troppo modesto per ammettere il ruolo importantissimo che svolse per l’associazionismo della diaspora adriatica e per i dalmati. Toth seppe lavorare con le istituzioni in maniera tale da creare i presupposti affinché la Legge istitutiva del Giorno del Ricordo fosse patrimonio condiviso della comunità nazionale. Il dibattito, moderato dai direttori de “Il Piccolo” e del “Primorski dnevnik”, che intrattenne ad aprile 2009 con il senatore Milos Budin,autorevole esponente della comunità slovena in Italia, fu invece propedeutico per lo storico Concerto dei Tre Presidenti in Piazza Unità d’Italia a Trieste nel luglio dell’anno dopo”.
Parole sentite anche da Ettore Rosato, presidente dei deputati del Pd: “Il mondo degli esuli e dell’Associazionismo istriano e giuliano dalmata piange oggi la scomparsa di una delle figure più rappresentative. Lucio Toth è stato un uomo politico e un intellettuale che ha dedicato molta parte della sua vita pubblica affinché l’esodo e le tragica vicenda delle foibe non fossero sepolti dal silenzio e dall’oscurità”.
«La scomparsa di Lucio Toth è un grave lutto per l’Italia. Toth non è stato solo un politico, un grande giurista e uno scrittore ma è stato soprattutto un grande patriota. Le sue radici legate a Zara e ai territori italiani di Fiume, Istria e Dalmazia lo hanno visto presidente della Federazione degli Esuli adriatici e ne hanno fatto uno dei principali animatori delle battaglie volte a restituire dignità e giustizia alle quelle popolazioni, vittime del comunismo prima, e dell’oblio voluto da alcuni storici poi – scrivono in una nota congiunta i senatori Maurizio Gasparri e Claudio Giovanardi -. Abbiamo avuto la fortuna di condividere con lui una parte di questo percorso, di riceverne gli insegnamenti e di riuscire a portare a buon fine vicende come la legge per la tutela del patrimonio storico e culturale delle comunità degli esuli che fu una sua grande vittoria”.
“Ricordo commosso Lucio Toth, un indiscusso ed autorevole esponente dell’esodo giuliano dalmata ed un illuminato presidente dell’Anvgd e della Federazione degli Esuli – scrive invece Claudio Grizon, consigliere nazionale dell’Anvgd -. Con il suo fare elegante ed affabile ha difeso e valorizzato la nostra cultura, la nostra storia e la nostra presenza nelle istituzioni. La sua pacata determinazione, mai arrendevole, ha contribuito a delineare il ruolo ed il futuro della nostra gente ed a scrivere alcune importanti pagine nei rapporti tra gli esuli, i rimasti e gli stati eredi dell’ex Jugoslavia. Prezioso, silente ed instancabile è stato il suo ruolo di fine mediatore e tessitore di relazioni tra il nostro mondo ed i governi che si sono alternati nell’arco di questi 25 anni, a prescindere dalla loro composizione. Il popolo giuliano dalmata con la scomparsa di Toth perde un “faro” che in questi 5 lustri ha saputo illuminare con la sua saggezza le complesse relazioni tra gli organismi associativi degli esuli e le vicende che queste hanno dovuto affrontare”.
Il Piccolo, 29 aprile 2017