Scritto da Dario Saftich
ZAGABRIA – L’Iniziativa civica denominata “Il Mare è terraferma” ha concluso la raccolta di firme per l’indizione di un referendum sul contenzioso confinario con la Slovenia. Stando ai dati fin qui disponibili, soltanto nell’area di Zagabria e nella Regione spalatino-dalmata sono state raccolte 150mila firme. Per l’indizione della consultazione referendaria è necessario raccogliere almeno il 10 per cento delle firme del corpo elettorale globale, ovvero circa mezzo milione. La raccolta di firme è stata organizzata negli stand allestiti in una ventina di città di tutta la Croazia; i moduli sono stati distribuiti, però, anche in altra maniera. L’Iniziativa civica si attende che i moduli pervengano a Zagabria nei prossimi giorni, per cui bisognerà ancora attendere per conoscere il numero esatto di firme raccolte.
«La controversia va risolta all’Aja oppure ad Amburgo»
La richiesta al Sabor per l’indizione del referendum, corredata dalle firme, dovrebbe essere presentata entro la metà di dicembre. Stando al quesito referendario, i cittadini dovrebbero essere chiamati a decidere se la controversia confinaria con la Slovenia debba essere risolta esclusivamente dinanzi alla Corte internazionale di Giustizia dell’Aja oppure al cospetto del Tribunale per il diritto del mare di Amburgo. Il coordinatore dell’Iniziativa civica, Ivica Relkovi?, ha definito, in questo ambito, incostituzionale la decisione del Sabor sulla ratifica dell’accordo di arbitrato con Lubiana, in quanto il Parlamento non ha atteso la conclusione dell’iter per la raccolta delle firme per il referendum. In questo modo, ha detto il coordinatore, il Sabor ha violato il diritto costituzionale dei cittadini a deliberare per il tramite della consultazione referendaria.
«All’esame dei giudici la ratifica dell’accordo di arbitrato»
Per tale motivo l’Iniziativa civica, “Il Mare è terraferma”, intende inviare la legge di ratifica dell’accordo di arbitrato all’esame della Corte costituzionale. A decidere se tutto si è svolto con i crismi della legalità dovrebbero essere pertanto i giudici della Corte presieduta da Jasna Omejec. Ivica Relkovi? ha sottolineato, inoltre, che l’Iniziativa intende inviare le firme raccolte al Sabor anche nel caso si dovesse appurare che non è stata raggiunta la quota di 500.000 firme. Il Parlamento, ha aggiunto, può pur sempre prendere la decisione politica di indire un referendum consultivo sulla delimitazione nel Golfo di Pirano. Se le iniziative avviate dal raggruppamento “Il Mare è terraferma” dovessero andare davvero in porto, in Croazia potrebbe ripetersi lo stesso scenario a cui si assiste in Slovenia, con i giudici costituzionali e i cittadini chiamati a esprimersi sui vari risvolti del contenzioso. Non mancano ovviamente le differenze, in quanto, ad esempio, la consultazione referendaria consultiva in Slovenia (e quella eventuale legislativa, che potrebbe essere promossa dall’opposizione) riguarderà essenzialmente l’accordo di arbitrato con Zagabria, mentre l’Iniziativa civica croata vuole impedire che a deliberare sulla controversia sia il Tribunale arbitrale previsto dall’intesa fra i premier Jadranka Kosor e Borut Pahor.
Fonte: «La Voce del Popolo», 01/12/09.