Il Comitato di Milano dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, nell’ambito dell’iniziativa “Milano è memoria” del Comune di Milano, martedì 9 Gennaio, alle ore 17.30, alla sala Pirelli di via Fabio Filzi 22 a Milano, in un incontro rievocherà il percorso umano e artistico dei fratelli Nino (1925 -2011) e Silvio (1927 – 2017) Gregori, nati a Parenzo in Istria oggi Croazia. Dopo aver completato gli studi artistici a Venezia i Fratelli si trasferirono a Trieste dove mossero i primi passi nel campo dell’illustrazione.
Lavorarono poi a lungo a Roma prima di approdare a Milano nella redazione di Famiglia cristiana, come direttori artistici, chiamati dal mitico direttore don Giuseppe Zilli.
Due grandi artisti istriani, capaci di passare indifferentemente dall’uso della matita all’acquerello, dal pennello al carboncino. La loro è stata un’opera poliedrica che ha lasciato segni nella cartellonistica pubblicitaria, ma anche in tele d’arte pittorica.
Nino e Silvio Gregori avevano l’atelier al secondo piano dell’edificio che ospitava le redazioni del Gruppo Periodici San Paolo, esattamente sotto quello del direttore che era ubicato al terzo piano. Era un ampio locale, molto luminoso esposto alla luce del sole fin dalle prime ore del mattino.
Aveva diverse finestre che, ad angolo, si affacciavano sul cortile interno degli edifici che ospitavano la sede della Periodici San Paolo in via Giotto. All’atelier si accedeva alla fine del lungo corridoio su cui si affacciavano diversi uffici. Era una specie di “isola felice”, appartata e lontana dalla confusione e dal nevrotico andirivieni di redattori in permanente stato d’eccitazione.
Nino e Silvio erano persone gioviali, cortesi, ma anche gelosi della loro intimità. Come tutti coloro che hanno un’alta professionalità non avevano bisogno di ostentare la loro competenza. Avevano lavorato a lungo a Roma e a Milano; avevano incontrato e conosciuto molte personalità e frequentato anche ambienti dove si esercita il potere. Sapevano molto e anche per questo dicevano solo quello che era opportuno dire. Non erano mai ridondanti nei loro colloqui. Avevano anche una buona dose di umorismo. Erano soprattutto innamorati di Parenzo, la loro città natale.
Molti lettori hanno goduto delle loro opere e tra i lavori più famosi ancora oggi si ricordano le illustrazioni de “I Promessi Sposi”, “I Malavoglia”, “Il Gattopardo” e due racconti fiabeschi abbinati a Pinocchio e Maestro Domenica.
Fonte: Varese in luce – 04/01/2023