L’Istria ha una nuova guida in italiano, ma il fatto non rappresenterebbe una notizia se a pubblicarla non fosse stato un grande editore italiano come Feltrinelli e, ancor di più, se l’autore non fosse un membro della Comunità nazionale italiana di Croazia e Slovenia, in questo caso la Fiumana Florinda Klevisser.
Infatti, non sono molti gli autori della CNI finora pubblicati da prestigiosi editori italiani (Giacomo Scotti con Mursia, Nelida Milani Kruljac con Sellerio, Egidio Iveti? con Il Mulino) e mai prima d’ora a un’italiano dell’Istria o di Fiume era stato dato l’incarico di scrivere una guida sull’Istria. E la cosa, specie nella toponomastica e nella sensibilità per la componente italiana della penisola si notava eccome. E in senso negativo.
Ora invece, con “Istria” di Florinda Klevisser, in vendita al prezzo di 18,05 euro, abbiamo in mano una guida più corrispondente alla realtà istriana: rispettosa del presente ma anche della storia, dei suoi abitanti come di chi desidera visitarla.
Florinda Klevisser è nata a Fiume dove ha vissuto fino agli studi universitari, portati a termine a Trieste con il conseguimento del titolo di dottore di ricerca in geografia, specializzandosi in geografia urbana e sistemi informativi territoriali. Ha insegnato presso l’Università degli studi di Trieste e l’Università del Litorale a Capodistria, oltre che a numerosi Master e corsi post laurea di altro genere. È autore di numerosi articoli giornalistici e contributi scientifici a livello internazionale. Ha pubblicato nel 2011 Viaggia con me… spendendo poco per la casa editrice EDIT di Fiume e per Morellini Editore il racconto Il fantasma del Consolato nella raccolta Monaco d’autore (2016) Trieste al femminile (2017) e la guida Fiume (2022). È anche caporedattrice del periodico della Comunità degli Italiani di Fiume “La Tore”. Attualmente vive tra Fiume e Roma, dove l’abbiamo contattata per quest’ intervista.
Innanzitutto complimenti. Lei ha scritto una gran bella guida ed è riuscita pubblicarla con una prestigiosa casa editrice italiana. Ci racconta qualche dettaglio di questo suo approdo alla Feltrinelli, un editore che rimane fuori dalla portata di molti.
Grazie per i complimenti, che valgono il doppio quando vengono fatti da una testata istriana come la vostra. La collaborazione con Feltrinelli è per me un grande onore. È nato tutto grazie alla mia precedente esperienza come scrittrice di guide per Morellini Editore, pure di Milano, con il quale ho pubblicato le guide “Trieste al femminile” e “Fiume”. La Feltrinelli ha deciso di pubblicare una collana dedicata a guide pensate per i viaggiatori italiani e si è rivolta a Morellini che vanta una grandissima esperienza nel settore, dando vita a una bella collaborazione. Da cosa nasce cosa e mi sono trovata a firmare un contratto con uno dei più grandi editori italiani. Sul momento ho pensato a un grande colpo di fortuna, ma oltre ad essa c’è un lavoro di anni e di tanto impegno che mi ha fatto crescere come autrice.
Nella sua guida lei ha fatto una precisa scelta culturale e politica, oltre che d’interesse turistico: ha presentato tutta l’Istria geografica senza limitarsi ad una delle divisioni amministrative che vedono una Regione istriana, un’Istria liburnica, un’Istria slovena e un’Istria italiana nel Muggesano. È stata una decisione sua o dell’editore, e come mai ha voluto farlo?
La decisione è stata mia e non avrei potuto fare diversamente. Sono una geografa, con un dottorato di ricerca in questo ambito, e per me una guida completa dell’Istria deve comprendere la regione geografica, che tra l’altro è ancora più interessante se vista in un’ottica transconfinaria e nello spirito europeo del superamento dei confini tra gli Stati membri. Spesso ci dimentichiamo che anche Muggia fa parte dell’Istria, ma basta prendere l’auto e andare da Trieste al porticciolo muggesano che, anche senza scendere dal veicolo, ci si rende conto che ci si trova in un territorio diverso. I colori e l’architettura dei palazzi, l’atmosfera, gli odori… E la stessa cosa vale per la costa liburnica, anche se ha una storia molto diversa da quella di Muggia o dei comuni dell’Istria slovena. Credo che valga la pena scoprire la penisola istriana nella sua interezza, assaporandone ogni aspetto. Per fortuna, grazie a Schengen ora possiamo farlo (speriamo) senza troppi intoppi. Ho spiegato tutti questi ragionamenti al mio editore e ne è stato subito entusiasta.
Mi piace che in un territorio così piccolo, che si può girare facendo gite poco faticose, ci siano tante sorprese: in Istria non manca nulla e si va dalle mummie e i vampiri alle tracce di dinosauri e i deserti, agli affreschi con scheletri danzanti, ai graffiti in glagolitico. E non ho nominato le cose per le quali la penisola istriana è soprattutto conosciuta come la basilica Eufrasiana, patrimonio Unesco. Inoltre, sono una grande amante dell’enogastronomia istriana, che è un’eccellenza a livello mondiale
Complimenti anche per il fatto che i nomi delle località sono bilingui. Come ha reagito l’editore a questa sua scelta, considerato che il mainstream italiano spesso trascura la toponomastica bilingue istriana?
Ho concordato tutti i dettagli con Mauro Morellini prima di firmare il contratto e Feltrinelli ha accettato senza discutere, fidandosi dell’esperienza del partner. Sono molto contenta di questa scelta, anche se crea varie complicazioni nella stesura e lavoro in più per me. Devo dire che molte persone hanno notato soprattutto questo aspetto della guida e mi hanno ringraziato. Per me anche questa, come la questione dell’area, era una scelta scontata perché trovo che sia molto importante riportare i nomi anche in italiano, sia come segni dell’identità storica, sia visto che molti di essi sono in uso corrente. Per fortuna l’editore è stato d’accordo anche con questa decisione, perché non sempre è così.
Lei è Fiumana. Come ha conosciuto l’Istria e qual è, da “esterna”, la sua percezione dell’Istria?
I Fiumani amano l’Istria, anche se tendenzialmente non pensano ad Abbazia e alle altre località della Liburnia come istriane. Da Fiume vediamo il Monte Maggiore, che onoriamo quasi come una montagna sacra che ci aiuta a prevedere il meteo, andiamo a mangiare la domenica negli agriturismi di Cerreto, Barbana e tanti altri, acquistiamo il vino dai produttori istriani… Credo che Fiume sia uno dei posti più belli dove vivere, anche perché si trova a due passi dall’Istria e penso che molti Fiumani condividano questa mia opinione. L’Istria l’ho conosciuta più da vicino a partire dal 2012, quando per l’Edit di Fiume ho curato per alcuni anni l’inserto “Vacanze in Istria e nel Quarnero” per il quotidiano “La Voce del Popolo”.
“Credo che il turista venga in Istria per l’atmosfera che qui si respira, molto rilassata e a volte idilliaca. È un luogo sicuro, dove i bambini possono giocare tranquilli, dove si mangia particolarmente bene, non lontano da gran parte dei paesi europei. Questo è sicuramente un mix di fattori che offre grandi opportunità di successo”
Cosa le piace di più dell’Istria? Cosa l’ha sorpresa maggiormente?
Mi piace che in un territorio così piccolo, che si può girare facendo gite poco faticose, ci siano tante sorprese: in Istria non manca nulla e si va dalle mummie e i vampiri alle tracce di dinosauri e i deserti, agli affreschi con scheletri danzanti, ai graffiti in glagolitico. E non ho nominato le cose per le quali la penisola istriana è soprattutto conosciuta come la basilica Eufrasiana, patrimonio Unesco. Inoltre, sono una grande amante dell’enogastronomia istriana, che è un’eccellenza a livello mondiale. Basti pensare all’olio extravergine d’oliva, che vince continuamente premi importanti, e la stessa cosa vale per il vino. Ma anche il prosciutto, che adoro, e il tartufo e… Potrei continuare a oltranza. È veramente sorprendente come tante eccellenze si concentrino in questa penisola, ovviamente anche grazie al grande lavoro fatto dagli Istriani negli anni.
Mi ha sorpresa la quantità di chiese affrescate nel medioevo e il fatto che ogni paesetto, anche il più sperduto, abbia un tesoro da scoprire. Ne sono rimasta veramente affascinata. Più cose scrivevo e più cose avevo ancora da dire: sembravano aumentare invece di esaurirsi, mentre invece lo spazio a mia disposizione diminuiva, rendendo il lavoro sempre più complesso per la necessità di procedere a tagli e selezioni. L’Istria è proprio una Terra Magica.
I punti forti dell’Istria sono, secondo me, la ricchezza e la diversità culturale e paesaggistica.
Nel suo testo ha preso in considerazione il patrimonio storico e culturale, la natura (mare e colline), le leggende (streghe e vampiri), la gastronomia, la musica, il multiculturalismo (Comunità degli Italiani da una parte, il glagolitico dall’altra), ma anche le strutture turistiche, i ristoranti e gli agroturismi, lo sport. Secondo lei perché un turista sceglie di venire in Istria e perché dovrebbe farlo? Quali sono i punti forti dell’Istria che si dovrebbero valorizzare?
Credo che il turista venga in Istria per l’atmosfera che qui si respira, molto rilassata e a volte idilliaca. È un luogo sicuro, dove i bambini possono giocare tranquilli, dove si mangia particolarmente bene, non lontano da gran parte dei paesi europei. Questo è sicuramente un mix di fattori che offre grandi opportunità di successo. Oltre ai turisti che vengono in Istria per rilassarsi e riposare, o per un turismo enogastronomico, credo che la penisola dovrebbe essere visitata anche dagli amanti dell’arte medievale e dai cultori del glagolitico, quindi turisti che viaggiano per motivi culturali. Inoltre molti sportivi hanno validi motivi per fare turismo in Istria, che per loro offre veramente molto. Basti pensare si tantissimi percorsi di arrampicata sportiva e da percorrere in bicicletta.
I punti forti dell’Istria sono se, secondo me, la ricchezza e la diversità culturale e paesaggistica. Si va dal mare alle colline percorrendo pochi chilometri, si attraversano terre di diversi colori che producono cibi con diversi sapori, ci si imbatte in zone abitate da genti che parlano dialetti diversi, che hanno un avuto dominazioni diverse, e tutto questo ha creato una stratificazione interessantissima. Questa ricchezza e diversità rendono l’Istria una meta che rende possibile un turismo di grande qualità di contenuti che richiede però servizi sempre all’altezza. Qui si è fatto molto soprattutto negli ultimi anni, ma bisogna stare attenti a non alterare gli equilibri che rendono questo territorio così speciale.
Il rispetto della topomastica bilingue è stata una scelta scontata perché trovo che sia molto importante riportare i nomi anche in italiano, sia come segni dell’identità storica, sia visto che molti di essi sono in uso corrente
Nella sua guida finalmente viene riservata la dovuta attenzione alla Comunità nazionale italiana in Istria. Anche in questo caso, come mai questa scelta e qual e stata la reazione dell’editore.
Ho avuto veramente una grande fortuna che è quella di godere della fiducia dell’editore che mi ha lasciato libera nelle mie scelte e ha apprezzato il fatto di includere questa realtà così complessa in una guida turistica. Questo è secondo me una grande opportunità per tutti noi perché un libro di questo genere permette di raggiungere un pubblico molto vasto ed eterogeneo. Ho cercato di spiegare in modo leggero la storia e la presenza della nostra Comunità nel territorio istriano, con tanto di informazioni per poter partecipare ad alcune delle attività delle nostre CI.
Se non sbaglio, lei è la prima appartenente della CNI autore di una guida sull’Istria per un editore italiano.
Credo proprio di sì e questo vale anche per la guida di Fiume. Ho avuto il privilegio di poter parlare di queste terre, a cui mi lega un forte senso di appartenenza (anche da Fiumana), raccontando la nostra presenza come parte integrante della cultura locale, una presenza storica e in armonia con gli altri abitanti di questa zona. Penso che solo un membro della CNI possa raccontare la nostra realtà, che non è semplice da spiegare e viene troppo spesso politicizzata.
Quali sono stati i problemi più grossi di questo importante progetto editoriale?
Uno dei problemi più grandi con i quali mi sono scontrata è stata la suddivisione delle zone e l’ordine da seguire. Una guida turistica deve essere in primo luogo facilmente fruibile e quindi deve essere semplice trovare le cose che uno cerca. Questo non è un problema banale, perché proprio dall’organizzazione del testo dipende anche il suo successo. Un secondo problema è stata la selezione delle cose che si potevano omettere anche se interessanti. Una guida dell’Istria esaustiva assomiglierebbe più a un’enciclopedia che a un libro tascabile ed è una grande sfida riuscire a dare in modo sintetico informazioni utili, quanto più complete e sempre molto precise (e controllate su varie fonti, da pubblicazioni e siti web a verifiche sul posto) che permettano di visitare il territorio a 360°. Io parto dal punto di vista di un viaggiatore con molti interessi, come lo sono io stessa, e quindi oltre ai monumenti più conosciuti, alle spiagge o ai ristoranti, ho voluto inserire anche attività sportive, escursioni e varie cose meno note per dare uno stimolo in più a chi visita l’Istria e permettergli di capire la complessità e la ricchezza di questo territorio. Tutto ciò perché credo che l’Istria meriti di essere conosciuta nei suoi vari aspetti.
L’allegato digitale, al quale si accede con un codice QR, comprende una serie di brani musicali di vario genere, dalla musica classica al jazz passando per il folk e autori che vanno da Lidija Percan a Tamara Obrovac, dalle bitinade agli Atomsko Sklonište, da Smareglia e Elis Lovri?…
Ci spieghi cos’è l’extendedbook. Di chi è stata l’idea?
L’extendedbook è un’idea di Mauro Morellini, che il primo ad averla realizzata in Italia trovando, tra l’altro, un grandissimo riscontro sui media nazionali. Si tratta di un’estensione del libro in formato digitale, a cui si accede tramite codici QR da scansionare con il cellulare. Nel mio caso l’extendedbook comprende un approfondimento su alcune tematiche che ho dovuto tagliare dal libro per mancanza di spazio e in particolare sulle leggende istriane, sui vini, sugli agriturismi e sulla musica, che compaiono in forma sintetica nel libro. Aggiungo anche che completa il libro una colonna sonora su Spotify alla quale si accede sempre scansionando un codice QR. Comprende una serie di brani musicali di vario genere, dalla musica classica al jazz passando per il folk e autori che vanno da Lidija Percan a Tamara Obrovac, dalle bitinade agl Atomsko Sklonište, da Smareglia e Elis Lovri?.
Il libro è stato presentato a Trieste. Quali sono state le reazioni? E, in genere, ha avuto qualche feedback da parte dei lettori. E le vendite? Stanno andando?
La presentazione di Trieste è andata molto bene, anche grazie alla presenza di molte autorità e a Martina Vocci, di TV Capodistria, che ha colloquiato con me rendendo la serata molto gradevole. L’interesse mi è sembrato molto alto. La Feltrinelli ha una distribuzione molto capillare su tutto il territorio italiano e delle librerie veramente molto belle e molto frequentate, quindi ci sono tutti i presupposti per un successo della guida. Me lo auguro di cuore, anche perché è stato un lavoro impegnativo al quale mi sono dedicata con tanta energia e credo che sia utile anche come stimolo per visitare l’Istria.
Lei è geografa e amanti dei viaggi. Ha scritto anche un libro su un giro del modo che ha compiuto.
Sì, confermo tutto. Il libro che ho scritto sul mio giro del mondo, pubblicato da EDIT nel 2011, è tuttora il mio libro preferito come autrice, anche se ne sono seguiti vari altri. Si intitola “Viaggia con me… spendendo poco”. Ciò che lo rende speciale, oltre al bellissimo viaggio che racconta, sono i magnifici disegni di Goran Parlov, fumettista che lavora per la Marvel, che mi ha trasformata in un fumetto con tanto di minigonna e tacchi alti. In questo libro ci sono delle parti informative sulle località visitate che sono una specie di micro guide ed è in un certo senso il precursore delle guide che ho scritto dopo.
Concludiamo con un consiglio d’autore: le cinque cose che una persona che non è mai stata in Istria deve fare assolutamente quando viene a visitarla.
Ci sono veramente tante cose che chi vista l’Istria dovrebbe fare per goderne appieno, ma volendo sceglierne solo cinque direi intanto di facilitarmi il compito escludendo dalla lista la degustazione di cibi e vini che sicuramente è una delle cose a cui dedicarsi con attenzione e di concentrarmi su attività di altro genere. Una cosa molto bella e romantica da fare, ad esempio, è prendere una battana al tramonto e ammirare Rovigno dal mare, ascoltando i canti dei bitinadori. Un’altra cosa che mi ha entusiasmata è stata la visita della miniera di Arsia, completa di merenda del minatore. Da non fare se si soffre di claustrofobia. Consiglio di andare a vedere l’ex tempore a Grisignana, a fine settembre; visitare la chiesa di Vermo per vedere gli affreschi della danza macabra ma anche cercare le altre chiesette medievali che racchiudono affreschi di altrettanto valore sparse in giro per tutta la penisola. Visto che me ne rimane soltanto una da dire (e la scelta non è facile) suggerisco di andare a Barbana e vedere il torneo medievale dell’anello in agosto. Il bello dell’Istria è che nell’ambito di una giornata si possono fare più cose e quindi la mattina si può nuotare accanto ai resti di una villa romana, poi pranzare in un agriturismo che ha vinto premi per l’olio e il vino, nel pomeriggio visitare un castello o una chiesa particolare e poi la sera assistere a un concerto nell’Arena romana di Pola. Basta avere le energie e il tempo. Di cose da fare ce ne sono tantissime. Penso che la mia guida possa aiutarvi a darvi le idee e l’ispirazione per gite o visite più lunghe durante tutto l’anno.
Silvio Forza
Fonte: Istra24 – 15/07/2024