Scritto da ANSA, 10/11/09
Tra Italia e Slovenia c’é «grande convergenza e consenso su tutti i temi in agenda»: su questioni «delicate di politica internazionale siamo sullo stesso fronte, «nessuna «divergenza o dissenso». Il ministro degli estri Franco Frattini, volato oggi a Lubiana per partecipare alla riunione, la seconda dalla sua costituzione un anno fa, del Comitato di Coordinamento tra i ministri dei due paesi, ribadisce così il «clima di amicizia, collaborazione e cooperazione» italo-sloveno. Dicendosi ottimista anche su quello che al momento sembra rappresentare il ‘pomo della discordia’ tra i due paesi: il rigassificatore di Zaule-Trieste, un impianto da 8 miliardi di metri cubi di gas l’anno, sul quale da tempo la Slovenia non lesina rilievi e prese di posizione, paventando anche un ricorso alla giustizia europea. «Stiamo fornendo un importante documentazione alla Slovenia che darà tutte le risposte che sta attendendo«, spiega Frattini in conferenza stampa al fianco del ministro dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo che oggi – nell’ambito dei lavori del comitato – ha avuto un bilaterale con l’omologo sloveno Karl Erjanec. «Chiarimenti che daranno la possibilità di andare avanti nel progetto», aggiunge Frattini. «Con questi documenti speriamo si possano chiarire tutti i dubbi e procedere» gli fa eco la Prestigiacomo sottolineando che la documentazione preparata dall’Italia potrà permettere di superare i problemi, di «andare avanti. Non credo ci sarà bisogno di ricorsi all’UE da parte slovena», ha aggiunto la responsabile dell’ambiente.
Ma Lubiana frena. «È stato un incontro proficuo ma serviranno altri confronti», spiega Erjanec sottolineando di «non essere d’accordo» sul fatto che la documentazione fornita «possa togliere dubbi al governo sloveno». Lubiana – ha ricordato – vorrebbe «vedere un Via (valutazione di impatto ambientale) che prenda in considerazione anche l’impatto ambientale transfrontaliero. Molti aspetti sono stati chiariti ma vogliamo un Via complessivo, che comprenda misure di mitigazione ambientale», ha aggiunto il ministro sloveno. «Sono soddisfatto che il processo di collaborazione bilaterale sia andato avanti e che i ministri dell’ambiente abbiano avuto colloqui e abbiano convenuto che li riprenderanno a breve», ha sottolineato il ministro degli esteri sloveno, Samuel Zbogar, aprendo la conferenza stampa finale dei lavori del comitato che ha visto a Lubiana bilaterali anche tra i rappresentati dei Trasporti, dell’Università e dell’Agricoltura. «È stato un incontro importante e di grande convergenza», ha ribadito Frattini spiegando che su questioni delicate come Afghanistan e Balcani Occidentali «siamo sullo stesso fronte». E «siamo convinti che sul fronte dei Balcani Occidentali si debba garantire una prospettiva europea a cominciare dai visti», ha aggiunto spiegando che c’é impegno a lavorare insieme anche per un summit, nel 2010, sotto la presidenza spagnola.
«Abbiamo espresso apprezzamento per il recente accordo con la Croazia» sulla disputa dei confini marittimi che consentirà tempi rapidi per l’adesione all’UE di Zagabria. Nel corso dei lavori – come riporta anche la dichiarazione finale, siglata dai due responsabili degli Esteri – è stata affrontata anche la questione delle minoranze dei due paesi. L’Italia – ha spiegato Frattini – ha garantito lo stanziamento previsto dalla Finanziaria dello scorso anno (oltre 4 milioni di euro) anche per il 2010 e cercherà, anche il prossimo anno, di stanziare il milione aggiuntivo deciso quest’anno con un integrazione in ambito al decreto mille proroghe. «Altrettanto ci aspettiamo dalla Slovenia per la nostra minoranza nel paese», ha aggiunto Frattini citando anche la necessità del «riconoscimento alla Radio-Tv Capo d’Istria». Nel bilaterale con Zbogar – ha aggiunto Frattini – «abbiamo anche parlato della nuova Europa» alla luce del Trattato di Lisbona e di «molti altri temi, in spirito di assoluta collaborazione positiva».
Tra gli argomenti anche quelli relativi alla cooperazione in tema ferroviario, energetico e agricolo. Non si è invece «affrontata la questione» della centrale nucleare di Krsko per la quale la Slovenia starebbe studiando un raddoppio della capacità che potrebbe registrare l’interesse dell’Enel ad «essere contattata».