Scritto da Coordinamento Adriatico
In occasione della visita in Friuli Venezia Giulia del ministro degli Affari esteri – Franco Frattini – è stata aperta nel pomeriggio del 15 maggio in piazza Unità, a Trieste, quella che viene considerata la più grande bandiera europea. Proveniente da Lodz (Polonia), il vessillo, che misura 30 metri per 20, è stato spiegato da un centinaio di volontari. Oltre a Frattini, alla cerimonia hanno preso parte il presidente del Comitato delle Regioni d’Europa, Luc Van den Brande e il sindaco della città polacca, Jerzi Kropiwnicki. «Il Ministro Frattini – afferma il Presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Renzo Codarin che ha incontrato il ministro degli Esteri nella stessa Trieste – si è dimostrato attento ai rapporti che intercorrono tra Governo ed esuli, auspicando che tale collaborazione possa continuare e proseguire nei prossimi colloqui. Ha sottolineato l’importanza del dialogo volto a individuare i percorsi da perseguire per poter immaginare una soluzione alle annose richieste legate alla vicenda degli esuli istriani, fiumani e dalmati». Per il presidente della Federazione, l’attenzione dimostrata dal titolare della Farnesina «rappresenta un punto fondamentale per la risoluzione di nodi cruciali attraverso un approccio costruttivo, per poter guardare – conclude – a future ma rapide soluzioni».
Sul contenzioso marittimo tra Lubiana e Zagabria l’Italia spera che «la Slovenia sia flessibile in spirito europeo». Ha detto Franco Frattini, commentando i rapporti tra i due Paesi, in particolare, le difficoltà che Lubiana pone all’ingresso di Zagabria nell’Unione Europea. «C’é una proposta della Commissione Europea che io credo – ha aggiunto il ministro – meriti di essere accettata. É una proposta che va incontro alle giuste preoccupazioni slovene di avere una considerazione per l’accesso al mare aperto in Adriatico, ma al tempo stesso alle preoccupazioni croate di non vedere bloccati 12 capitoli solamente per una questione bilaterale». «L’Europa è tutta insieme – ha spiegato Frattini – a incoraggiare entrambi le parti. Noi siamo solidali con la Slovenia che è un Paese europeo ma siamo anche solidali verso le giuste aspirazioni della Croazia affinché entri finalmente nel 2010 nell’Unione Europea». Il ministro ha poi ricordato che una proposta italiana sulla questione c’é già stata. «Abbiamo contribuito all’aggiustamento e alla limatura dei testi che ci sono – ha specificato – ma abbiamo preferito collaborare con la Commissione Europea, anche se io sono quasi quotidianamente in contatto con entrambi».
Zone franche locali in Friuli Venezia Giulia per «abbattere il differenziale transfrontaliero, soprattutto sul fronte fiscale». A prospettarle, è stato di nuovo lo stesso Frattini, aprendo alle molteplici richieste giunte sulla questione da parte degli enti locali, alla luce delle pesantissime ricadute che la cancellazione delle agevolazioni ha comportato per il tessuto economico. «L’Unione europea su questo punto è particolarmente rigida – ha osservato – tuttavia, credo che degli aiuti mirati che non stravolgano il mercato interno ma che ne limino le differenze tuttora esistenti possano essere adottati. Non appena queste misure saranno disponibili il Friuli Venezia Giulia sarà una delle prime aree dove queste saranno assunte». Oltre alla striscia confinaria giuliana, Frattini ha evidenziato che anche Tarvisio «meriterebbe» l’attivazione di una zona franca locale. Frattini, inoltre, proprio nel corso dell’incontro con il sindaco di Gorizia, Ettore Romoli, ha fatto mettere in programma alla Farnesina un incontro per discutere la questione. «Indirizzandoli a particolari settori – ha soggiunto – soprattutto alla luce di questo momento di particolare difficoltà per l’economia, ci sono delle buone ragioni per adottare aiuti specifici».
L’Euroregione tra Friuli Venezia Giulia, Veneto, Carinzia e Slovenia «permetterà di ridurre i differenziali tra i territori, per esempio, quello fiscale». Lo ha ribadito in seguito il ministro degli Esteri, a margine della visita al Sincrotrone di Trieste, parlando con i giornalisti a proposito del recepimento della normativa sui Gect (Gruppo europeo di cooperazione territoriale) all’interno della legge comunitaria. Secondo Frattini, «l’Euroregione vuol dire fare sinergia in una delle aree più avanzate d’Europa, per fare un ponte – ha sottolineato – verso la Baviera e il centro dell’Europa». Il gruppo di collaborazione, secondo il titolare della Farnesina, dovrà inoltre «rafforzare la collaborazione transfrontaliera che – ha precisato – in materia di investimenti, di infrastrutture ma anche di tecnologia richiede una maggiore sinergia, al di là dei confini nazionali». Infine, per Frattini l’Euroregione «certamente potrà attenuare quelle diversità che la libera circolazione – ha concluso – ha acuito». Sempre Frattini, poi, ha ricordato come sia in dirittura finale, in Parlamento, la legge istitutiva dell’Euroregione. «La proposta che abbiamo presentato alle camere sta per essere licenziata. – Ha rimarcato fiducioso – Abbiamo già ricevuto le candidature del Veneto, dello stesso Friuli Venezia Giulia, della Carinzia e della Slovenia e siamo determinati a portare avanti questo progetto».
Infine, è arrivata una presa di posizione contro il fenomeno (annoso) del lavoro nero transfrontaliero che, stando alle ultime stime disponibili, rese note dalle sigle sindacali italiane e d’oltreconfine, coinvolge circa 5mila tra sloveni e croati che ogni giorno attraversano raggiungono le province di Gorizia e Trieste per essere impiegate principalmente nel settore dell’edilizia e dell’assistenza famigliare. «Si tratta di un problema che va contrastato con forza perché penalizza imprenditori e aziende che rispettano le regole – ha evidenziato. «Il ministro del Welfare Sacconi sul tema del lavoro nero ha fatto e sta facendo molto. É inaccettabile sfruttare la libertà di circolazione per aggirare le norme: così viene distorta la concorrenza».