Dal 1° gennaio la Croazia è entrata a far parte dell’Eurozona, adottando ufficialmente l’euro, e dell’area Schengen, lo spazio di libera circolazione europea. Il momento storico è stato celebrato ai due principali valichi di confine, con la Slovenia e con l’Ungheria, e a un bancomat nel centro della capitale Zagabria. La banca centrale europea ha fornito nei mesi scorsi 63 milioni di banconote e 286 milioni di monete alle poste e alle banche croate. Per i pagamenti in contanti il periodo di transizione durerà fino al 14 gennaio 2023. Il tasso di conversione è stato fissato a 7,53450 kune croate per 1 euro. La Croazia, entrata nell’Unione europea nel 2013, è il ventesimo Paese ad adottare l’euro dall’introduzione della moneta unica e il 27esimo a entrare a far parte dell’area Schengen.
La Croazia ha «ottenuto un successo eccezionale e questa è una grande notizia», ha dichiarato la presidente della Bce, Christine Lagarde, commentando così l’ingresso di Zagabria nell’Eurozona e nell’area Schengen. «Riuscire a fare tutto questo, coprendo tutte le aree in un periodo di dieci anni tra l’adesione all’Unione europea e l’ingresso nell’area dell’euro è un successo incredibile», ha aggiunto. Per marcare l’ingresso della Croazia nell’area Schengen e nell’Eurozona la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, a mezzogiorno del primo dell’anno è arrivata al confine sloveno-croato, al valico di Bregana, sull’autostrada Lubiana-Zagabria, dove a partire da mezzanotte sono stati aboliti tutti i controlli.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è congratulato con Zagabria per questo successo. «Oggi la Croazia entra nello spazio Schengen e nell’Eurozona. Un risultato importante per il progetto europeo e per il popolo croato, a cui faccio i miei migliori auguri. Spero che presto altri Paesi raggiungano lo stesso obiettivo, a beneficio di tutta l’Ue», si legge nel messaggio pubblicato sull’account Twitter del Quirinale.
Con la cadute dei due «muri» di fatto si allargano i confini dell’Unione Europea con alcuni effetti pratici non trascurabili. Innanzitutto vengono eliminati tutti i controlli di frontiera per chi va in vacanza in Croazia: fine dunque delle lunghe code a Trieste o alla frontiera slovena; da verificare invece l’impatto che l’ingresso di Zagabria nell’area euro avrà sui prezzi:ma in moltissime località turistiche del Paese ex Jugoslavia di fatto il biglietto di Francoforte era già accettato senza problemi.
L’altro impatto ben visibile potrebbe riguardare la questione dei migranti. Fino a ieri il confine fisico dell’Unione Europea sul versante balcanico correva tra Slovenia, Italia e Austria. Questo faceva, ad esempio, di Trieste una «prima linea» della rotta migratoria balcanica. Con l’inclusione della Croazia nell’area di libera circolazione questo fronte si sposta più a sud e toccherà all’e autorità di Zagabria fronteggiare il flusso degli ingressi.
La cancellazione delle barriere tra Croazia e resto della Ue ha infine un risvolto storico: per la prima volta dal termine della Seconda Guerra Mondiale spariscono tutti i confini tra Venezia Giulia e Istria, terra simbolo delle ferite del conflitto. Dopo il ‘45 questo territorio era stato diviso tra Italia e Jugoslavia, successivamente tra Italia, Slovenia e Croazia. Ora tutti gli abitanti dell’area diventano a pieno diritto cittadini europei e godono tutti di uguali diritti.
Valentina Iorio – Claudio Del Frate
Fonte: Corriere della Sera – 01/01/2023