Dominarum et iudices… scusate, ci siamo lasciati prendere la mano. Ma il latino è d’obbligo. A conti fatti, quello che ieri sera è stato ridato a Pola in tutta la sua magnificenza è il Piccolo teatro romano (o Teatro minore). Allora, signore e signori, benvenuti all’apertura del Piccolo teatro romano. Un grande gioiello che, pur essendo in funzione della cultura, ospitando concerti e serate varie, le rughe le mostrava tutte. Rughe? Diciamo piuttosto crepe; le righe sanno dare un alone di mistero, esperienza, vissuto: abbarbicato sul colle dietro alla sede del Museo archeologico dell’Istria aveva sofferto di un certo qual abbandono, pur ospitando grandi eventi (l’acustica è eccellente!). Ebbene, questa storia di disattenzione è finita: chiuso una quindicina di anni fa, il teatrino ha richiesto dieci anni di interventi e ora apre. Ab ovo. O ab antiquo. Tra nuovo e antico. Del recupero, di quello che gli architetti hanno voluto dire e fare abbiamo già scritto. Ci resta la cerimonia di apertura, evento incuneato nelle celebrazioni della Giornata della città di Pola, appuntamento sotto le stelle per un’atmosfera e immagine più suggestive.
La letteratura e poi anche la cinematografia (quella seria) hanno ampliamente dimostrato che in quanto a spettacoli i Romani ci sapevano fare. Ebbene, gli organizzatori ci hanno saputo fare anche nell’anno Domini 2023. Per la cronaca, hanno firmato la regia dell’evento Krešimir Dolen?i? e Aleksandar Švabi?. Una sessantina i partecipanti; impossibile nominarli tutti, ma complimenti a tutti.
Per onorare degnamente l’avvenimento, il palcoscenico ha ospitato quasi tutte le arti: teatro, musica, danza e audiovideo. Si è voluto iniziare omaggiando il grande compositore polese Antonio Smareglia, nato il 5 maggio di 169 anni fa: il coro dell’Accademia di musica dell’Università Juraj Dobrila di Pola, diretto dal maestro Domeniko Briški, ha intonato “Salve Regina”. Poi è stato il momento dell’inno nazionale e del canto solenne dell’Istria, con voci soliste (rispettivamente la mezzosoprano Martina Menegoni e il tenore Josip Kraja?i?) e l’accompagnamento all’arpa (Veronika ?ikovi?).
Ci sono stati i gladiatori, le fanfare, video clip con dichiarazioni di operatori culturali e politici, spezzoni di documentari, si è ripercorsa la storia di Pola, rimettendo in mare Giasone e poi via! lungo la strada percorsa dall’urbe, tra passeggiate piane, corse, inciampi, cadute; momenti che la Storia non ha negato a nessuno, a dire il vero. C’è stato posto per guerre, miseria, peste, la crescita datata all’Austria-Ungheria, che ne ha fatto una metropoli sul mare… e a proposito di mare, è stato ritagliato uno spazio anche a Scoglio Olivi. Ma è stato anche Festival del cinema. Insomma, si è voluto guardare Pola negli occhi, per trovarvi i riverberi della sua vita.
Carla Rotta
Fonte: La Voce del Popolo – 06/05/2023