Scritto da Mauro Manzin, «Il Piccolo», 29/03/14
sabato 29 marzo 2014
TRIESTE – C’è chi, come la Slovenia, gli dedica una mostra antologica nell’area fieristica della capitale Lubiana, una mostra con tutti i crismi storici necessari e che non “nasconde” neppure le pagine scure della sua dittatura (leggi il gulag sull’isola di Goli Otok). C’è chi, come la Serbia, ne allestisce, invece, una sorta di esposizione degli orrori perpetrati dal suo regime. C’è chi, come gli statunitensi, ne fanno oggetto di viaggi didattici per studenti con tanto di acquisto dell’uniforme da pioniere. E c’è chi, invece, come i cinesi, ne vuole fare un vero e proprio remunerativo business di “turismo ideologico”.
Stiamo ovviamente parlando del maresciallo Josip Broz Tito che a trentaquattro anni dalla sua scomparsa, nonostante il crollo del comunismo e dei regimi a questo concatenati, rimane una sorta di icona sia per chi ha vissuto nella “sua” Jugoslavia, sia per i cosiddetti “Paesi non allineati”, sia per i cinesi che lo considerano un vero e proprio eroe internazionale. Ed ecco che dall’ideologia al business il passo è breve. La casa natale del defunto maresciallo a Kumrovec, piccola cittadina al confine tra Croazia e Slovenia sta mostrando il segno dei tempi e dell’incuria. Ma i tarli della storia non riusciranno a sopraffare le vecchie mura natie di Tito. La salvezza arriva, come detto, da Pechino. La Chinese-South European Business Association, infatti, si è impegnata a raccogliere nel proprio Paese 100 milioni di kune (circa 13 milioni di euro) per finanziare il progetto per conto del Distretto di Kumrovec che prevede la ristrutturazione della casa natale di Tito nonché la trasformazione dell’intera area in un “parco del ricordo” che diventerà la meta dei turisti cinesi, ma anche di molti altro nostalgici dell’area dei “non allineati”.
Ottimista il sindaco di Kumrovec, Dragutin Ulama. «Tutte le questioni relative alla proprietà dell’area interessata sono stati risolti – spiega – e ora le strutture sono pronte per gli investimenti necessari a ridare loro un nuovo aspetto». Per cercare di trasformare i soldi che arriveranno dalla Cina in un business non occasionale i tre Comuni della regione, ossia Kumrovec, Zagorska Sela e Desini„, sono pronti a dare vita a un vero e proprio consorzio turistico che sia in grado di offrire una nuova e molto peculiare esperienza turistica che sia in grado di coniugare storia e mito (quello di Tito) con la bucolica atmosfera locale, valorizzando anche la cultura contadina locale e la tradizione gastronomica che ne deriva. Le ambizioni di Kumrovec saranno esaminate in Cina il prossimo mese di aprile in modo da riuscire a rendere operativi gli investimenti prima possibile. Insomma, seppellita l’ideologia che ne ha sostenuto il potere, spellita la Jugoslavia, sepellito anche lui, il caro estinto può ancora diventare una buona fonte di reddito, soprattutto se si chiama Josip Broz Tito. Una figura storica che si può discutere, rispettare o disprezzare, o solamente leggere come un capitolo delle vicende che hanno caratterizzato il XX secolo. Cancellarlo sarebbe un errore, anche perché un popolo senza storia è pericoloso tanto quanto un popolo con troppa storia.