Nel marzo del 1901 fu inaugurata a Fiume la Loggia Massonica Sirius, della quale facevano parte imminenti personaggi fiumani quali Andrea Lodovico Adamich, Salvatore Bellasich, Paolo Scarpa, Frano Supilo, Milan Marjanovi?, Riccardo Zanella, Robert Whitehead, Giovanni Rubinich… Quest’ultimo, nato a Laurana nel 1876, si era laureato al Politecnico di Budapest nel 1900 e dal 1902 alla Grande Guerra, pioniere dell’architettura secessionista, aveva progettato a Fiume circa 70 diversi importanti edifici di carattere pubblico, residenziale, d’affari e operai, tra i quali anche l’imponente Casa Sirius.
La casa dei massoni
Ubicata in via Ivan Dežman 3, subito sotto il Palazzo del Governo, la Casa Sirius venne costruita nel 1912, su progetto del noto architetto Giovanni Rubinich e grazie al sostegno finanziario dell’influente avvocato Salvatore Bellasich, per dar sede agli incontri della succitata Loggia Massonica, il che ha completamente decretato il suo assestamento esterno, ispirato prevalentemente alla simbolica dei massoni. La documentazione progettuale, però, è andata smarrita e, accanto ai documenti scritti, è stata conservata soltanto la pianta della mansarda e del tetto. Dagli atti è evidente come Rubinich abbia ricevuto la licenza edile nel 1911 e per conto del Consorzio della costruzione delle case, di cui egli stesso fu rappresentante in quel periodo.
L’attenzione ai dettagli
L’ingresso nell’edificio è incorniciato da un fregio decorato e fiancheggiato da mezze colonne scannellate che, in combinazione con i due atleti situati nella lunetta, donano un aspetto monumentale al portale. La maggior cura è stata data alla decorazione della facciata del pianoterra dove è stato realizzato, lungo tutto l’edificio, un nastro in rilievo composto da dettagli zoomorfi (balena, civetta, lucertola, creatura alata, leone), geometrici (svastica, cuori) e floreali stilizzati. Per un osservatore inesperto, essi rappresentano solo un ornamento insolito che desta interesse, mentre per i “liberi muratori” che qui si radunavano per i loro rituali, avevano sicuramente un significato ben concreto e determinata importanza. La loro forma, notevolmente piatta, e la fusione coloristica con lo sfondo fanno intuire che l’intento sia stato probabilmente quello di renderli evidenti soprattutto a coloro che se ne intendono e che si aspettano di trovarli in quel luogo. Infatti, il passante impensierito e frettoloso, a meno che non gli si avvicini e faccia particolare attenzione, non li nota nemmeno. Le finestre del pianterreno sono anch’esse realizzate diversamente rispetto a qualsiasi altra opera di Rubinich. Una ad una, o in coppia, sono poste in nicchie poco profonde a terminazione semicircolare e decorate da rosette. Tra di loro c’è ogni volta un festone con testa di animale.
Per tutta l’altezza dei piani si protendono delle semi-colonne scannellate, che verticalmente dividono la facciata in cinque parti. A causa della concentrazione di ornamenti e balconi e nonostante l’anno di costituzione, il secondo e il terzo piano costituiscono ”il piano nobile”. Anche in questo settore sono osservabili dei simboli di origine massonica sottoforma di serpenti avvolti a spirale e di spighe all’interno di ghirlande. Sotto alle finestre vengono nuovamente ripresi i motivi animali e subito sotto il margine del tetto, tra le corone vegetabili, vi sono i mascheroni nelle sembianze di giovani volti umani.
Il simbolismo intuito
Il significato di alcuni simboli può forse venire intuito nonostante i “fratelli”, così si rivolgevano gli uni agli altri i membri, abbiano voluto mantenere segrete le loro lezioni e i loro rituali. Ad esempio, nelle culture antiche la svastica rappresenta il Sole (la massima divinità, la forza motrice), e così andrebbe probabilmente interpretata anche in questo contesto. La presenza del serpente è forse dovuta al suo ruolo nella genesi del mondo, fatto per cui presso gli antichi Egizi veniva considerato sacro. Nei disegni dei “templi” massonici sono praticamente inevitabili le altre colonne o semi-colonne con o senza scannellature nell’ambito dell’ingresso. La loro importanza è testimoniata anche dal fatto che sono parte integrante della “Gran loggia degli antichi liberi accettati muratori” della Croazia. Derivano dalla credenza secondo cui l’architetto del tempio di Salomone aveva costruito due colonne, dando alla destra il nome Yakin e alla seconda il nome Boaz, da cui allo stesso tempo si capisce perché nella ristrutturazione dei “santuari” massonici o nell’ambito dell’emblema vengano rappresentati dalle lettere Y e B. Si pensa che dietro a questi nomi ci siano la Luna e il Sole, cioè la base e la forza.
All’interno, l’unico segno che va a confermare che si sia trattato di una sede massonica è la stella rossonera a cinque punte in un cerchio recante la scritta “Sirius”. È realizzata nel terrazzo dei vani ufficiali ubicati in uno dei due piani sotterranei e rappresenta il cosiddetto “Ouroboros” (simbolo antico dell’eternità, raffigurata da un serpente che si morde la coda). Nella parte residenziale erano progettati quattro appartamenti per ogni piano, a due dei quali si accedeva direttamente dalla gradinata del corridoio, mentre ai rimanenti due si arrivava percorrendo un balcone nell’ambito della facciata di cortile.
Ornella Sciucca
Fonte: La Voce del Popolo – 27/03/2022