Scritto da Giorgio Federico Siboni
lunedì 03 dicembre 2012
L’ampio e auspicabile interesse che da alcuni anni a questa parte investe a più livelli la «questione giuliana», sembra però talvolta esplicitarsi soprattutto sulla spinta della realtà contingente e della sensibilità presente, lasciando così almeno parzialmente sullo sfondo le origini e i contesti nei quali tale questione si è prodotta ed è giunta a un grado di elaborazione cognitiva da parte del pubblico contemporaneo. Rivedere – grazie al prezioso ausilio delle fonti storiche, degli scambi commerciali e delle problematiche istituzionali – i processi che da tale genesi conoscitiva si sono in effetti originati, può aiutarci a meglio inquadrare una problematica tanto complessa, quanto ricca di elementi suscettibili di approfondimento. I riflessi di tali considerazioni colorano le scelte del presente, le vicende economiche dell’attualità con nuove sfide per le imprese e il commercio in un contesto europeo in continuo cambiamento.
La ricostruzione dei rapporti economici nell’Alto Adriatico in Età moderna e contemporanea e l’attualizzazione di questi contatti nelle nuove strutture istituzionali delle Euroregioni concretamente realizzabili dal punto di vista giuridico dopo l’entrata in vigore del regolamento GECT, costituiscono la migliore forma per valorizzare e divulgare la storia, la cultura e le tradizioni proprie delle regioni dell’Istria, del Quarnaro e della Dalmazia e per svolgere attività di ricerca sulle vicende dei medesimi territori. Avendo come obiettivo tale percorso, la Associazione Coordinamento Adriatico ha condotto definitivamente a termine i risultati di un importante progetto multidisciplinare e pluriennale – opportunamente finanziato ai termini della legge n. 72/01 – che ha coinvolto sigle associative, enti di ricerca e dipartimenti universitari.
Ne è sortita un’importante e coesa raccolta di studi e di documenti dal titolo: Fenomenologia di una macro regione. Sviluppi economici, mutamenti giuridici ed evoluzioni istituzionali nell’Alto Adriatico tra Età moderna e contemporanea (Milano, Leone Editore, 2012). La pubblicazione è articolata in due volumi: il primo a cura di Giuseppe de Vergottini, Davide Rossi e di chi scrive. Il secondo a cura dello stesso de Vergottini insieme con Guglielmo Cevolin e Ivan Russo. I due tomi sono rispettivamente dedicati ai profili storici e storico-giuridici del tema (vol. I) e a quelli economici e giuridico-istituzionali delle questioni variamente analizzate (vol. II).
Scrivono i curatori, nella loro comune prefazione, «Ambizione di questi scritti è […] trovare un momento di sintesi tra mondi lontani – il diritto, la storia, l’economia, la politica e le istituzioni – che devono rintracciare un inevitabile fondamento culturale per fornire un’interpretazione corretta e una chiave di lettura diacronica».
I saggi presenti nella raccolta – per oltre 1.500 pagine complessive di approfondimenti – operano un’attenta distinzione tra memoria, esperienza dei protagonisti e ricostruzione documentata nel solco di linee esegetiche della società, della cultura e del costume delle terre alto adriatiche attraverso la cartina di tornasole rappresentata dall’economia e dal commercio. Lungo la storia, passando per Venezia e il suo potere commerciale nel Mediterraneo fin dal XVI secolo, in Istria e in Dalmazia e nella comunità di Fiume, per giungere agli scenari contemporanei che si aprono con i nuovi rapporti istituzionali, i trattati commerciali con gli Stati dell’ex Jugoslavia e lo sfruttamento del Golfo di Trieste, approfondendo soprattutto gli aspetti della cultura economica e della favorevole espansione ai traffici intellettuali e commerciali dei porti adriatici. Un territorio ampio e diversamente strutturato, non soltanto luogo di passaggio, ma vera e propria via di accesso all’Europa e al Mediterraneo: porta di ingresso del continente e delle strade per il Levante.
Emerge così, attraverso i vari saggi costituenti i due volumi richiamati, il panorama di una grande regione in costante mutazione sulla scena internazionale, senza con ciò mai prescindere dai luoghi, dagli uomini e dalle condizioni sociali che su queste terre gravitavano e da questi luoghi si innervavano. Il confronto tra diverse epoche storiche è stato sempre proposto con l’esplicito richiamo al presente, come in un continuo rapporto di influenze e di riflessi tra le svariate esposizioni del passato e del futuro.
Oltrepassando i limiti scientifici delle varie discipline, formando una sinossi di contributi basati su una ricerca che possa ampliare la prospettiva contingente, il progetto ha concluso fra gli altri soprattutto l’obiettivo primario di fare maturare spunti e metodologie al fine di elaborare varie suggestioni di indagine non astrattamente configurate né precostruite, ma adeguate alla particolare ipotesi di studio che ciascuno studioso ha progettato. Ciò ha comportato un approfondimento della sensibilità critica per approdare alla conoscenza dei caratteri e dello svolgimento della società adriatica nelle sue peculiarità e negli elementi più pregnanti che l’hanno strutturata, ma anche nei suoi interni nessi costitutivi in Età moderna e contemporanea, facendo in modo che l’aggiornamento scientifico si trasformasse in una risorsa materiale e in uno strumento di promozione culturale per i territori che si affacciano sulle diverse sponde dell’Adriatico.