Lettera alla rubrica “Segnalazioni” del quotidiano “Il Piccolo” di Trieste
Delle intemperanze compiute da arditi e legionari del seguito di Gabriele d’Annunzio a Fiume dal 12 settembre 1919 al Natale di sangue 1920 esiste vasta letteratura e sicuramente vi rientrano anche gli atti a danno dei sacerdoti croati segnalati dal Prof. Marko Medved.
Sottolineerei che tali prevaricazioni risentivano delle lotte nazionali che avevano contraddistinto i decenni precedenti a Fiume e nei territori sotto dominazione della monarchia asburgica: la matrice borghese e laica dell’irredentismo italiano si contrapponeva alla forte connotazione cattolica del nazionalismo croato, di cui parroci e cappuccini anche sulle rive del Carnaro erano parte attiva.
Fa da contraltare a questa contrapposizione fra legionari e clero croato locale l’interesse che avevano i collaboratori del Vate a coinvolgere anche la Santa Sede nel progetto della Lega dei popoli oppressi che avrebbe dovuto raccogliere in antitesi alla Società delle Nazioni i popoli e gli Stati esclusi o umiliati dalla conferenza di pace e in tal senso vi erano contatti pure con esponenti politici croati avversi al regime dei Kara?eor?evi? nel neonato Regno dei serbi, croati e sloveni. L’opposizione del Regno d’Italia aveva impedito l’accesso ai lavori parigini a qualsiasi rappresentante di Papa Benedetto XV, il quale invece nominò il 30 aprile 1920 monsignor Celso Costantini “amministratore (non “visitatore”) apostolico” presso lo Stato fiumano che di lì a poco d’Annunzio avrebbe denominato Reggenza Italiana del Carnaro.
Si tratta di aspetti che emergono non solo nell’autobiografia di Costantini “Come foglie al vento”, ma anche nel contributo del Prof. Francesco Margiotta Broglio comparso sulle colonne del Corriere della Sera del 5 giugno scorso secondo cui “D’Annunzio fu il primo a ipotizzare lo Stato di Città del Vaticano”. Quest’ultimo ha fra l’altro partecipato ai lavori del convegno organizzato di recente a Gorizia dell’Associazione Coordinamento Adriatico dedicato appunto al centenario dell’impresa fiumana ed in cui sono stati invitati ad intervenire anche studiosi ed accademici croati proprio con l’obiettivo di fornire, in un libero confronto, una panoramica completa e a più voci su questa pagina di storia dell’Adriatico orientale. Questa opportunità purtroppo non è stata sfruttata come auspicato.
Giuseppe de Vergottini
Emerito Alma Mater Studiorum Università di Bologna