Scritto da Francesco Palazzo, 27 maggio 2016
Il Presidente della Repubblica, On. Sergio Mattarella, si è recato il 24 maggio in visita nello storico teatro della battaglia degli Altipiani, ricordandolo come «luogo caro agli italiani» ed evidenziando che «l’Italia è riconoscente per le sofferenze patite ad Asiago». Il Capo dello Stato, nel corso della cerimonia di commemorazione dei caduti, ha inoltre dichiarato che «è stata la pace e non la guerra ad assicurare stabilità e progresso, è stato il dialogo, non lo scontro a permettere le grandi conquiste civili ed economiche di questi 70 anni». Continuando l’intervento, il Presidente ha aggiunto che «sono state le intese, le alleanze non aggressive, le unioni sovranazionali e non le chiusure e le barriere a garantire al nostro paese e agli altri la libertà e il benessere. Le grandi sfide, imponenti, che oggi il mondo si trova davanti, il terrorismo, l’emigrazione, i cambiamenti climatici, la lotta alla fame e alle malattie, lo sviluppo, si vincono tessendo collaborazione e costruendo ponti. Servono comune intelligenza, unità di intenti. Vanno ricercati con ostinazione obiettivi condivisi e politiche comuni a fenomeni globali. È impossibile dare risposte soltanto nazionali, ignorarlo sarebbe illusorio e pericoloso». Parole ed esortazioni che, per quanto rivolte alle attuali condizioni geopolitiche, possono essere ovviamente allargate ad altri contesti migratori, come quello giuliano, istriano, fiumano e dalmata. Per costruire il ponte della memoria su cui possano liberamente transitare le generazioni future, sono infatti necessarie comuni e condivise fondamenta, basate su collaborazione e unità di intenti.