La tragedia delle foibe, il dramma degli esuli: pagine tristissime del nostro passato che sono ancora dolorose, ferite che non possono rimarginarsi completamente. Bisogna approfondire per comprendere le dimensioni dell’orrore che toccò i nostri connazionali; bisogna soprattutto ricordare per dare dignità a chi fu vittima di quelle violenze. E’ un percorso lungo, che, nel tempo, ha dovuto fare i conti con reticenze ideologiche, rimozioni interessate e molte strumentalizzazioni. Per riconciliarci con le popolazioni di Slovenia e Croazia è fondamentale continuare a impegnarsi affinché emerga la verità: da un lato, per gli stati ex-jugoslavi, è stato necessario riconoscere il calvario patito dagli italiani e le brutalità delle più spietate fazioni titine nei loro confronti; noi, invece, dobbiamo continuare ad elaborare una severa riflessione sulle colpe del fascismo, sui crimini e sulle sofferenze inflitte alla minoranza slovena e croata negli anni bui della dittatura. Nessuna riconciliazione può far dimenticare il dolore subito, ma può consentirci di superare le ferite che ci siamo reciprocamente inferti; possiamo, più di tutto, comprendere che oggi sono molte di più le ragioni che ci uniscono nel comune destino europeo rispetto a quelle che un tempo ci divisero.
L’Arena di Pola, 10 marzo 2017