Può essere liberamente consultato online oppure scaricato in formato Pdf il bollettino “Coordinamento Adriatico”, trimestrale di cultura e informazione, 03/2022 di luglio-settembre:
https://www.coordinamentoadriatico.it/wp-content/uploads/2022/04/CA-03.22.pdf
Pubblichiamo l’editoriale di Lorenzo Salimbeni dedicato alle commemorazioni della strage di Vergarolla avvenuta a Pola il 18 agosto 1946, ma scarsamente ricordata al di fuori del microcosmo dell’associazionismo giuliano-dalmata.
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La tragedia di Vergarolla.
Una memoria che deve essere condivisa
Ricordare Vergarolla. Ricordare la prima strage che insanguinò il suolo della Repubblica italiana. Ricordare l’attentato che ebbe più vittime nella storia dell’Italia repubblicana. Un ricordo vivo e sentito nella comunità dell’esodo istriano e nella componente italiana autoctona di Pola. Un ricordo che da parecchi anni a questa parte unisce in una cerimonia la Comunità italiana della città dell’Arena e l’Associazione italiani di Pola e dell’Istria – Libero Comune di Pola in Esilio. Ma oltre alle delegazioni di questi due sodalizi e di altre sigle della diaspora adriatica, poche autorità intervengono, pochissimo risalto ha la notizia sui media. Il 18 agosto il clima ferragostano non aiuta lo svolgimento di commemorazioni luttuose. Mentre l’italiano medio si gode il sole, è difficile ricordargli che in una spiaggia come quella su cui si trova lui adesso, il 18 agosto 1946 esplose un deposito di mine provocando una carneficina. Sessantaquattro morti identificati, tra i quali tantissimi bambini e ragazzi. E una cinquantina circa di corpi talmente dilaniati dall’esplosione da rendere impossibile l’identificazione. Eppure poco più di un paio di settimane prima giornali e programmi televisivi hanno ricordato che il 2 agosto 1980 c’è stata la strage di Bologna, in una stazione piena di turisti in transito e qualche testata più audace ha anche posto dei dubbi sulle dinamiche dell’attentato e sulla sua storia processuale. Per Vergarolla niente di tutto questo avviene.
Certo, quest’anno oltre alle già ricordate associazioni organizzatrici della celebrazione, ai rappresentanti della comunità italiana in Slovenia e Croazia e ai diplomatici italiani – il console generale a Fiume, Davide Bradanini, e il console onorario a Pola, Tiziano Soši? – è pure intervenuto, dopo molti anni di assenza da parte di questa figura istituzionale, anche il sindaco di Pola. Filip Zori?i? ha, infatti, tenuto una breve allocuzione in cui ha riconosciuto Vergarolla come una tragedia di tutta la comunità cittadina e ha invitato a un futuro di condivisione e di solidarietà tra le varie componenti nazionali. Significativa è stata anche la presenza delle senatrici Laura Garavini e Tatjana Rojc, quest’ultima rappresentante della comunità slovena in Italia e molto sensibile alle questioni della storia del confine orientale. Il giorno prima il Consiglio della minoranza nazionale italiana autoctona della Regione Istriana, che in quest’ultimo anno è stato particolarmente attivo e propositivo, aveva organizzato una tavola rotonda incentrata sulla figura del dottor Geppino Micheletti, eroico protagonista della tragica giornata di Vergarolla che nell’ospedale cittadino si prodigò per salvare più feriti gravi possibile, senza fermarsi neanche quando apprese che tra i morti c’erano i suoi due piccoli figli. Oltre alla ricostruzione storica della strage e alla contestualizzazione delle tensioni internazionali che attraversavano la torrida estate del 1946 con la conferenza di pace ancora in corso, molto si è parlato di Micheletti ed è stata ribadita la richiesta di intitolargli il nosocomio cittadino.
Di tutto questo si è avuto notizia in Italia solamente su alcune testate del Friuli Venezia Giulia, l’ANSA ha rilanciato la notizia della presenza delle due parlamentari italiane, l’associazionismo giuliano-dalmata vi ha dedicato particolare attenzione, ma a livello televisivo e giornalistico nazionale un’altra volta il silenzio. Non così è stato in Istria, ove giornali elettronici e cartacei croati hanno rispolverato termini come “neofascismo” e “irredentismo” per descrivere le cerimonie che si sono svolte e i contenuti che sono stati esposti. Va detto che in occasione del Giorno del Ricordo sono sempre più frequenti i riferimenti a Vergarolla: in provincia di Bologna a ridosso del 10 febbraio scorso è stata intitolata una rotatoria alle vittime della strage di Vergarolla su proposta dell’ANVGD locale e la RAI ha riproposto il docufilm “L’ultima spiaggia. Pola fra la strage di Vergarolla e l’esodo”, peraltro sempre visionabile in streaming su RaiPlay.
La presenza del primo cittadino di Pola alla cerimonia del 18 agosto e lo svolgimento della tavola rotonda di cui sopra, rappresentano passi avanti importanti per quanto riguarda la conoscenza di questa tragedia a livello locale. L’imminenza delle elezioni politiche porta a sperare (di nuovo) che la prossima legislatura intenda affrontare definitivamente le questioni ancora aperte inerenti alla comunità della diaspora adriatica e tra queste anche una ricostruzione definitiva e ufficiale di ciò che avvenne quel terribile 18 agosto 1946 a Pola, territorio italiano sotto amministrazione militare angloamericana fino al successivo 10 febbraio 1947. Inserendo Vergarolla nei lavori della Commissione parlamentare stragi oppure creando una Commissione apposita perché ricordare Vergarolla significa ricordare una pagina di storia nazionale.
Lorenzo Salimbeni