Il nuovo governo croato si orienta a destra

Secondo Igor Peternel, neoeletto deputato del parlamento croato, l’8 maggio 1945 Zagabria non fu “liberata” dai partigiani, ma “occupata”. Per il suo collega Stjepo Bartulica, contrario all’aborto e alla Convenzione di Istanbul contro la violenza fatta alle donne, “è sufficiente guardare l’Eurovision per vedere come in Europa regni un sentimento anti-famiglia”.

Peternel e Bartulica sono due rappresentanti del Movimento patriottico (Domovinski Pokret, DP), il fronte di estrema destra con cui l’Unione democratica croata (HDZ) ha concluso un accordo di governo.

In cambio del proprio sostegno al prossimo esecutivo – il terzo guidato dal premier Andrej Plenkovi? dal 2016 – il DP ha richiesto che dalla nuova maggioranza fossero esclusi i deputati della minoranza serba, che infatti non avranno più posizioni di potere, com’era il caso nell’ultimo governo croato dove un serbo era vicepremier.

Ma non solo, il Movimento patriottico ha chiesto anche lo stop ai finanziamenti pubblici al settimanale della minoranza serba Novosti, anche se su questo punto Plenkovi?, nel suo discorso di venerdì al Sabor, si è limitato a dire: «Vedremo cosa c’è di così problematico con questo settimanale». […]

Continua su Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa – 20/05/2024

Furio Radin, rieletto al seggio specifico per la Comunità Nazionale Italiana, è stato confermato anche come vicepresidente del Sabor, il Parlamento monocamerale croato che ha sede nello storico edificio in piazza San Marco, che prossimamente dovrebbe essere sottoposto ad accurati lavori di restauro in seguito ai danni causati dal terremoto che ha colpito Zagabria alcuni anni fa.

Le minoranze nazionali, in questo caso quella italiana, conserveranno dunque il posto di vicepresidente del Parlamento. Stavolta a causa del veto posto dal Movimento patriottico i tre deputati del Partito democratico autonomo serbo (SDSS) non fanno parte della maggioranza. Le firme di sostegno al presidente incaricato sono arrivate da quattro deputati delle minoranze su otto, anche se in caso di necessità a sottoscrivere il documento d’appoggio al premier uscente sarebbe stato anche il deputato della CNI. […]

Continua su La Voce del Popolo – 14/05/2024