Paolo Trichilo, nuovo Ambasciatore italiano a Zagabria, ha rilasciato un’intervista esclusiva al settimanale della Comunità Nazionale Italiana Panorama.
L’intensa rete di relazioni che lega Roma e Zagabria si basa su profondi e consolidati legami storici e vede coinvolte non solo le istituzioni italiane e croate, ma anche il settore economico, gli attori culturali, accademici, scientifici, nonché i cittadini dei due Paesi. Un particolare ruolo nel rafforzamento dei rapporti in generale certamente è riservato alla Comunità nazionale italiana in Croazia, come pure alla Comunità croata in Italia. La Croazia e l’Italia attraverso la cooperazione stretta in numerosi settori sviluppano le loro relazioni bilaterali fondandoli sui valori del buon vicinato e sull’amicizia.
I legami tra i due Stati vanno guardati nel contesto dei comuni obiettivi nell’ambito dell’Europa unita, dell’Alleanza atlantica, della cooperazione multilaterale e delle relazioni regionali. L’attiva cooperazione politica, di sicurezza, economica, culturale, di transito, ambientale e in altri campi tra l’Italia e la Croazia assume particolare importanza quando si tratta della cooperazione regionale, nel Sud-est europeo e nel quadro adriatico e più in generale mediterraneo. Attraverso la collaborazione reciproca la Croazia e l’Italia possono diventare esempio del partenariato per tutti gli altri Paesi dell’area.
Nel 2021, l’Italia è tornata a occupare, dopo dieci anni, il primo posto come partner commerciale della Croazia, posizione che mantiene tuttora. Nei primi sette mesi del 2023, l’interscambio bilaterale si è attestato a 5,1 miliardi di euro, registrando una crescita del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2022, con una quota pari al 13,8% del valore totale degli scambi commerciali della Croazia con il mondo. L’Italia, inoltre, è il primo Paese fornitore della Croazia per un valore di 3,4 miliardi di euro (con un incremento del 6,96%) e una quota del 14,8% del valore totale dell’import del Paese, nonché il secondo mercato di destinazione dell’export croato, dopo la Germania, per un valore di 1,6 miliardi di euro (con un aumento del 5%) e una quota del 12,2% del valore totale delle esportazioni croate. L’Italia si conferma al quinto posto nella classifica dei principali investitori con la quota degli investimenti diretti esteri, pari a 4,1 miliardi di euro nel periodo di riferimento 1993-secondo trimestre 2023. Lo stato di eccellenza dei rapporti economici bilaterali è stato favorito negli anni dalla conclusione di una serie di accordi bilaterali, tra i quali la Convenzione per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali con Protocollo Aggiuntivo (1999) e il Memorandum di Cooperazione bilaterale (2009).
Quel gol del fiumano Volk…
Costante è in tale contesto l’impegno dell’Ambasciata d’Italia a Zagabria – e della rete consolare dipendente, nonché dell’Istituto Italiano di Cultura (IIC) e dell’Ufficio ICE – la cui guida è stata assunta nel marzo scorso da Paolo Trichilo, già Ambasciatore italiano a Lubiana, che ha dimostrato di essere un amico sincero della Comunità nazionale italiana. Trichilo ha accettato di concederci un’intervista nel corso della quale ha parlato dei rapporti tra i due Stati, come pure delle sue passioni. Nel corso della conversazione sono state affrontate anche questioni di natura geopolitica e naturalmente si è discusso della Comunità nazionale italiana, che ha incontrato ad aprile, nell’ambito di una prima serie di incontri “conoscitivi” con il territorio, da Fiume ad Abbazia, per spostarsi successivamente in Dalmazia e in Istria.
Ambasciatore Trichilo, si presenti ai nostri lettori. Quali sono i suoi hobby, le sue passioni e i suoi interessi? Segue il calcio o qualche altro sport in particolare, è tifoso?
“Coltivo due hobby: lo sport, in particolare il calcio, e la lettura. A prima vista potrebbero apparire due elementi tra loro contrastanti, ma in realtà penso siano coerenti con l’antico insegnamento latino ‘mens sana in corpore sano’. Sono romano e quindi molto tifoso della Roma e so che il primo gol nella storia dei derby con la Lazio lo segnò con la maglia giallorossa il calciatore fiumano Rodolfo Volk (la partita fu disputata l’8 dicembre del 1929 al Campo delle Rondinelle e si concluse con la vittoria della Roma per 1 a 0; in totale nei derby Volk segnò 7 gol, nda.). Sin da bambino ho sempre praticato attività sportiva. A Roma ho giocato a calcio in una piccola squadra amatoriale, nella cd. seconda categoria, pur sempre un livello ufficiale. E continuo a fare sport regolarmente. Ho giocato con la Nazionale Italiana Diplomatici fino alla mia partenza per Zagabria, vado in bicicletta, nuoto e corro.
L’altra grande passione è la lettura. Leggo in continuazione. Mi piacciono in particolare i libri che trattano argomenti storici e la letteratura. Mi appassiona la letteratura dell’Ottocento, autori come Dickens e Dostoevskij. Avvicinandomi alla Croazia, ho letto Krleža e Matvejevi?. Durante gli anni trascorsi a Lubiana ho letto numerose opere di autori istriani, esuli e rimasti, tra i quali Tomizza, con le loro storie molto toccanti. Tanti di questi libri sono stati pubblicati dall’Edit, una casa editrice molto valida”.
Le piace leggere, ma è anche autore di libri. La sua ultima fatica letteraria è dedicata agli scrittori Premi Nobel che hanno ricoperto incarichi diplomatici. Uno di questi è Ivo Andri?: cosa di lui l’ha colpita di più?
“Ho letto, ovviamente, il suo libro più famoso, Il Ponte sulla Drina, ma anche tanti altri suoi racconti. Ivo Andri? è uno degli otto diplomatici che hanno vinto il Premio Nobel per la letteratura. Il suo primo incarico diplomatico lo svolse a Roma, presso lo Stato del Vaticano, in seno alla missione dell’allora Stato dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni. È stato anche a Trieste come console, seppure per un periodo non lungo. Quello che mi ha colpito in particolare è che nel 1941, quando era Ambasciatore in Germania, ovviamente in una situazione molto difficile, allorché la Svizzera gli offrì la possibilità di andarsene disse – in base ai resoconti storici disponibili – che avrebbe accettato solo se fosse potuto partire insieme al suo staff. Mi è sembrato un gesto molto significativo. Mi hanno colpito inoltre le riflessioni che scrisse sulla professione del diplomatico, sottolineando quanto complesso può essere e quante sfaccettature può avere questo mestiere. Notò che dall’esterno talvolta si colgono soltanto gli aspetti migliori di questa vita e magari si rischia di non vedere alcune difficoltà legate a questo incarico”.
È la sua prima volta in Croazia o aveva già visitato il Paese?
“Alcuni anni fa venni in Croazia come turista. Visitai Zagabria, il suo centro storico e i musei. Venni anche a Fiume e a Castua e trascorsi alcuni giorni in Istria, dove feci tappa a Pola, Parenzo, Rovigno, Pisino, Fasana… Sono stato pure alle Brioni. All’epoca non sapevo che un giorno sarei tornato in Croazia nel ruolo di Ambasciatore. Ora potrò continuare a esplorare il Paese, sia nella mia veste ufficiale sia come turista”.
Il suo mandato è iniziato con la consegna delle lettere credenziali. Quali sono le priorità iscritte nella sua agenda?
“Essendo la Croazia un Paese vicino, amico e partner dell’Italia in seno all’Ue e che si affaccia sul Mediterraneo credo che le priorità debbano riguardare tutti i settori. È molto importante continuare la collaborazione a livello politico. Questo riguarda ad esempio anche i Balcani occidentali e il sostegno all’allargamento dell’Ue tema su cui tra Roma e Zagabria esiste una forte sintonia. Riguarda anche l’economia. L’Italia è stata nel 2023 il primo partner commerciale della Croazia. Dobbiamo impegnarci per mantenere questo alto livello degli scambi commerciali e aprire anche ai settori più innovativi, che presentano opportunità finora non sfruttate. Altrettanto importante è l’aspetto culturale, fondamentale nella conoscenza reciproca. In questo contesto bisogna pensare al sostegno alla lingua e alla cultura italiana attraverso i vari meccanismi, incluso l’IIC. E poi nel caso particolare della Croazia, come pure della Slovenia, abbiamo la nostra Comunità autoctona, che è un altro ponte che avvicina i due Paesi”.
Dal gennaio del 2016 al gennaio del 2020 è stato ambasciatore italiano a Lubiana e dunque la Comunità nazionale italiana e le sue istituzioni unitarie le sono familiari. Nel contesto della qualità dei rapporti bilaterali le minoranze hanno storicamente un ruolo di primo piano e di ponte. Possiamo affermarlo anche nel caso delle relazioni tra l’Italia e la Croazia?
“Innanzitutto, desidero rivolgere un segnale d’amicizia da parte mia e delle istituzioni italiane. Bisogna sempre continuare a essere fieri della realtà della Cni. Ai connazionali dico che è proprio attraverso di loro che continua a passare la tutela e la protezione dell’italianità, della nostra lingua e della nostra cultura in un contesto che oggi come oggi è europeo fra Paesi partner e amici. Il mio invito è di mantenere vivo il senso d’appartenenza e vivere con orgoglio le loro vite in una società culturalmente ricca come quella croata e nel contesto di un Paese democratico, dove anche la Cni contribuisce allo sviluppo culturale, economico e sociale. È importante, dunque, che ci siano realtà come l’Edit che pubblica libri e fa informazioni in lingua italiana. La Cni ha una sua vita, con le proprie istituzioni, ma è giustamente sostenuta dall’Italia attraverso le sue leggi e i finanziamenti. Ha la fortuna di vivere in un Paese, la Croazia, che a sua volta la finanzia e la tutela nel suo ordinamento giuridico riservandole ad esempio un seggio nel Parlamento, come pure garantendole di essere rappresentata nelle unità di autogoverno a livello locale e regionale. Anche questo è un aspetto rilevante nel contesto della collaborazione bilaterale che deve riguardare tutti gli aspetti di comune interesse tra due Stati”.
Ricordare il passato, guardando al presente e pensando al futuro
“Non è stato un caso se la mia prima visita ufficiale dopo aver consegnato le credenziali l’ho fatta a Fiume presso la nostra Comunità nazionale, dove ho incontrato gli esponenti dei diversi settori: Edit, informazione, scuole… Ho incontrato i rappresentanti delle Comunità degli Italiani di Abbazia, Draga di Moschiena, Fiume e Laurana. La mia attenzione personale è massima, anche in virtù della conoscenza che ho acquisito quando mi trovavo a Lubiana. La Cni è una bellissima realtà che svolge un ruolo di ponte. È importante che continui essa stessa con i suoi programmi a prestare la necessaria attenzione ai giovani. Da questo punto di vista sono lieto che il Comites sia composto anche da membri molto giovani. Le nuove generazioni vivono in un contesto diverso. Sono contento che l’Unione italiana abbia pensato a iniziative legate alla digitalizzazione o all’intelligenza artificiale. Sicuramente bisogna non dimenticare gli anziani, tutt’altro, e se da un lato dobbiamo guardare al ricordo e alla memoria, ad esempio curando i cimiteri storici, dall’altro occorre sviluppare anche tutto quello che può servire a far rimanere la Cni al passo con i tempi, mantenendola una realtà viva. Insomma, bisogna curare la Cni ricordando il passato, guardando al presente e pensando al futuro”.
Un tema molto sentito nelle file della Cni è quello del riconoscimento reciproco dei titoli di studio. Cosa ci può dire in merito?
“Per quanto mi riguarda, c’è piena disponibilità e interesse ad approfondire questo argomento. Il settore è molto significativo per il futuro professionale dei giovani. Il riconoscimento faciliterebbe la vita e gli scambi da un Paese all’altro e alla fine è nell’interesse di entrambi i Paesi realizzarlo; al riguardo valuterò con attenzione quanto si è cominciato a fare in Slovenia”.
L’Italia è il principale partner economico della Croazia. Tra i primissimi appuntamenti che l’hanno vista impegnato a Zagabria figurano una conferenza sulle smart cities e un convegno sulla Valle dell’idrogeno del Nord Adriatico. Sono questi i settori sui quali puntare per migliorare ulteriormente la performance?
“Ha perfettamente ragione. Tra l’altro, sappiamo che la Croazia è il Paese che in rapporto al Pil ha beneficiato dei maggiori finanziamenti erogati dall’Unione europea attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ovviamente è la Croazia a decidere come organizzare le proprie attività, ma l’esempio delle smart cities è uno di quelli che consente di migliorare la qualità della vita dei cittadini e che si basa su nuove tecnologie che le imprese italiane sono in grado di fornire. Un discorso analogo lo possiamo fare anche per quanto concerne l’interessante e ambizioso progetto trilaterale avviato in concerto da Italia, Croazia e Slovenia relativo alla creazione della Valle dell’idrogeno del Nord Adriatico, di cui non vedremo i risultati nell’immediato, ma l’importante è aver iniziato. Si tratta di una tecnologia che potrà dare un grande aiuto all’ambiente e alla sostenibilità del nostro sviluppo economico e quando dico nostro intendo europeo”.
Puccini, design, innovazioni, sport, turismo, affari interni…
La collaborazione culturale tra l’Italia e la Croazia registra eventi realizzati in concerto tra le principali realtà istituzionali del settore nei rispettivi Paesi. Ricorderemo anche l’invio, da parte dell’Italia, dei Caschi blu della cultura in seguito ai terremoti che hanno colpito la Croazia pochi anni fa. Cosa si può fare per compiere un ulteriore salto di qualità?
“L’Italia è forte in molti ambiti e di conseguenza dobbiamo continuare a puntare su tanti settori. Ad esempio il 2024 è l’anno di Puccini (si ricorda il centenario della scomparsa, nda). Ho incontrato la sovraintendente del Teatro nazionale croato di Zagabria, Iva Hraste So?o, e abbiamo parlato della messa in scena della ‘Bohème’ e di altre iniziative. Stiamo lavorando anche a un progetto legato al design nell’ambito dello Zagreb design week. In questo ambito dobbiamo considerare anche lo sport. La cosiddetta diplomazia sportiva è molto significativa. Cerchiamo, insomma, di coprire tutti i settori, da quelli tradizionali a quelli più innovativi. Si continuerà a collaborare anche alla ricostruzione post-sismica. Di recente c’è stata un’ulteriore visita di un team di esperti croati presso il Ministero della Cultura a Roma. Purtroppo, anche l’Italia è un Paese che ha sofferto molto a causa dei terremoti, anche di recente. Abbiamo accumulato un know how in materia che siamo lieti di poter condividere con coloro ai quali tali esperienze possono essere utili”.
Il Mediterraneo è stato definito il mare dell’intimità. L’Adriatico fa parte di questo bacino ed è al centro dell’interesse anche in sede di incontri trilaterali Italia-Croazia-Slovenia. Quant’è importante collaborare anche su questo fronte?
“È una forma di dialogo molto importante. Quando ero a Lubiana, non era ancora stato instaurato in questa forma. Sono felice che in questi pochi anni ci sia stata la volontà dei tre Stati di avviare questa collaborazione che considero molto utile. Giustamente, lei ha menzionato l’Adriatico, ed è ormai entrato in vigore tra Italia e Croazia un accordo chiave come quello sulla Zona economica esclusiva, che potrà contribuire alla reciproca collaborazione in un settore molto rilevante come l’ambiente, ma anche il turismo e lo sviluppo economico delle regioni costiere. Un altro settore nel quale si collabora molto bene è quello tra i ministri degli Interni. Sappiamo che in tutta l’Europa si registra il fenomeno dell’immigrazione, anche quella irregolare. E qui una collaborazione rafforzata è opportuna, tanto più da quando la Croazia è entrata nell’Area Schengen. I ministri si sono visti con notevole frequenza, ma non solo loro, anche le strutture delle rispettive polizie collaborano praticamente sui base quotidiana. Non soltanto sul fronte della migrazione illegale, ma anche in generale per il contrasto alla criminalità. Quindi, aver rafforzato i legami fra Italia, Croazia e Slovenia è di beneficio per tutti”.
Battelli, un ricordo molto bello
Ho avuto il piacere di conoscere e collaborare con l’on. Roberto Battelli (Pola, 19 ottobre 1954 – Capodistria, 15 aprile 2024, nda.). Quando assunsi l’incarico di ambasciatore a Lubiana era lui il parlamentare della Cni alla Camera di Stato dell’Assemblea nazionale slovena. Era una persona di grande serietà – ricorda Trichilo –, che aveva maturato un’enorme esperienza, anche in virtù del ruolo internazionale ricoperto nell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Non a caso è stato rieletto per così tante volte (rimase in carica dall’8 aprile del 1990 al 4 giugno del 2018, ovvero per otto mandati, nda.). Conservo di lui un ricordo molto bello e positivo. Era una persona pacata, calma e tranquilla, ma allo stesso tempo determinata nel sostenere una propria agenda”.
Krsto Babi?
Fonte: La Voce del Popolo – 20/05/2024