Nell’ambito del progetto di promozione e diffusione delle opere degli scrittori fiumani a un pubblico più vasto, ideato e portato avanti dalla Comunità degli Italiani di Fiume e dall’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo (AFIM), all’Istituto Italiano di Cultura di Zagabria si è tenuta una presentazione di tre autori di spicco di Fiume, ovvero di Enrico Morovich con il suo libro “Un italiano di Fiume”, Paolo Santarcangeli con “In cattività babilonese”, Franco Vegliani con “La frontiera”, nonché un’anticipazione legata all’opera di Osvaldo Ramous.
Autori sconosciuti a Fiume
Come rilevato nell’ambito della presentazione, si tratta di autori fiumani conosciuti anche in Italia, ma poco presenti nel contesto della letteratura locale. Al fine di diffondere le loro opere a un pubblico più vasto, ovvero alla maggioranza croata, la CI fiumana e l’AFIM hanno avviato tre anni fa un progetto di traduzione e pubblicazione delle loro opere in versione bilingue, in italiano e croato, che ha portato alla realizzazione di cofanetti contenenti entrambe le versioni e all’organizzazione di convegni internazionali sui tre autori. Ricordiamo che il progetto è stato presentato in precedenza a Trieste, Roma e a Fiume, mentre a Zagabria è stato presentato dalla prof.ssa Gianna Mazzieri-Sankovi? e dall’ex ambasciatore croato a Roma, Damir Grubiša, come pure dalla presidente della CI, Melita Sciucca, e dal presidente dell’AFIM, Franco Papetti. Presenti all’importante evento anche il direttore dell’IIC, Gian Luca Borghese, il quale si è detto compiaciuto per il fatto che l’Istituto sia diventato “una cassa di risonanza per questi autori di altissima levatura, ma che non hanno guadagnato la notorietà e l’apprezzamento che meritano”, come pure l’ambasciatore d’Italia in Croazia, Paolo Trichilo, il quale ha dichiarato di considerare molto importante la presentazione dei quattro scritti sia in Croazia che in Italia in quanto Fiume rappresenta una “presenza particolare e ci sono tante storie che meritano di venire riconosciute”.
Un ritorno spirituale e culturale
Franco Papetti ha spiegato che l’AFIM rappresenta i circa 38mila italiani fiumani sparsi nel mondo che, nonostante vivano in altri Paesi, continuano a essere legati alla loro città. “Chiaramente, un ritorno fisico a Fiume è impossibile, in quanto siamo ben radicati negli ambienti in cui viviamo, ma in questi giorni abbiamo fatto un ritorno spirituale e culturale nella nostra città natale – ha osservato Papetti –. Questi libri sono stati presentati nell’Aula consiliare della Città di Fiume nell’ambito di congressi organizzati in collaborazione con il sindaco, mentre il 31 ottobre è in programma il convegno dedicato a Osvaldo Ramous, il cui romanzo ‘Il cavallo di cartapesta’ è stato presentato di recente nella traduzione croata (Papirnati konj)”.
Melita Sciucca ha ricordato che la CI collabora con le scuole, la Casa editrice Edit, Radio Fiume, il Dramma Italiano e anche con l’AFIM nella realizzazione di progetti che confermano l’italianità come parte integrante della cultura fiumana. Ha osservato, inoltre, che negli ultimi anni, da quando c’è l’AFIM c’è stato un ricongiungimento con gli esuli e il rapporto di collaborazione è molto più concreto.
La bella letteratura
La prof.ssa Gianna Mazzieri-Sankovi? si è soffermata sulle opere degli autori succitati, rilevando che sia la letteratura fiumana che quella istro-quarnerina sono ugualmente sconosciute. “Questi autori scrivono sapendo che il lettore è lontano – ha osservato Mazzieri-Sankovi? –. Ci troviamo di fronte a tantissime pagine di bella letteratura. Gli autori fiumani hanno avuto un vissuto davvero particolare e lo hanno tradotto in pagine spettacolari”, ha rilevato, puntualizzando come i congressi dedicati a Morovich, Santarcangeli e Vegliani hanno riunito diversi studiosi internazionali, che hanno cercato di inserire questi autori in un contesto utilizzando il metodo scientifico. Ha ricordato, inoltre, che con la pubblicazione di cofanetti bilingui ci si apre non solo al lettore italiano, ma anche a coloro che non conoscono l’italiano e che soltanto così possono conoscere questo importante segmento della letteratura di Fiume. Ha annunciato, inoltre, che, oltre al congresso su Ramous in ottobre, verrà realizzato anche un cofanetto bilingue con i racconti di questo scrittore.
I fantasmi e il surrealismo
Gianna Mazzieri-Sankovi? ha quindi presentato in brevi linee ciascuno degli autori fiumani, iniziando da Enrico Morovich, il quale – ha osservato – presenta alcuni eventi scomodi attraverso i fantasmi e il surrealismo. Stando a Mazzieri Sankovi?, in nessuna delle opere presentate il confine non è visto come qualcosa di positivo, ma come un’imposizione. Paolo Santarcangeli, ha rilevato, se ne andò da Fiume per stabilirsi infine a Torino, dove ebbe un’importante carriera universitaria. Il suo racconto “In cattività babilonese” è una testimonianza della Seconda guerra mondiale e la sua esperienza del campo di concentramento. Parlando di Franco Vegliani e del suo libro “La frontiera”, la relatrice ha ricordato che Claudio Magris lo definì uno dei più bei libri della letteratura triestina del dopoguerra. “Tra i temi più frequenti della sua opera sono l’attenzione per la morale, la giustizia, le norme e le storie di confine soggette a continui cambiamenti”, ha puntualizzato, anticipando infine il nuovo cofanetto dedicato a Ramous. “Ci sono tantissime opere inedite di Ramous, ma noi abbiamo deciso di tradurre e pubblicare ‘I figli della cometa’, una raccolta di una ventina di racconti che venivano pubblicati sulla rivista Panorama”, ha rilevato Mazzieri-Sankovi?, aggiungendo che tra le opere inedite del grande scrittore fiumano ha trovato anche tre capitoli che appartenevano al romanzo “Il cavallo di cartapesta”.
Un’impresa di grande portata
Il traduttore dei succitati libri, Damir Grubiša, ha dichiarato che ha accettato volentieri l’“obbligo” di tradurre queste opere in quanto fiumano di nascita. “Questo progetto è un’impresa di grande portata – ha puntualizzato –. Questi scrittori scrivono per sé stessi e traducendoli in croato li facciamo conoscere a un pubblico più vasto. Il realismo magico è tipico per gli autori fiumani”, ha rilevato Grubiša, il quale si è soffermato sull’identità multiculturale e multietnica di Fiume, ricordando che all’inizio del XX secolo in città venivano pubblicati quattro quotidiani, in italiano, croato, tedesco e ungherese. Ha fatto pure riferimento a Osvaldo Ramous, che nelle sue opere riflette sulla natura di Fiume, e ha espresso l’augurio che si continui con la pubblicazione di cofanetti bilingui di autori fiumani.
In conclusione sono stati annunciati nuovi progetti legati all’affermazione della componente italiana di Fiume. Uno di questi è l’idea di apporre una targa sulla casa di Ramous in concomitanza con il convegno sullo scrittore, in programma, come detto più sopra, il 31 ottobre prossimo.
Helena Labus Ba?i?
Fonte: La Voce del Popolo – 19/06/2024