Scritto da Dario Saftich
sabato 28 novembre 2009
BRUXELLES – Alla conferenza intergovernativa svoltasi a Bruxelles la Croazia ha chiuso altri tre capitoli nell’ambito dei negoziati di adesione con l’Unione europea. Si sono concluse con successo le trattative nei capitoli sui servizi finanziari, l’energia, nonché la tutela dei consumatori e della salute. Il numero dei capitoli chiusi, in tal modo, è salito a quota quindici. Il capo dei negoziatori croati, Vladimir Drobnjak, ha espresso la convinzione che si sia creata così la massa critica necessaria per procedere alla stesura dell’accordo di adesione della Croazia all’Unione europea. La premier Jadranka Kosor ha espresso soddisfazione per la chiusura dei tre capitoli a Bruxelles, definendola un ulteriore segno che si sta andando realmente verso la conclusione delle trattative.
ASPETTANDO LUBIANA Entro la fine della presidenza di turno svedese, ovvero entro la fine di quest’anno, Zagabria potrebbe aprire altri tre capitoli e chiuderne uno o due. Sono tre i segmenti negoziali già pronti per l’apertura da un punto di vista tecnico, ossia gli esteri, la politica di difesa e di sicurezza, nonché l’ambiente e la pesca. Si attende soltanto il via libera della Slovenia. Vladimir Drobnjak ha affermato, a questo proposito, che gli ostacoli relativi all’apertura di questi tre capitoli hanno a che vedere con il contenzioso confinario. Non ha voluto però addentrarsi nei dettagli. Si è limitato a evidenziare che dopo la ratifica dell’accordo di arbitrato da parte del Sabor non dovrebbero esserci motivi per non aprire questi capitoli.
LA SPADA DI DAMOCLE Se alla prossima conferenza intergovernativa in programma il 21 dicembre dovesse arrivare il via libera anche per questi tre segmenti negoziali, rimarrebbero da aprire l’anno prossimo due soli capitoli, per quanto estremamente delicati: da un lato il capitolo sulla giustizia e i diritti fondamentali sul quale pende la spada di Damocle della consegna dei diari dell’artiglieria al Tribunale internazionale dell’Aja, dall’altro lato il capitolo sulla competizione di mercato, vincolato alla soluzione del nodo delle sovvenzioni statali alla cantieristica.
Al momento non sembra facile risolvere questi problemi: i diari dell’artiglieria che il procuratore capo dell’Aja, Serge Brammertz, continua a chiedere con caparbietà appaiono introvabili, mentre nulla garantisce che il secondo concorso per la privatizzazione degli stabilimenti navali, che il governo dovrebbe dovrebbe bandire fra breve, possa essere coronato davvero da successo.
Fonte: «La Voce del Popolo».